Capitolo 8 - Al mercato per l'asta

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Ratavedin era il banco di prova della ribellione. La vicinanza a Krantopia lo rendeva un villaggio relativamente sguarnito ma attentamente osservato: la notizia di una rivolta lì sarebbe giunta in fretta alle orecchie dei militari ma anche di tutti gli schiavi dell'impero.

Per riuscire nell'impresa, occorreva un piano d'azione, assicurandosi di seguirlo e tenerlo aggiornato. Gli obiettivi principali nella prima fase della missione, quella dedicata all'infiltrazione e raccolta di informazioni, erano tre: la chiesa del praeclarus Iontanu Zarmathupis, il mercato principale e la caserma locale. Servitù, mercanti vessati e prigionieri erano le opportunità migliori per chi cercava informazioni e punti deboli.

Il gruppo dunque doveva dividersi e assicurarsi di non destare sospetti. I tre liberti finsero di portare gli altri otto feralni come schiavi in dono al praeclarus e poi si fecero ospitare alla caserma insieme ai quattro urucinti. Ognuno fece il possibile per svolgere il proprio compito in attesa del momento stabilito: avrebbero colpito dopo tre giorni dal loro arrivo, in occasione dell'asta degli schiavi nella piazza principale.

Iontanu sembrava avere vedute più ampie del previsto, infatti aveva accolto i liberti come suoi ospiti personali. Bastian sperava di poterlo portare dalla loro parte, Raina era pronta ad accoltellarlo e tagliargli la gola in qualsiasi momento, Turkapo riteneva più saggio assecondarlo ma rimanendo concentrato sulla servitù; in particolare, era affascinato dalla signora di casa, Balilea. Brandt aveva guadagnato la fiducia del fratello di lei, Torco, aiutandolo a coprire un incidente in cui aveva rotto alcune porcellane pregiate. Iotero invece non piaceva a nessuno dei servitori ma aveva attirato l'attenzione di Balilea, che non ricambiava, e dunque la gelosia di Turkapo.

I beuluk Doricus, Optilus, Roverrus e Triccus si erano integrati tra le guardie delle celle penitenziarie senza problemi, dato che era lo stesso lavoro che avevano a Copiltan. Tuttavia, non avevano ottenuto informazioni utili.

I feralni che non erano rimasti alla corte di Iontanu erano stati venduti in diverse parti del villaggio, garantendo ottimi risultati: Batarnela e Fiavel erano tra i braccianti in una delle piantagioni più grandi del feudo, impegnati al mercato rionale per vendere grano e cereali; Jaskele e Vennonis facevano da garzoni per un gioielliere la cui bottega era tra le più popolari della piazza principale; Memno serviva la sarta più apprezzata del villaggio, che vantava persino il praeclarus stesso tra i suoi clienti; il saggio Sordan era stato scelto come aiutante di Bordio Crostapfus, cerusico personale del praeclarus, e aveva abbastanza libertà di movimento da mantenere le comunicazioni tra i vari gruppi.

Tutto filava liscio come l'olio dei migliori uliveti del feudo.

Arrivò infine il giorno tanto atteso e tutti erano coinvolti nella preparazione dell'asta degli schiavi, inclusi i ribelli che avrebbero scatenato la rivolta proprio durante l'evento.

<<Sveglia! Non appisolarti proprio lì!>> Balilea sgridò Iotero come scusa per parlargli e fargli pagare il suo rifiuto. Lei che era stata scelta come moglie del praeclarus in persona. Lei che era infelice quanto nessun altro in tutto il feudo. Almeno, quella era la sua personale visione, schiava liberata solo per giacere con un gargajin tutt'altro che attraente e che era attirata da ciò che non poteva avere.

<<Che cosa ci troverai in lei...>> Iotero sussurrò a Turkapo, che mai veniva ricambiato dalle donne che amava.
Anche Raina aveva pietà dell'amico e gli diede una pacca sulla spalla mentre gli passava accanto per avvicinarsi a Iotero e aiutarlo a trasportare le casse.
<<Ma che cosa ci hanno messo dentro... pietre?>> chiese ironica e vezzosa Raina.
<<Anche, sì.>> rispose Iotero <<Pietre preziose, gemme, monete, gioielli. L'asta non offre solo schiavi e non è l'unico evento della giornata. Il padrone ha tanto da vendere e ancora di più da comprare. Ha messo gli occhi su un vaso, un paio di otri e delle bizzarre statue di marmo.>>
Iotero era perfettamente calato nella parte, si sentiva quasi a casa, solo che veniva trattato meglio.

Aradun - la Marcia dei Senza NomeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora