Mentre cercavo di scuotere la farina dai capelli (ormai sembri più una statua che una persona), mi riprendo e mi incammino verso l'ufficio con un solo pensiero in mente: vendetta.Ma prima, i conti.
Diavolo, quei 2000 dollari che sono spariti dal conto non mi fanno dormire la notte, letteralmente. Più ci penso, più mi sembra assurdo che mio padre abbia fatto un ordine così costoso senza dirmi nulla. E poi a quel fornitore! Mi pare ieri che avevamo deciso di cercare delle alternative più economiche... o forse davvero sono stata io a non segnare qualcosa? Ma no, figurati! Io, la regina dei conti? Impossibile. Beh, quasi impossibile. Forse.
Mentre cammino a passo deciso (per quanto possibile con le ciabatte ancora ai piedi e l'orgoglio distrutto), vedo Charles sbucare dall'angolo, con un sorriso che non promette nulla di buono.
"Zelda, stavi meglio con la farina addosso, sai? Quasi quasi ti proporrei come nuova decorazione della pasticceria."
Lo guardo come se stessi cercando di incenerirlo con lo sguardo. E forse, se ci mettessi abbastanza impegno, ci riuscirei.
"Charles, per favore, torna a fare qualunque cosa tu faccia. Ah giusto, niente!" rispondo acida, tentando di spazzolare l'ultima manciata di farina dalla giacca.
Charles ride, ma per una volta decide di lasciarmi in pace. O forse ha semplicemente paura di finire sotto una tonnellata di zucchero a velo. Non saprei dire.
Entro nel mio ufficio e sbatto la porta dietro di me. Mi accascio sulla sedia e inizio a sistemare i fogli che avevo lasciato sparsi ovunque. Prima di riordinare i pensieri, mi viene in mente una cosa.
"Oh no..." sussurro, mentre il panico inizia a salire di nuovo. Ho dimenticato il file più importante nella cartella 'Ordini 2023'. Quella che... ehm, era rimasta in cucina.
Con un sospiro drammatico, mi alzo e mi dirigo di nuovo verso il laboratorio. Ma stavolta, almeno, ho deciso di rimettermi le scarpe.
Mentre cammino nei corridoi, però, sento delle voci familiari venire dall'ingresso principale. Alzo lo sguardo e... eccolo lì. Il gran bel figlio di papà in tutto il suo splendore.
"Ah, Zelda! Finalmente ti trovo. Ero passato a salutarti. Sai com'è, devo mantenere le relazioni sociali." Dice con quel sorriso da principe azzurro-tarocco che mi ha sempre fatto alzare gli occhi al cielo.
Damien, il figlio del fornitore con cui mio padre ha fatto l'ordine. Quello che sembra uscito da un film di Hollywood, ma con un copione scritto male. Sempre impeccabile, sempre arrogante. E, per qualche ragione, sempre nei paraggi.
"Damien, cosa ci fai qui? Dovrei darti il premio per la puntualità o solo la medaglia per il tempismo pessimo?" sbotto, mentre lui si avvicina, apparentemente divertito.
"Non essere così dura, Zelda. Sono qui per affari. E, guarda caso, ho una sorpresa per te." Dice, tirando fuori una busta bianca dal suo blazer costoso.
La guardo con sospetto. "Cos'è, una citazione? Un invito a cena con delitto?"
Lui ride. "No, no. Solo una piccola offerta speciale per la famiglia Webber. Diciamo che ho pensato di ridurvi il costo del prossimo ordine, visto il bel volume d'affari che facciamo insieme."
Lo guardo, sbalordita. Non perché mi abbia offerto uno sconto, ma perché... beh, è stato vagamente gentile. Questo tipo non fa mai nulla per niente.
"Ah, grazie... suppongo." Gli dico, prendendo la busta e cercando di non far trasparire il mio scetticismo.
"Non c'è di che," risponde, facendo un passo indietro e avviandosi verso l'uscita. "Ci vediamo all'inaugurazione, no? Non mancherò."
Certo che non mancherai, penso. Sarai lì a spuntare come sempre, a fare il brillante tra i nostri clienti. Non posso fare a meno di chiedermi se dietro quel sorriso smagliante ci sia qualcosa di losco.
Non appena se ne va, apro la busta con una certa riluttanza. Dentro c'è una lettera con un'offerta che non posso ignorare: uno sconto del 30% sul prossimo ordine e una serie di proposte vantaggiose per continuare la nostra collaborazione.
Ma perché? Perché Damien sta cercando di accattivarsi la nostra simpatia proprio ora?
Mi mordo il labbro, mentre cerco di decidere cosa fare. Il mio istinto mi dice di tenere alta la guardia. E se c'è una cosa che ho imparato nella mia vita, è di ascoltare il mio istinto.
Decido di tornare da mio padre per discutere la questione, ma mentre mi avvicino alla cucina, lo sento parlare con qualcuno. Sembra serio. Mi fermo dietro l'angolo e ascolto.
"Lo so che è rischioso, ma non abbiamo scelta. L'inaugurazione deve essere un successo."
Mi irrigidisco. Mio padre sta nascondendo qualcosa? O forse... forse Damien sa più di quanto vuole farci credere?
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**Continua...**
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Tutto il resto sei tu
ChickLitZelda Webber: laureata in facoltà di calzettologia da nonnetta in pensione oltre che economia aziendale. Due fratelli gemelli pronti a toglierle la vita, Una madre e una zia che vivono a braccetto con l'ansia E un padre che inzuppa le cotolette ne...