Capitolo 2. Un velo di speranza.

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Noura si svegliò con le mani intorpidite. Le aprì e le richiuse a pugno ripetutamente. Poi, si alzò dal letto, si stiracchiò e spalancando la bocca emise un «Oahh!». Aibigail, che era sveglia già da un'ora, non appena la udì, accorse verso di lei.

«Buongiorno! Come hai dormito? Spero bene! Io divinamente... dopo ieri... mi sono sentita, ecco... rigenerata, confortata!» un luccichio negli occhi tradì la sua commozione. Omise di dirle la verità, ovvero, che era andata a dormire poco prima delle due. Aveva aspettato che lei si addormentasse, si era seduta sul divanetto in velluto di fronte al letto e l'aveva osservata scrupolosamente. La mia attrice preferita ha condiviso con me un'atrocità... era il solo pensiero che continuava a balenarle per la testa dal momento in cui Noura le aveva narrato i fatti.

«Oh, che sciocca! Una fumante tazza di caffè ti aspetta con un ottimo croissant al cioccolato... ti piace il cioccolato?» continuò d'un fiato la neo-coinquilina. 

Noura si sentì spiazzata, era abituata a risvegli solitari e tranquilli. Sarà sempre così? Mi tratterà come se fossi un'incapace? Pensò il premio Oscar e  la osservò per una manciata di secondi con sguardo interrogativo. 

«Giorno! Io, ehm... sì, grazie una tazza di caffè è proprio quello di cui ho bisogno!» si limitò a rispondere. Abigail non riuscì a trattenere un sorrisetto di soddisfazione, le fece l'occhiolino e si avviarono a fare colazione. Arrivate in cucina, l'attrice di Hollywood rimase a bocca aperta.  La neo-coinquilina aveva sostituito la tovaglia plastificata con una in macramè e al centro del tavolo aveva posizionato un vaso da fiori in cristallo e a fianco un portatovaglioli in metallo.

«Sei molto cara! Io non... non sono più abituata a questo tipo di... carinerie!» esclamò dopo essersi adagiata sulla sedia in vimini. Miss Norvei la guardò con tenerezza. Gli occhi, arrossati dalla commozione, si riempirono di lacrimoni.

«No, ma cosa? Ehi, non piangere! Io sto bene, dopotutto potevo essere morta e, invece, il programma di protezione testimoni ha funzionato e...»

«Certo! Lo so, è che mi dispiace... insomma stravolgere la propria vita da un giorno all'altro... io so cosa provi» replicò affabilmente e Noura, intanto, aveva preso un fazzoletto e glielo aveva porto.

«Non sai quanto io sia felice di averti qui!» concluse e diede un morso al croissant.

«Ti piace?» domandò con minuziosa grazia Abigail dopo essersi soffiata il naso.

«Delizioso! Dove l'hai comprato?» esclamò continuando a masticare il boccone.

«Oh, c'è una cornetteria a pochi metri da qui!»

«Sì, ho capito qual è... The Cornish Bakery, è quella vero?» Abigail si limitò ad annuire con la testa. Il viaggio a York l'aveva catapultata in una realtà che non avrebbe mai immaginato, neanche nei sogni più reconditi. Era divertita. Vedere Noura Akimb gustare un croissant a colazione comprato da lei... insomma, non era illegale per un'attrice del suo calibro munirsi di cotanti carboidrati? 

Non so... da quando esattamente abbiamo iniziato a darci del tu?! Che importa, in fondo? Pensò la pupilla di Mascheranti mentre era seduta con le gambe accavallate e il viso inclinato. Aveva lo sguardo fisso su Noura e le sopracciglia leggermente inarcate. La celeberrima attrice si sentì osservata. Posò il cucchiaio sul tavolo, deglutì, allungò la mano verso il viso della nuova amica e schioccò le dita. Miss Norvei trasalì.

«Tutto bene?» le chiese.

«Oh, chiedo scusa! Non mi sembra ancora vero di essere... qui... con te!»

«Anche per me è difficile credere che le circostanze della vita, finalmente, ci hanno fatte incontrare!» gli occhi vispi e attenti di Abigail si illuminarono ancora di più.

«Dobbiamo fare qualcosa! Uscire, viaggiare... tu hai detto che per tre anni sei stata relegata qui, a York, costretta a uscire solo la sera, quando le strade della cittadina si svuotavano e tutti erano già dentro le loro case e con le loro famiglie» Abigail avanzò di pochi millimetri verso di lei.

«Già!» si limitò a replicare Madame Akimb e alzò le spalle.

«Beh, non credi che sia ora di uscire? Di vivere? Ormai il programma testimoni dovrebbe essere finito, no?»

«Be... sì, l'udienza finale del processo sarà questo mercoledì e il giudice ha assicurato al mio avvocato che sarei stata rimessa in libertà entro la fine della settimana.»

La neo- coinquilina la guardò sbigottita. Sta per essere rimessa in libertà e lo dice così?


Lucciole lungo il fiume Ouse.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora