Le settimane successive al ritorno di Jisung alla Yonsei University segnarono un cambiamento che nessuno avrebbe mai potuto prevedere.La sua trasformazione fisica ed emotiva aveva attirato l'attenzione di tutti, e in breve tempo divenne il centro di discussione del campus. I corridoi dell'università, che una volta lo avevano visto passare inosservato, ora erano pervasi da sussurri e sguardi ammirati ogni volta che Jisung faceva la sua comparsa. Studenti e studentesse lo guardavano con occhi pieni di curiosità e desiderio, come se fosse diventato un mistero affascinante che tutti volevano risolvere.
Gli inviti iniziarono ad arrivare quasi subito. Jisung veniva richiesto a tutte le feste più esclusive, quelle dove solo gli studenti più popolari e influenti erano ammessi. Gli venne persino chiesto di unirsi alle squadre sportive dell'università, un invito che avrebbe fatto invidia a chiunque, considerando che in passato nessuno lo avrebbe mai associato a un'attività atletica.
Persino gli insegnanti, che prima lo consideravano solo uno studente diligente ma insignificante, iniziarono a trattarlo con un rispetto nuovo, riconoscendo in lui non solo il suo acume intellettuale, ma anche una sicurezza e una forza che prima non avevano mai notato.
Tuttavia, nonostante questa improvvisa e intensa ondata di attenzioni, Jisung rimase distaccato. Non si lasciò trasportare dall'entusiasmo o dall'adulazione.
Accettava gli inviti, si presentava alle feste, ma la sua presenza era sempre riservata, freddamente cortese. Interagiva con tutti, ma non permetteva a nessuno di avvicinarsi troppo. Il suo comportamento lasciava molti confusi, e alcuni addirittura frustrati. Chiunque cercasse di conoscere meglio Jisung si scontrava con un muro invisibile che lui aveva eretto intorno a sé, un muro fatto di risposte educate ma vuote, di sorrisi appena accennati e di conversazioni che non andavano mai oltre la superficie.
Tutti si chiedevano cosa lo rendesse così inaccessibile, ma nessuno riusciva a trovare una risposta. Sembrava che Jisung fosse cambiato non solo nell'aspetto, ma anche nell'anima.
Era come se avesse scelto di mantenere le distanze, di non permettere a nessuno di entrare veramente nella sua vita. Nonostante le sue interazioni con gli altri fossero impeccabili, mancava qualcosa: un calore, un'apertura che una volta lo aveva reso vulnerabile. Ora, quella vulnerabilità era scomparsa, sostituita da un'aria di inviolabile indipendenza.
Tuttavia, c'era una persona che sembrava particolarmente disturbata da questa nuova versione di Jisung: Lee Minho.Minho si ritrovava a osservare Jisung molto più di quanto fosse disposto ad ammettere. Il suo orgoglio gli impediva di confessarlo anche a se stesso, ma qualcosa dentro di lui era stato acceso dal cambiamento di Jisung. Il ragazzo che una volta aveva considerato un semplice passatempo, un bersaglio facile per una crudele scommessa, ora era diventato una figura affascinante e complessa che lo incuriosiva profondamente.
C'era qualcosa nel nuovo Jisung che lo attirava, qualcosa di diverso da tutte le relazioni superficiali che aveva avuto in passato. Mentre gli altri si affollavano intorno a lui, sperando di ottenere un po' della sua attenzione, Jisung sembrava immune a tutto ciò. Non si lasciava impressionare dalla popolarità, dal denaro o dalle dinamiche sociali che dominavano la Yonsei University, e questo lo rendeva ancora più intrigante agli occhi di Minho.
Tutto iniziò in modo innocente. Minho avrebbe casualmente incrociato Jisung nei corridoi tra una lezione e l'altra.
In quei momenti, Minho gli sorrideva, un sorriso che in passato avrebbe fatto cadere chiunque ai suoi piedi. "Ehi, come va?" gli chiedeva con un tono amichevole, quasi rilassato, come se tra loro non fosse mai successo nulla di spiacevole. Ma la risposta di Jisung era sempre la stessa: breve, educata, ma priva di vero coinvolgimento. "Bene, grazie," rispondeva Jisung, prima di allontanarsi senza dare a Minho il tempo di approfondire la conversazione.
Era come se non ci fosse nulla di più da dire, come se Minho fosse solo una delle tante persone che Jisung incontrava ogni giorno. Minho, che non era abituato a questo tipo di distacco, iniziò a sentirsi sempre più infastidito, ma anche affascinato. Non riusciva a capire come Jisung potesse essere così indifferente, così imperturbabile di fronte alla sua presenza.
Era una sensazione nuova per lui, quella di non essere al centro dell'attenzione, e iniziava a rodere il suo ego. Con il passare delle settimane, Minho divenne sempre più determinato a rompere quel muro che Jisung aveva eretto tra di loro.Iniziò a cercare occasioni per avvicinarsi di più. Dopo le lezioni, lo attendeva fuori dall'aula, fingendo di imbattersi in lui per caso. "Allora, cosa pensi del corso di filosofia? Abbiamo entrambi lo stesso professore, giusto?" cercava di intavolare conversazioni, spesso improvvisando sui primi argomenti che gli venivano in mente. Parlava di scuola, di libri, persino delle loro passioni comuni, come se tutto fosse naturale, come se volesse davvero creare un legame. Ma ogni volta, Jisung rispondeva con la stessa cortesia distaccata, senza mai lasciare che la conversazione diventasse personale o intima. Questo atteggiamento fece impazzire Minho.
Per la prima volta nella sua vita, era lui quello che inseguiva.
Era lui che cercava disperatamente di ottenere l'attenzione e la considerazione di qualcun altro. Era lui quello che si sentiva ignorato e respinto, e non gli piaceva per niente. Non riusciva a capire cosa fosse cambiato in Jisung, cosa lo rendesse così diverso, così inaccessibile. Era come se il vecchio Jisung, quello che si emozionava per ogni parola di Minho, fosse stato sostituito da un estraneo che non aveva più alcun interesse per lui. Più Minho tentava di avvicinarsi, più Jisung sembrava allontanarsi. C'era qualcosa nel suo comportamento che Minho non riusciva a decifrare, una risolutezza che sfuggiva alla sua comprensione. Non era rabbia, non era risentimento—almeno, non esplicitamente. Era qualcosa di più sottile, una sorta di fredda indifferenza che Minho non era abituato a ricevere. Era come se Jisung fosse diventato immune al suo fascino, come se avesse imparato a vedere attraverso di lui, a riconoscere le sue manovre prima ancora che potessero avere effetto. E questo faceva impazzire Minho. Ogni incontro tra loro diventava una battaglia silenziosa. Minho cercava di aprire una breccia, di penetrare la corazza che Jisung aveva costruito intorno a sé, ma ogni volta si scontrava con un muro invalicabile. Jisung era sempre educato, sempre rispettoso, ma mai veramente presente. La sua freddezza, la sua distanza emotiva, erano come una sfida per Minho, una sfida che non poteva ignorare. Ogni volta che Jisung si allontanava da lui, Minho sentiva crescere dentro di sé una frustrazione che non riusciva a spiegarsi.
Per Minho, abituato a ottenere tutto ciò che voleva senza sforzo, quel gioco di inseguimento era estenuante e umiliante. Ma nonostante il disagio, c'era qualcosa che lo spingeva a continuare, a voler scoprire cosa si nascondeva dietro quella nuova versione di Jisung. Forse era il senso di colpa, forse era il desiderio di redenzione, o forse era qualcosa di più profondo, qualcosa che nemmeno Minho riusciva a capire.
Ma una cosa era certa: per la prima volta nella sua vita, Lee Minho non era più al comando.
E questo cambiava tutto.
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Love is a gamble
RomanceMinho è un ricco figlio di papà che maltratta i ragazzi a scuola. Jisung è il classico secchione con gli occhiali che non piace a nessuno. Minho farà una scommessa con la sua cerchia di amici: farà innamorare Jisung di lui.