# Change

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L'anno che seguì fu un periodo di profonda trasformazione per Jisung, un processo che iniziò il giorno stesso in cui lasciò la Yonsei University. 

Il tradimento di Minho, che lo aveva ferito tanto profondamente, aveva provocato una rottura definitiva con il passato. Ma Jisung, anziché cedere alla disperazione, decise di sfruttare quel dolore, di trasformarlo in qualcosa di nuovo e potente. Non sarebbe più stato il ragazzo timido, invisibile e facilmente manipolabile che era stato per così tanto tempo. Il mondo lo aveva ignorato, e Minho lo aveva umiliato, m non avrebbe più permesso a nessuno di fargli del male.

Dopo aver abbandonato il campus senza lasciare traccia, Jisung si trasferì lontano da Seoul, nella speranza di trovare un nuovo inizio. 

Scegliendo di prendersi una pausa dai suoi studi, Jisung si stabilì in una piccola città costiera, un luogo tranquillo e isolato, dove poté finalmente riflettere e affrontare ciò che era successo. All'inizio, il dolore era insopportabile. Le notti erano lunghe e solitarie, e ogni pensiero sembrava riportarlo a quel momento fatidico in cui aveva scoperto la verità su Minho. Le risate di Felix, le parole crudeli di Minho, continuavano a tormentarlo, come un'eco persistente che non riusciva a scacciare.

Ma lentamente, qualcosa dentro di lui cambiò. Iniziò a rendersi conto che non poteva vivere nel passato per sempre. La rabbia, la sofferenza e l'umiliazione non lo avrebbero distrutto, non se lui avesse trovato il modo di usarle a suo vantaggio. Con questa consapevolezza, prese la decisione di trasformare se stesso, di sfruttare ogni emozione negativa come carburante per una rinascita.Jisung cominciò a prendersi cura del suo corpo e della sua mente. Prima di tutto, abbandonò gli occhiali che avevano per anni rappresentato una sorta di schermo tra lui e il mondo esterno, un modo per nascondersi e non farsi notare. Optò per le lenti a contatto, un cambiamento semplice ma simbolico, che gli permetteva di guardare il mondo con occhi nuovi. Iniziò anche ad allenarsi regolarmente, scoprendo nel fitness una disciplina che lo aiutava a sfogare la rabbia accumulata e a guadagnare forza fisica e mentale. Ogni corsa mattutina lungo la costa, ogni sollevamento pesi, lo rendeva più forte, più resistente, più sicuro di sé.Parallelamente, Jisung decise di reinventare anche il suo aspetto. Per anni si era vestito in modo anonimo, con abiti larghi e colori spenti, quasi come se cercasse di fondersi con l'ambiente circostante. Ma ora tutto questo doveva cambiare. Passò del tempo a studiare il proprio stile, sperimentando con nuovi look che meglio riflettevano la persona che stava diventando. 

Scoprì che poteva essere elegante e sicuro di sé, che i vestiti potevano essere uno strumento per esprimere la propria individualità e potenza. Ogni nuova scelta che faceva riguardo al suo aspetto non era casuale, ma deliberata, parte del processo di ricostruzione della sua identità.

Ma forse il cambiamento più profondo avvenne dentro di lui. Jisung iniziò a sviluppare una nuova consapevolezza del proprio valore, qualcosa che in passato non aveva mai avuto. Aveva sempre creduto di essere inferiore, che il suo posto fosse ai margini, lontano dalle luci della ribalta. Ma ora, con ogni giorno che passava,  si rendeva conto che valeva molto di più di quanto gli altri avessero fatto credere. Iniziò a camminare più dritto, la testa alta, con una nuova fiducia che non aveva mai conosciuto prima. Quando parlava, la sua voce era più sicura, e per la prima volta nella sua vita, sentiva di avere il diritto di esprimersi, di essere ascoltato.Nonostante tutto questo, però, il ricordo di Minho rimaneva. Era una presenza costante, una cicatrice che non si era mai completamente rimarginata. Anche se Jisung stava rinascendo, non poteva dimenticare ciò che Minho gli aveva fatto. Non poteva dimenticare l'umiliazione, le parole crudeli, e soprattutto, non poteva dimenticare il fatto che Minho avesse giocato con i suoi sentimenti solo per divertimento. Ogni volta che pensava a Minho, un fuoco si accendeva dentro di lui, una rabbia che lo spingeva a non arrendersi, a non dimenticare.Jisung sapeva che alla fine sarebbe dovuto tornare a Seoul. Non poteva sfuggire per sempre al suo passato, e la Yonsei University rappresentava un capitolo che doveva ancora chiudere. Doveva completare i suoi studi, doveva affrontare quello che era successo. Ma questa volta sarebbe stato diverso. Non sarebbe più tornato come il ragazzo fragile e vulnerabile che Minho aveva tradito. Quando sarebbe tornato, lo avrebbe fatto come una persona nuova. Una persona più forte, più sicura di sé, una persona che non avrebbe più permesso a nessuno di ferirlo.E poi c'era il piano. Jisung non era tornato solo per chiudere un capitolo della sua vita. Aveva trascorso l'ultimo anno non solo a trasformare se stesso, ma anche a pianificare il suo ritorno. Minho Lee aveva giocato con lui, lo aveva umiliato pubblicamente, e ora Jisung sapeva che l'unico modo per superare davvero tutto quel dolore era affrontare Minho faccia a faccia. Ma non lo avrebbe fatto come vittima. 

No, questa volta Jisung sarebbe stato colui che avrebbe avuto il controllo.

Il piano era semplice nella sua crudeltà. Minho Lee avrebbe finalmente capito chi era davvero Han Jisung.

 Avrebbe compreso cosa significava essere manipolato, ingannato, tradito. Ma Jisung non avrebbe usato la stessa violenza emotiva che Minho aveva inflitto a lui. Non aveva intenzione di abbassarsi al livello di Minho, di giocare lo stesso gioco. No, Jisung voleva che Minho vedesse la sua trasformazione, che si rendesse conto che l'aveva sottovalutato, che aveva perso qualcosa di prezioso per pura arroganza.

Mentre l'anno volgeva al termine, Jisung si sentiva pronto. Il dolore era ancora lì, come una cicatrice che rimane per sempre, ma ora era anche la sua forza. Tornare alla Yonsei University non sarebbe stato facile, ma era inevitabile. 

Sapeva che il suo ritorno avrebbe sorpreso molti, forse anche spaventato alcuni. E in mezzo a tutte quelle facce sorprese, c'era una persona che Jisung non vedeva l'ora di affrontare: Minho Lee.

Con una nuova consapevolezza di sé e un piano ben preciso in mente, Jisung preparava il suo ritorno. Non solo per chiudere con il passato, ma per dimostrare, soprattutto a se stesso, che non sarebbe mai più stato vittima di nessuno. Minho avrebbe capito. E quando lo avrebbe fatto, sarebbe stato troppo tardi.

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