Il ballo anni '60 è, per usare un eufemismo, più surreale di quanto mi aspettassi.
La palestra della scuola è stata trasformata in una scena che sembra uscita direttamente da "Grease", ma senza John Travolta e con un sacco di adolescenti moderni che fingono di apprezzare la musica dei loro nonni.
Mi guardo intorno e vedo ragazzi con vestiti vintage, gonne a ruota e giacche di pelle, come se Mystic Falls avesse fatto un viaggio indietro nel tempo.
Persino io, nel mio modesto outfit, mi sento fuori posto in un modo che non è del tutto spiacevole.
È come se per una notte avessi deciso di abbracciare il cliché del liceo americano, e una parte di me si sta anche divertendo.
Matt mi viene incontro con un sorriso nervoso ma dolce.
È il ragazzo della porta accanto, il tipo di cui si innamorerebbe la protagonista di una vecchia commedia romantica.
Il problema è che io non sono mai stata quel tipo di protagonista, quindi tutto questo sembra... strano.
"Sei pronta?" chiede, e il modo in cui mi guarda mi fa pensare che forse lo sia davvero.
"Se per 'pronta' intendi che non sono ancora scappata via urlando, allora sì, sono pronta," rispondo con un sorriso storto, cercando di allentare la tensione.
Ride, ma lo vedo ancora un po' teso.
Forse è solo nervoso.
Forse è la solita insicurezza che gli ho visto addosso tante volte.
O forse... sta cercando di nascondere qualcos'altro.
Ma non è il momento di pensarci troppo.
La musica cambia e sento partire una di quelle canzoni che sembrano fatte apposta per un lento.
Matt, con un gesto un po' impacciato, mi prende la mano e mi guida verso la pista da ballo.
Cerco di rilassarmi, di lasciarmi andare all'atmosfera, ma ballare con qualcuno è sempre stata una delle mie tante debolezze sociali.
"Meglio ballare che appendere decorazioni, no?" scherza Matt, cercando di rompere il ghiaccio.
"Non è una gara difficile da vincere," rispondo ridendo "Anche restare seduti in silenzio in un angolo avrebbe vinto quella gara."
Mentre balliamo, mi accorgo che i miei occhi vagano per la sala, forse in cerca di una distrazione.
E proprio in quel momento lo vedo.
Damon.
Naturalmente.
È al centro della sala, accanto a nientemeno che la madre di Tyler.
Li vedo parlare, e anche se non riesco a sentire cosa stanno dicendo, è chiaro che c'è una tensione particolare tra di loro.
Il sindaco, che solitamente è sempre accanto a lei durante queste occasioni, è stranamente assente.
Damon nota che lo sto fissando, e mi fa un sorriso che è tanto affascinante quanto irritante.
Sembra quasi divertito dalla mia attenzione, come se avesse già capito tutto quello che mi passa per la testa.
Mi domando se stia cercando di manipolare anche me, ma in fondo... forse non gli interessa nemmeno.
Prima che possa distogliere lo sguardo, Damon si avvicina.
Naturalmente.
Saluta me e Matt con quel tono che suona come se stesse facendo una battuta che solo lui capisce.
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Nel buio dei suoi occhi - Damon Salvatore
VampirgeschichtenTra segreti di famiglia, nemici immortali, e la continua minaccia di essere il pasto di qualcun altro, scopro che Damon non è solo il vampiro pericoloso che tutti credono. Ma posso fidarmi di Damon con il mio cuore, o dovrei preoccuparmi di qualcos...