«Non ti ha neanche fatto un colloquio?»
Arrivata al Tornless, Milena mi accoglie con un sorriso smagliante. Sembra quasi venerarmi dietro quel mascherone fatto make-up e smancerie.
«No, Mili, ma questo non significa che mi abbia assunta.» specifico. «Mi ha solo chiesto di andare a bere un bicchiere di vino in compagnia, per parlare di lavoro.»
«Piccola ingenuotta, che tu riesca ad avere o meno il posto da assistente non importa, a questo punto.» Non ha tutti i torti, il mio lavoro è un altro. «Ti ha invitata a cena e, chissenefrega quali siano i motivi, hai la possibilità di giocare la tua partita, e io so benissimo quanto tu riesca a muovere in maniera minuziosa e perfetta le pedine.»
«È vero, ma lo è altrettanto il fatto che qualche piccolo errore c'è stato.»
Probabilmente, sono stati proprio quegli errori che lo hanno affascinato, mosso più per pena che per altro.
«Sei la regina indiscussa del ritardo in grande stile, ma è pur sempre ritardo e ringrazia che la tua agitazione lo abbia commosso, in qualche modo.»
Sarebbe potuto diventare il mio primo fallimento.
Leggo nello sguardo canzonatorio di Milena che la ramanzina vera e propria sta per arrivare, ma rimane, ancora un po', in silenzio.
«Dai, cosa mi devi dire?» chiedo, in segno di resa.
Sprofondo nella sedia, evitando di sbuffare, anche se, dentro di me, sento la necessità di fare uscire la bambina viziata che, in alcune occasioni, viene fuori.
«Pretendo concentrazione, Naira.» afferma perentoria, come se non riuscissi in questo intento.
La osservo confusa, non capisco a cosa si stia riferendo.
«Ha chiamato Stella!» Cazzo, lo sapevo. La ex – tradita – fidanzata di Michael. «Mi ha riferito che, quel lestofante, le ha confessato che stavate per finire a letto.»
Piego la testa all'indietro e, lo sbuffo che stavo conservando, esce, senza che me ne renda conto.
«Non stavamo per finire a letto.» rispondo scocciata. «Non ci sapeva neanche fare. Ero presa dalla situazione e, sì, c'è stato un bacio più appassionato del necessario ma, a mia discolpa, è stato lui a darci dentro con quella lingua.»
«Non mi frega chi è stato a fare cosa, Naira!» Sta alzando, un tantino troppo, il tono della voce. «Ti rendi conto che mi ha chiamata una cliente, incazzata come una iena, per accusare una mia dipendente, la mia miglior dipendente, di essersi spinta oltre?» domanda, retorica.
«È il rischio del mestiere, Mil.» blatero, con poca voglia di trattare l'argomento. «Pensasse a sua sorella, non a me.» È con lei che è andato a letto, quello stronzo. «Le tue clienti devono mettersi in testa che, se dobbiamo ferire chi ha ferito loro, abbiamo bisogno di concedere una parte di noi, se vogliamo farli innamorare e strappargli il cuore dal petto a mani nude.» Stringo i pugni, come se lo stessi davvero stritolando, quel cuore. «Lo capiranno mai che non devono temere di perderli per sempre, ma ringraziare chiunque ci sia lassù se non incroceranno più la loro strada? E la smettessero di fare le gelose del cazzo, sono solo delle ipocrite.»
Delle grandissime infide, false, doppiogiochiste. Mandano noi a fare la figura delle poco di buono, per alleggerirsi la coscienza e poi si lamentano se ne traiamo qualche "beneficio".
«Ora calmati, però.» Milena è preoccupata, per la mia agitazione, dovuta al fatto che, quest'accusa, non la merito, sul serio.
Sono mesi che non tocco un uomo, perché ho sempre più casi di cui occuparmi e, quella stupide regole del "niente sesso con la vittima" e "niente sesso durante il progetto", mi portano a sbavare dietro il primo uomo con un fisico mozzafiato e un paio di occhi particolari. Ecco perché stavo per fare l'errore di andare a letto – nel vicolo di un parcheggio – con Evan.
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Tornless - Senza Strappi
RomanceNaira è una ragazza di ventiquattro anni che ha passato gli anni universitari a condurre una vita fatta di eccessi, a causa di una delusione d'amore. Rinsavisce quando, nella sua vita, incontra Milena, una donna che la porta con lei a lavorare nella...