"We've all been told when we were little
We could grow up and live a fairy tale
But no one ever bothered telling us that
The story book ending never started out well
Why's there always gotta be a hero?"
-Princess ;FLETCHERWesteros, Approdo del Re 121D.C.
Trey
Le urla di mia zia Rhaenyra riecheggiano per tutta la Fortezza rossa, sta dando alla luce il suo terzogenito, per molti sarà un bambino con i capelli argentei di Laeonor, ma per me avrà i capelli scuri dei suoi fratelli. Passeggio avanti e indietro per le stanze di mia nonna, la regina Alicent, mi porto l' unghia del pollice alla bocca e la mastico, è una cosa che faccio sempre quando sono nervosa. Alicent si stacca dalla finestra e mi toglie la mano dalla bocca «Sei uguale a tua madre, anche lei giocava con le sue unghie come fai tu» Sorrido mentre anche lei mi sorride, Alicent è stata come una madre per me e ancora lo è. Si siede su uno dei divani delle sue stanze e mi fa cenno di sedermi vicino a lei «Per ieri con Aegon...sei stata brava, hai saputo perdonarlo» Sorrido mentre lei mi mette una mano sul ginocchio per evitare che lo sbatta su e giù, oda quando lo faccio mi dice sempre "Una futura regina non deve sempre mostrare il fatto che è nervosa, deve tenere la testa alta ed essere esempio di eleganza e umiltà" Mi hanno cresciuto a suon di eleganza e umiltà. Con la mano libera mi accarezza una guancia, toglie la mano dal giochino e mi guarda «Non ho mai capito perché ogni volta che tua zia partorisce sembra che tu stia partorendo. Diritta la schiena» Sospiro e mi appoggio con la schiena allo schienale del divano in velluto rosso e nero. Deglutisco e le rispondo «Ho paura. So che nel giro di uno o due anni anch'io sarò in quella condizione è quindi mi immagino io al posto di mia zia» Faccio un sorriso finto, odio dover sempre sorridere per ogni cosa, chiedere perdono per ogni cosa: meno respiro, meno dico, meno so e meno appaio è meglio, un incubo dietro l' altro. Mi sorride facendo un cenno con il capo. Si alza dal divano e mi rende le mani «MI ricordo quando avevo la tua età: la giovinezza che bussa alla porta, l' innata voglia di essere solo se stessi senza essere per forza quello che non sei. Ma purtroppo i sette sono crudeli, danno e tolgono a loro piacimento» Il mio sorriso da finto diventa di compassione, lei aveva la mia età quando nacque Aegon e mia madre aveva poco più di diciotto anni, quattro più di me. So bene che capirò cosa vuol dire, tenere un figlio tra le braccia realizzando che se è femmina farà esattamente la tua stessa fine, un circolo vizioso che si ripete di donna in donna: tutto il giorno, tutti i giorni, terapeuta, madre, serva, puttana, poi una vergine, un catino dal quale l' uomo attinge e attinge finchè non vieni svuotata e se poi il figlio non è un maschio devi sentirti inutile e ti sostituiscono con la velocità con il quale si sostituiscono le lenzuola. Beata chi sarà a rompere questo circolo. Mi mordo l' interno delle labbra finchè non sento il sapore del sangue. Sospiro e deglutisco. La mano di Alicent ritorna sul mio volto, nei suoi occhi la consapevolezza di quello che ho pensato. Mi da un bacio sulla fronte, mi alzo e l'abbraccio: un abbraccio caldo, pieno di affetto, uno di quelli del quale tutti hanno bisogno ma che pochi riescono a dare senza vergognarsi. La colgo alla sprovvista ma dopo poco sento le sue mani sulla schiena e anche lei mi stringe a sé. Talia entra nella stanza con un inchino «Vostre grazie, la principessa ha appena dato alla luce un bambino, forte e sano» Dietro alla serva mio nonno sbuca: il bastone da passeggio tra le mani, i capelli una volta biondo-argento ora pallidi e pochi «Alicent, Leyla» Dice facendoci un cenno con il capo non è la prima volta che mi scambia per mia madre e glielo concedo: tra la malattia, la vecchiaia e la mia somiglianza con mia madre gli concedo di confondersi. Alicent mi mette una mano sulla spalla e guardando Talia dice «Dille che voglio vedere il bambino» «E lei» Sussurro io rendendo l' ordine un po' più gentile. Talia annuisce e china il capo in segno di inchino. Rimaniamo lì per un po': io, Alicent e Viserys. Le porte delle stanze di Alicent si aprono e Laeonor e Rhaenyra ci entrano «Per i Sette, Rhaenyra siediti» Dice Alicent facendo cenno a Talia di prendere un cuscino, io le vado vicino e la sorreggo per un braccio «Sei l' unica sosta dolce che hanno qui» Mi sussurra mentre le do un aiuto a sedersi. Mio nonno prende in braccio il bambino e con innocenza chiede il nome di quel fagotto «Jeoffry» Dice Laeonor senza nemmeno consultare Rhaenyra, mi avvicino a mio nonno e a mio cugino. Con un cenno Rhaenyra acconsente al fatto che io lo prenda in braccio:gli occhi sono quelli di Nyra è ovvio. Alicent me lo prende dalle mani e lo dà a Laeonor. Mi siedo di fianco a mia zia e le prendo le mani nelle mie «Tra qualche anno saremo al contrario» Dice sorridendo compassionevole.
Passano alcune ore e tutta la corte è in fibrillazione per il figlio della principessa. Io dal terrazzo delle mie stanze guardo Approdo del Re. Sento bussare alla mia porta, dall' altra parte Ser. Criston Cole «Vostra grazia, devo parlarvi» Annuisco mentre lui si toglie il casco: gli occhi verdi sono dello stesso colore dei miei. Gli faccio cenno di sedersi sul divanetto vicino al camino «Ti ricordi quando ti ho parlato di tuo padre?» Annuisco e mi siedo di fianco a lui «So che non è la cosa più semplice da dire ma...non è uno sconosciuto o almeno a me e a tua madre.» Il cuore mi batte all' impazzata «L' avevo intuito» Mi alzo e mi metto l' unghia del pollice tra le labbra mentre ritorno al balcone, poteva dirmelo che era lui mio padre, sono una Cole, non me la sarei presa e invece ha voluto far credere che io fossi il frutto di uno stupro avvenuto durante una notte nel fondo delle pulci da parte di mia madre. Sento le sue mani sulle spalle «Lo so» Mi giro e lo affronto «No, non puoi saperlo. Tu mi hai detto che era stata stuprata! Tu mi hai detto che mi stavi vicino perché lei te lo aveva chiesto» Ho la voce spezzata dalle lacrime, mi abbraccia e io mia appoggio a lui. Appena ci stacchiamo sento un'altra bussare alla porta «Lord Larys» Larys Strong è sull' altro capo «Vi ringrazio Ser. Criston, potete andare» Criston, mio padre, si inchina e lascia la mia stanza. Sul volto di Larys un sorriso sadico e astuto «Da quanto ci giri intorno?» Cambio tono: si fotta la gentilezza e la bontà «Da quanto?» Lui sorride e si siede sul divanetto dove prima eravamo seduti io e mio padre «Un po'» Alzo un sopracciglio e mi siedo sul divanetto di fronte a dove è seduto lui «Volevi che lo scoprissi da sola. Bene, sei accontentato.» Continua a sorridere mentre batte il bastone sul pavimento «Se posso consigliarti...» «Fa venire tua sorella Larah da Pentos, lei è un maestro dei sussurri più capace» Lo sento sbuffare: l' ho intaccato nell'ego , adoro quando lo faccio, e lo faccio di rado, molto di rado «Larah non sa come far crescere una regina» Mi blocco, come sarebbe una regina? Consorte ma non regina reggente «Vostra madre era fin troppo astuta e abile per aver dato alla luce un essere buono e gentile» Sbatto le palpebre abbassando la testa confusa «Quello che stavo dicendo e che anche Alicent si fida di me, ma io personalmente mi fido più di te Treyenira» Sospiro ragionando alle sue parole «Siete bravo con le parole lord Larys ma è...» «Mia sorella è arrivata ieri da Pentos. Sapevo già che mi avreste chiesto di contattare mia sorella» Alzo la testa di scatto, mi spaventa, troppo. Si alza dal divanetto e sulla via per la porta si gira e mi guarda «Potrei aiutarti anche senza tornaconto, se ti fiderai di me come io mi fido di te» Esce e mentre la porta ritorna nella sua cornice ragiono: se ha ragione potrei tenere Aegon legato al dito, potrei governare al suo posto, potrei io essere la regina dei Sette regni. Mi metto una mano sulla fronte e ritorno sul balcone. Dai finestroni delle altre terrazze vedo Alicent e mio padre che vengono verso la mia camera. Spalanco la porta e me li ritrovo di fronte, Alicent mi fa cenno di unirmi a loro. Arriviamo fino alle stanze di Aegon «Se è con una puttana preferisco che anche la tua purezza d' animo rimangano intatte» Annuisco e aspetto fuori, sento il tipico rumore di uno schiaffo prima che Alicent esca e mi fa cenno di entrare: Aegon è lì, con la vita coperta seduto su un pagliericcio. Mi avvicino a lui. Di scatto sposata lo sguardo dal vuoto a me «Perché ti ostini a starmi vicina?» Mi inginocchio sul pagliericcio, davanti a lui. «Perchè entrambi dobbiamo imparare ad amarci, sarà difficile per ambedue ma dobbiamo farlo» Con il viso mi avvicino al suo, espira e mi bacia: mi mette la mano sulla guancia e io gli metto la mia sul collo, dubito che se lo aspettasse, ma sinceramente nemmeno io ci tenevo a farlo. Rompo il bacio e mi alzo «Ora rivestiti, tra poche ore tu e gli altri dovete allenarvi con la spada» Esco dalla stanza e Alicent mi guarda aspettandosi che dica qualcosa, non lo faccio e torno nelle mie stanze. Appena la porta si chiude mi ci appoggio con la schiena: perchè? I segreti in questa famiglia si stanno moltiplicando? Perché la vita è così assurda? Stai dritta, non piangere, rimani umile, impara il tuo posto. Cose che mi ripetono da quando sono nata, cose che ho imparato a sopportare e a sopportare. Mi stacco dalla porta e mi metto la tenuta che uso per cavalcare: guanti, giacca e brache. Mi lego i capelli e riapro le porte delle mie stanze«Ser. Rodrik. Se qualcuno vi chiede dove sono ditegli che sto leggendo e che non devono assolutamente e per nessun motivo disturbarmi» Il cavaliere mi guarda confuso aspettandosi che io mi giustifichi, ma basta poco per rendersi conto che io e Dayrax ci faremo un giro fino a Roccia del Drago. Prendo un cavallo dalle stalle e galoppo fino alla fossa dei draghi. I guardiani mi guardano e mi portano fino a dove il mio caro e amato drago è tenuto «Gōntan ao pendagon ao'd jiōragon rid hen issa sīr aderī? "Pensavi di liberarti di me così presto?" Dayrax soffia e con la testa mi batte sul petto, gli accarezzo il muso: posso essere una Cole ma quel drago mi prenderà sempre come la sua cavaliera. Gli salgo in sella:la mia è diversa da quella degli altri, le rendimi sono in cuoio bianco con inciso fiori e foglie, il resto non ha inversi d' oro ma d' argento. Dayrax si sgranchisce il collo e le ali «Sōvēs, Dayrax» "Vola" La bestia rossa si libra in volo, in meno di pochi secondi sorvolo Approdo del Re, Dayrax ha un vantaggio rispetto agli altri draghi: è più piccolo ed esile e questo gli da una velocità più elevata rispetto a quella degli altri draghi. Sorvoliamo Approdo del re senza mai fermarci per almeno due ore, non cavalco molto ma quando lo faccio anche Dayrax sembra felice di sgranchirsi un po'. Ora che ho scoperto che non ho sangue Valyriano che mi scorre nelle vene, ma ho semplice sangue del nord e del sud, mi chiedo perché si ostini a essere cavalcato da me? Non so nemmeno quante volte Aemond mi ha chiesto di reclamare Dayrax al posto mio e puntualmente il drago si rifiutava di farsi cavalcare, non so davvero il perché. Dopo la "ronda" torniamo alla Fossa dei draghi «Tegor Dayrax.» "Atterra Dayrax". Stringo le redini al petto mentre il mio drago ritorna nella fossa. I guardiani, attenti e vigili, mi si avvicinano vedendomi scendere «Zirȳla, ziry vestragon.Se mazverdagon daorys crosses zȳhon dīnagon» "Dategli da mangiare, sembra che stia morendo di fame. E assicuratevi che nessuno attraversi il suo posto" Dico scendendo dalla sua groppa con un balzo. Gli vado davanti accarezzandogli il muso «Biare jaosītsos. Nyke kivio ao nyke'll sagon arlī aderī» "Buon compleanno cucciolo. Ti prometto che tornerò presto" Mi tolgo i guanti e ritorno dove ho lasciato il cavallo «Non ti ho vista prima» Salgo in groppa e mi giro. Mio padre è lì:l' armatura da cappa bianca in groppa al suo destriero bianco latte. «Che hai fatto alla faccia?» Gli chiedo notando l'occhio sinistro gonfio «Tua sorella e i tuoi cugini hanno fatto danni, e io e Ser. Harwin abbiamo...» «Tu gli hai alluso al fatto che potrebbero essere i suoi figli, Aegon ha detto a mia sorella che nel giro di pochi anni, se non si sviluppa, Daemon comincnerá a portarla a puttane e Harwin a difeso: prima Luke e Jace poi mia sorella andando contro sia a te che a Aegon? Non dire che ho torto» Non aspetto neanche la sua risposta, sprono il cavallo e ritorno alla Fortezza rossa.
Appena entro subito Aegon mi blocca sulla porta delle mie stanze «Puzzi di drago» Sospiro e lo guardo, tra tutte le cose che poteva dirmi proprio quella doveva. «Sai che non mi piace quando cavalchi quel drago, non capisco nemmeno perché ti ostini» Spingo la porta delle mie stanze e ci entro. Quando lui è attorno devo dire addio a Treyenira e tornare la dolce e indifesa Trey. Non mi fa bene reprimere quella che sono davvero ma il mondo è così e io posso solo girare con lui. Mi rivesto e mi sistemo come mi vesto normalmente: vestito in foggia verde, collana con lo zaffiro e l'anello di zaffiri di mia madre. Mi manca tanto, non che l'abbia conosciuta molto, è morta quando avevo tre anni, ma sento che qualcosa di lei non è morto e che rivive in me. Scendo nella sala grande per cena e, come entro, mio fratello mi prende sotto braccio, sul viso lentigginoso vedo un graffio «Kevan Aemon Mormont, come è successo?» Sospira e con lo sguardo indica nostra sorella «Ho dato delle bastarde sia a te che ha lei e...mi sono trovato con il naso che sanguina e un taglio sulla guancia» Sospiro e gli mollo il braccio. Sbatto il palmo della mano sul tavolo, sul posto dove mia sorella è seduta «Apprezzo che tu prenda le mie difese, ma Kevan dice il vero, lo sappiamo tutti e tre» Si appoggia sullo schienale e mi guarda: quel maledetto sguardo, lo stesso che ha Daemon quando qualcuno lo accusa di qualcosa che ha fatto ma che vuole negare «Lo ao ȳdra daor jaelagon issa naejot mīsagon ao, aōla nykeā, yn ȳdra daor pendagon nyke gōntan ziry syt ao...Mandia» "Se non vuoi che ti difenda, fatti pure chiamare bastarda, ma non pensare che l'abbia fatto per te... sorella" Il palmo diventa un pugno e la prendo per il colletto della giacca in cuoio «Perché ti ostini tanto ad odiarmi? E perché io mi ostino tanto ad odiare te?» Le mollo il colletto e lei mi guarda con lo stassi sguardo di prima, solo più dolce «Non lo so» Annuisco e mi vado a sedere vicino a mio fratello «Tutti quelli che sanno un briciolo di Valyriano hanno capito quello che vi siete dette» Mi seppellisco il viso fra le mani, Kevan mi batte la sua sulla schiena, un gesto di conforto. «Non è tanto lei il problema, è Daemon. In una lettera che ho letto a nostro nonno gli diceva che lei sarebbe anche dolce...se non fosse sua figlia» Alzo la testa dalle mani e l'appoggio sulla spalla di mio fratello. «Vostra altezza, Lady Laena...è venuta a mancare qualche giorno fa» Lady Laena? No, non è possibile. Nella sala cala il silenzio, la sventura ha colpito casa Targaryen un'altra volta e ciò significa solo una cosa: Tutta la famiglia deve tornare al completo per mostrare vicinanza a Rhaenys e a Corlys ma soprattutto a lui, Daemon Taragryen.*********************************************************************************************************
SPAZIO AUTRICE: Buona sera mie piccole rose 🥀🌔Come vedete Larys sta già mettendo le basi per ingraziarsi Trey che, con l'arrivo imminente del matrimonio con Aegon, comincia a farsi le prime domande sulla reggenza.
Il tanto misterioso padre della "futura regina" le è stata rivelato e lei non sembra molto contenta, o almeno è quello che sembra.
È morta Laena, ciò significa che, per la prima volta nella sua vita, Trey affronterà il tanto amato, si fa per dire, zio Daemon
Voi che ne pensate? Scrivetelo nei commenti.
Ossequi Grymmi. 🩵🐉
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THE THINGS WE DO FOR LOVE|Aegon Targaryen
FanfictionTreyenira Targaryen, per la famiglia semplicemente Trey, figlia della princi Leyla Targaryen e di un uomo appartenente sconosciuto. Una vita segnata dalla consapevolezza di, giunto il tempo, dover sposare suo zio: Aegon Targaryen. I due sono sempre...