La notizia mi colpì come un pugno nello stomaco. Dazai aveva lasciato la mafia.
Non c'erano spiegazioni. Nessuna lettera, nessun addio. Solo il vuoto improvviso che si era aperto nella mia mente. Il nostro trio, quel legame che avevamo coltivato con tanta fatica e battaglie, si era spezzato in un istante. Era come se tutto il tempo passato insieme fosse stato cancellato, come se lui non fosse mai stato parte di noi.
Le voci si erano diffuse velocemente. Alcuni dicevano che Dazai aveva tradito, altri che era solo stanco e se n'era andato senza guardarsi indietro. Ma per me, la verità era che lo avevo perso. Non c'era altro da dire.
Seduta nella mia stanza, stringevo le ginocchia al petto, cercando di non piangere. Non potevo permettermi di crollare. Non ora. Non dopo tutto quello che avevamo passato. Mi sentivo come se un pezzo di me fosse stato portato via, e non sapevo come colmare quel vuoto.
Era difficile immaginare le giornate senza Dazai. Senza le sue battute irritanti, senza il suo sguardo enigmatico, senza quella presenza che, nonostante tutto, aveva sempre portato un senso di stabilità tra noi. Dazai aveva il suo modo di rendere tutto più leggero, anche le situazioni più disperate. E ora... ora non c'era più.
Mi alzai di scatto, incapace di restare seduta a rimuginare sul vuoto che si era creato. Dovevo fare qualcosa. Dovevo... parlare con Chuuya.
Lui aveva sempre una risposta. O, almeno, se non l'aveva, poteva farmi sentire che non ero sola in questo. Se Dazai se n'era andato, allora restava solo lui. Il nostro trio era ora un duo, e anche se non era lo stesso, dovevamo affrontarlo insieme.
Mi diressi verso la stanza di Chuuya con passi pesanti, il cuore che martellava nel petto. Fuori, la sera era scesa, e l'aria era fredda e densa di un silenzio opprimente. Quando arrivai davanti alla sua porta, mi fermai per un attimo. Non sapevo cosa aspettarmi da lui. Chuuya era sempre stato quello forte, quello che teneva tutto dentro. Non riuscivo a immaginare come stesse reagendo alla notizia, e forse avevo paura di scoprirlo.
Bussai alla porta, piano. Nessuna risposta. Bussai di nuovo, più forte questa volta. Ancora nulla. Ma sapevo che era lì. Potevo sentire la sua presenza dall'altra parte della porta, come se ci fosse una barriera invisibile tra noi.
Decisi di aprire, nonostante tutto. Entrai senza chiedere il permesso.La stanza era avvolta nell'oscurità, illuminata solo da una piccola lampada sul comodino. Chuuya era seduto sul letto, con la testa tra le mani, e anche se cercava di nascondersi, potevo vedere le sue spalle tremare leggermente. Non l'avevo mai visto così vulnerabile, e per un attimo mi mancò il respiro.
- Chuuya... - mormorai, avvicinandomi lentamente. Non sapevo cosa dire. Non sapevo come avrei potuto aiutarlo, se non ero nemmeno in grado di aiutare me stessa. Ma non potevo lasciarlo lì, da solo, in quel dolore silenzioso.
- Che vuoi? - chiese, la sua voce soffocata e incrinata da un'emozione che cercava disperatamente di nascondere. Non mi guardava, fissava il pavimento come se stesse cercando di concentrarsi su qualcosa, qualunque cosa, pur di non affrontare la realtà.
Mi sedetti accanto a lui, senza toccarlo, lasciandogli lo spazio di cui aveva bisogno. - Non lo so. Non so cosa dire.
- Non c'è niente da dire, - rispose, con la voce che tradiva tutto il suo dolore. - Dazai se n'è andato. Non c'è altro da aggiungere.
Ci fu un lungo silenzio tra noi. Potevo sentire il peso di quelle parole gravare su entrambi. Dazai non era solo un collega, non era solo uno dei tanti. Era nostro amico. Anche se litigavano continuamente, anche se si odiavano a volte, Chuuya aveva sempre avuto un legame profondo con lui, che andava oltre le battaglie e le divergenze.
E ora, quel legame era stato strappato via.
- Sai, - continuò Chuuya, con un filo di voce, - pensavo che alla fine... ci saremmo sempre stati. Che non importava quanto litigassimo, non importava quante volte lo avrei voluto strozzare... Dazai sarebbe sempre stato lì.
Lo guardai, e vidi una lacrima solitaria scendere lungo la sua guancia. Non avevo mai visto Chuuya piangere prima di allora. Era sempre stato forte, sempre indistruttibile. E ora, in quel momento, sembrava spezzato.
- Non so come fare adesso, - ammise infine. - Non so... come andare avanti senza di lui.
Il mio cuore si strinse nel petto. Sentivo il suo dolore profondamente, perché era lo stesso che provavo io. Anche se Dazai ci aveva sempre irritati, anche se spesso sembrava quasi un estraneo nel suo modo di fare, faceva parte di noi. E adesso... era sparito.
Non sapevo come consolare Chuuya. Non sapevo nemmeno come consolare me stessa. Ma non potevo lasciarlo lì, solo nel suo dolore. Così feci l'unica cosa che mi venne in mente.
Mi avvicinai a lui, mettendo una mano sulla sua spalla. Non parlai, non c'erano parole che potessero aggiustare la situazione. Era un gesto semplice, quasi banale, ma in quel momento sembrava essere l'unica cosa che potevo fare.
Per un attimo, pensai che avrebbe respinto il contatto. Ma invece, dopo qualche secondo, Chuuya si rilassò leggermente. Non si girò verso di me, ma potevo sentire la sua respirazione diventare più regolare. La sua mano si mosse appena, come se volesse stringere la mia, ma si fermò a metà strada, incerta.
Era strano vederlo così. Chuuya, che era sempre stato la roccia del gruppo, il combattente instancabile, ora era vulnerabile, spezzato dal tradimento di un amico.
- Dazai era uno stronzo, - disse, la voce spezzata da un singhiozzo trattenuto. - Ma era nostro amico. Come ha potuto farci questo?
Non sapevo cosa rispondere. Anche io mi ero posta la stessa domanda. Anche io mi sentivo tradita. Ma sapevo che nessuna risposta avrebbe potuto alleviare quel dolore.
- Non lo so, - mormorai. - Non lo so davvero, Chuuya.
Restammo lì, in silenzio, per quello che sembrava un'eternità. Il suono dei nostri respiri era l'unica cosa che riempiva la stanza. Non c'erano parole che potessero alleviare la ferita che Dazai aveva lasciato, ma almeno, in quel momento, non eravamo soli nel nostro dolore.
Alla fine, Chuuya si girò verso di me, il viso solcato dalle lacrime che si era sforzato tanto di trattenere. - Grazie. - sussurrò.
Non risposi. Non c'era bisogno.
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:(
Scusate.
Ma io l'ho presa così, quando è successo. O al meno, ho pensato che Chuuya l'avesse presa così.
Non dev'essere stato molto piacevole per lui. Ma ricordiamoci che, per quanto forte possa essere, resta comunque una persona e, la perdita di un amico, fa sempre male.
Comunque, dato che io soffro al pensare che sia stato solo durante quel momento, la nostra reader doveva per forza andare a consolarlo.
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Impulsivo - Chuuya Nakahara x Reader
FanficIn questa storia sfioreremo temi che non si menzionano particolarmente nell'anime o nel manga con Chuuya, ma che comunque molti fan canonizzano per conto loro (io una di essi). Tutti sappiamo quanto facilmente irritabile ed implsivo sia Chuuya, ragi...