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Era passato un altro anno. Le missioni erano sempre più pericolose, ma nonostante la tensione, qualcosa tra me e Chuuya era cambiato. Dopo tutto quel tempo passato insieme, avevamo finalmente iniziato a capirci. Non eravamo amici nel senso convenzionale del termine, ma c'era un rispetto reciproco che, lentamente, aveva preso il posto della costante irritazione.


Chuuya non sbraitava più ogni volta che Dazai faceva un commento pungente su di me o sulla nostra vicinanza. Certo, si infastidiva ancora, ma non era più quel fuoco esplosivo che ardeva dentro di lui. Piuttosto, era diventata una sorta di stanchezza, una frustrazione silenziosa che, a volte, riuscivo a smorzare con una semplice occhiata.


Quel giorno, eravamo di ritorno da una missione fallita. La tensione tra di noi era palpabile, ma diversa dal solito. Non c'era rabbia, solo stanchezza. Le mani sporche di sangue, la mente annebbiata dalla fatica, nessuno di noi parlava.


Dazai camminava davanti, canticchiando sotto voce una melodia assurda, mentre io e Chuuya ci eravamo lasciati qualche passo indietro. C'era una quiete tra noi due che non avevo mai sperimentato prima. Una quiete che parlava più delle parole che non ci eravamo mai detti.


- Sono stanco di lui. - sbottò infine Chuuya, rompendo il silenzio.


Lo guardai con un sopracciglio sollevato, aspettandomi una delle sue solite invettive contro Dazai, ma questa volta il tono era diverso. Non c'era rabbia, solo una sorta di rassegnazione.


- Sì, lo so, - risposi con un piccolo sorriso, - anche io, a volte.


Chuuya mi lanciò un'occhiata, quasi sorpreso dalla mia risposta. Forse si aspettava che, come sempre, lo difendessi, o che minimizzassi il comportamento di Dazai. Ma ero stanca anch'io, e in quel momento, avevo solo voglia di essere sincera.


- Sembra che tu lo tolleri più di quanto dovresti, - continuò Chuuya, scuotendo la testa. - Io non capisco come tu faccia.


Feci un respiro profondo, cercando le parole giuste. - Non si tratta di tollerare. Con Dazai... bisogna semplicemente accettare che è fatto così. Può essere snervante, lo so, ma se gli lasci troppo spazio nella tua testa, finisci per impazzire.


Chuuya si fermò per un attimo, come se stesse davvero considerando le mie parole. Poi scosse la testa. - Non so se riuscirò mai a fare come te.


Sorrisi leggermente. - Non devi essere come me. Devi solo trovare un tuo modo per non lasciarti avvelenare da lui.


Continuammo a camminare in silenzio per un po'. Sentivo che qualcosa stava cambiando tra noi due, qualcosa di sottile ma reale. Non c'era più quella tensione costante che avevamo vissuto per tanto tempo. C'era una comprensione, una sorta di tregua non detta. E mi resi conto che, in fondo, apprezzavo la compagnia di Chuuya, anche se non l'avrei mai ammesso ad alta voce.Raggiungemmo la base e, come di consueto, ci separammo per andare nelle rispettive stanze. Avevo appena aperto la porta della mia quando sentii Dazai alle mie spalle.


- Ah, t/n, -  disse con il suo solito sorriso enigmatico, - ti sei divertita a chiacchierare con il nostro caro Chuuya?

Impulsivo - Chuuya Nakahara x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora