Taehyung pensa che se esiste un Dio, preferirebbe che non si incontrassero mai.
Namjoon non crede in Dio, ovviamente, e Taehyung non può biasimarlo. Ha passato sedici anni con i suoi genitori, il doppio di Taehyung, quindi ha fatto male il doppio quando sono stati portati via. Oggi, pensa che l'universo sia un grande spazio vuoto, e che le cose succedono e basta.
Ma Namjoon non va in giro con una bomba a orologeria nel suo petto, sapendo che l'unica cosa che dovrebbe tenerlo in vita potrebbe ucciderlo, invece. Taehyung non sa come faccia Namjoon, perché lui non sopporta immaginare cosa succederebbe se morisse per davvero, se il nero che appanna la sua vista prima di svenire sarà davvero l'ultima cosa che vedrà, e poi smetterà di esistere, in ogni forma.
Già, Taehyung non può pensarci.
Ma non è sicuro neanche su questa cosa di Dio, perché, secondo lui, Dio è un cazzone furioso. Se muore davvero e finisce in paradiso, sa che vorrebbe farsi una chiacchierata con lui. È per questo che spera di non incontrare mai Dio, perché poi Kim Taehyung alzerebbe all'aria il suo dito medio e avrebbe soltanto il tempo di dire "vaffanculo" prima che venga gettato giù nell'inferno.
Taehyung non vuole andare all'inferno. Taehyung non vuole proprio morire.
Crede negli angeli, ha deciso. Lo faceva quando era piccolo; Namjoon gli ha raccontato delle storie. È confortante pensare che i suoi genitori lo stiano guardando da qualche parte lassù nel cielo. E anche se non possono davvero influenzare ciò che succede quaggiù, almeno li ha dalla sua parte.
"Il mio bambino miracolo," lo chiamava sua madre, perché era nato otto anni dopo Namjoon e sei anni dopo che i dottori le avevano detto che era improbabile che potesse avere altri bambini.
Taehyung ha sempre pensato che "bambino miracolo" fosse più carino di quello che diceva suo padre ("felice incidente"), ma sapeva che i suoi genitori lo amavano più di qualsiasi altra cosa al mondo perché era loro figlio, miracolo o no.
Quando Taehyung aveva tredici anni, seduto in un letto d'ospedale con fili attaccati al suo petto e un dottore che gli spiegava il suo difetto scoperto recentemente in termini che Taehyung a malapena riusciva a capire, pensò che forse era più un errore che un miracolo.
Il suo ricordo più lontano è di lui seduto sulle gambe di suo padre, le mani grande e calde di suo padre che strofinano il suo petto e la sua voce grave che ronza nel suo orecchio. "Calmati, Taehyungie. Calmati, piccolo orsetto."
Calmati.
Taehyung sentì quella parola spesso, crescendo. Era sempre "calmati, Taehyungie," quando correva verso suo padre, sudato e con la faccia rossa e ansimando perché improvvisamente non riusciva a respirare, non riusciva a respirare, non riusciva a respirare-
Calmati, piccolo orsetto.
Non avevano mai sospettato che ci fosse qualcosa che non andava. Era un bambino energico, e pensavano che a volte si superava e il suo corpo gli chiedeva di prendersi una pausa. Taehyung non si rese conto che il veloce martellamento nelle sue orecchie significava che qualcosa non andava.
Lo spaventava, ma era solo un bambino, e avrebbe dovuto avere paura di cose del genere. Non gli piacevano neanche i temporali; aveva paura del rumore. Namjoon una volta gli disse che quello che provava era soltanto un altro temporale, ma era dentro di lui. E gli promise che sarebbe finito, col tempo, come quelli di fuori.
Disse che tutti fanno così; i loro cuori battono troppo forte e non riescono a respirare perché sono nervosi o spaventati o a volte molto, molto felici. Soltanto che Taehyung non stava così perché era nervoso o spaventato o felice; stava così perché a volte il suo cuore decideva di battere molto, molto veloce e gli faceva dimenticare come respirare.
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IF YOU LOVE ME, LET ME KNOW 𐙚 taekook
FanficTRADUZIONE - idea e storia originale di @/kicksomeacid su ao3! «Quindi quello che stai dicendo è che vuoi che faccia amicizia con un super famoso, super viziato, super hot supermodello così la smetterà di interrompere te e il tuo fidanzato?» «È esat...