Nella regione occidentale del continente, a Sud delle catene montuose, all'interno di una fitta foresta, un villaggio si estendeva tra gli alberi. Le case erano un tutt'uno con la vegetazione, i tronchi facevano da colonne, muschi e piante rampicanti coprivano tetti e pareti, le cantine erano scavate tra le radici, la luce solare veniva filtrata dal fogliame. Il villaggio di Bellmoc era famoso per il suo legname, apprezzato tanto per i mobili signorili quanto per le travi dei loro palazzi, ma soprattutto era un faro della ricerca scientifica: medicina, erboristeria, farmacologia, tossicologia e studi naturali di ogni sorta erano di casa a Bellmoc.
Il praeclarus Terensotu Zarmathupis era sempre in viaggio, soggiornava spesso a Calmitup e non visitava quasi mai il suo feudo, dunque lasciava l'organizzazione al liberto Tackeh e soprattutto ai Frattei, la famiglia di tarpifobradi ricercatori da sempre legata al nome di Bellmoc e dall'importante ruolo nella politica della regione occidentale dell'impero. La generazione attuale era composta da sette fratelli: Preamo e Quonto erano esperti di veleni ed erbe medicinali, Sucunto e Sottmo studiavano le radici e le cortecce, Tarzo e Quorcto preferivano il tipico lavoro da cerusici senza troppi rinnovamenti e si occupavano anche della contabilità del villaggio, Sansto passava le giornate a distillare e sperimentare miscugli sempre nuovi e gestiva la taverna locale. Tackeh coordinava le forze militari dei piccoli avamposti sparsi per la foresta e gestiva gli schiavi non assegnati alle ricerche dei Frattei.
Su richiesta del praeclarus-flamen Pracmapotu Zarmathupis in persona inviata ai Frattei, quell'anno, Bellmoc avrebbe dovuto offrire tre schiavi e un carro di legname aggiuntivo oltre ai soliti tributi. Per facilitare il trasporto, Tackeh avrebbe assistito il capitano Janus: avrebbero guidato un carro ciascuno, sarebbero passati da Lergaec e poi da Prattintar per entrare nelle mura centrali. Gli scaltri Frattei dissero a Tackeh che la richiesta prevedeva due carri di legname aggiuntivi e dunque occorrevano tre schiavi che aiutassero nel trasporto. Lo avevano ingannato per facilitare l'operazione: il liberto avrebbe scelto i suoi sottoposti prediletti, i migliori a sua disposizione, e li avrebbe condotti direttamente alla loro nuova casa, una prigione di Prattintar da cui sarebbero stati poi trasferiti a Calmitup. Tackeh si fidava dei ricercatori, vedeva quella richiesta come l'occasione giusta per dimostrare il proprio valore e, come previsto, non aveva dubbi su quali accompagnatori scegliere: Fent, Garo e Linte erano i suoi feralni di fiducia, la sua scorta personale, i suoi vicari più leali e più efficienti.
I Frattei volevano ingraziarsi il praeclarus-flamen di Calmitup porgendogli più offerte ai danni del liberto ingannato, Tackeh voleva impressionarlo mostrando quanto fossero validi i suoi sottoposti nella speranza di ricevere più fondi. Entrambe le parti volevano fare bella figura, strafare per ottenere più credito agli occhi di un gargajin che in fondo nemmeno li guardava.
Fu così, all'insegna dell'inganno e della vanagloria, che partì la spedizione: Janus guidava il primo carro, Tackeh il secondo, Garo il terzo, Fent e Linte li seguivano in groppa ai loro rotipcalchi.
Dopo tre giorni, la carovana uscì dalla foresta per ritrovarsi sulla strada principale. Davanti a loro, in lontananza verso Est, vedevano le montagne meridionali. Il loro itinerario prevedeva che si dirigessero in quella direzione e poi, a metà strada, imboccassero la via a Nord all'incrocio che separava le regioni. Quello era un nodo fondamentale della rete stradale e di tutte le rotte commerciali a Sud delle mura: Feltrandt a Est, Bellmoc a Ovest, Lergaec a Nord. Quest'ultima era l'ultima tappa prima di raggiungere Prattintar e dunque le mura centrali che circondavano la regione della capitale.
Avrebbero dovuto però fare particolare attenzione perché, a Sud dell'incrocio, si sviluppava la strada per Uttiscan, la città dei briganti. Quella strada rappresentava la via più veloce verso la penisola meridionale ma la zona era così malfamata che quei pochi che dovevano andare a Sud preferivano allungare il viaggio per aggirare Uttiscan da Est; le montagne meridionali rendevano difficile un passaggio da Ovest.
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Aradun - la Marcia dei Senza Nome
Fantasy''Siamo schiavi, non abbiamo diritti, poteri, nulla. Viviamo nel nostro piccolo villaggio come se la nostra vita fosse normale, ma siamo costretti a morire di fame per saziare i ricchi che vivono in città, nei loro palazzi e nei loro castelli.'' Nel...