𝙞𝙞𝙞 - 𝗌𝗅𝗂𝗉𝗉𝗂𝗇𝗀 𝗍𝗁𝗋𝗈𝗎𝗀𝗁 𝗆𝗒 𝖿𝗂𝗇𝗀𝖾𝗋𝗌

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"𝘴𝘰𝘮𝘦𝘵𝘪𝘮𝘦𝘴 𝘐 𝘸𝘩𝘪𝘴 𝘵𝘩𝘢𝘵 𝘐𝘤𝘰𝘶𝘭𝘥 𝘧𝘳𝘦𝘦𝘻𝘦 𝘵𝘩𝘦 𝘱𝘪𝘤𝘵𝘶𝘳𝘦𝘴,𝙖𝙣𝙙 𝙨𝙖𝙫𝙚 𝙞𝙩 𝙛𝙧𝙤𝙢 𝙩𝙝𝙚𝙛𝙪𝙣𝙣𝙮 𝙩𝙧𝙞𝙘𝙠𝙨 𝙤𝙛 𝙩𝙞𝙢𝙚"

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"𝘴𝘰𝘮𝘦𝘵𝘪𝘮𝘦𝘴 𝘐 𝘸𝘩𝘪𝘴 𝘵𝘩𝘢𝘵 𝘐
𝘤𝘰𝘶𝘭𝘥 𝘧𝘳𝘦𝘦𝘻𝘦 𝘵𝘩𝘦 𝘱𝘪𝘤𝘵𝘶𝘳𝘦𝘴,
𝙖𝙣𝙙 𝙨𝙖𝙫𝙚 𝙞𝙩 𝙛𝙧𝙤𝙢 𝙩𝙝𝙚
𝙛𝙪𝙣𝙣𝙮 𝙩𝙧𝙞𝙘𝙠𝙨 𝙤𝙛 𝙩𝙞𝙢𝙚"

"Ragazzi, dovete troppo venire a vedere cosa abbiamo trovato io e Nat!" esclama Pietro appena corriamo incontro ai nostri amici, e subito si alzano tutti in piedi incuriositi dal suo tono di voce.
"Spero per voi che sia una centralina elettrica che ci permetterà di fare delle chiamate, altrimenti avete interrotto il mio sonno di bellezza per nulla." dice Rebecca, a metà tra lo scocciato e il divertito.

"Nulla del genere, ma è meraviglioso, fidati!" esclama Pietro, e così convinciamo gli altri a seguirci.
Quando ritroviamo la casetta di legno in mezzo alla vegetazione fitta, il mio cuore ha un sussulto.
La porta cigola quando la spingiamo, e mi mette addosso un senso di pesantezza. L'interno è buio e soffocante, l'aria pesante e piena di polvere.

Gli altri camminano davanti a me, mentre io rimango leggermente indietro, osservando ogni piccolo dettaglio della casa: il pavimento scricchiola sotto i nostri passi, le ragnatele pendono dagli angoli, i mobili sono logori e coperti da un sottile strato di sporcizia.

"Questo posto è perfetto," dice Rebecca con un entusiasmo che, sinceramente, non condivido del tutto. Lei è sempre quella pronta a cercare il lato romantico o avventuroso di ogni cosa. Io, invece, sento un lieve disagio crescere nel petto.
"Perfetto per cosa?" ride Gabriel, come al solito scettico. "Per un film horror, magari."

Niccolò, intanto, rovista tra gli scaffali polverosi. Di solito è il più tranquillo, ma oggi sembra eccitato dall'atmosfera. A un certo punto, lo sentiamo esclamare: "Guardate cosa ho trovato!" Nelle sue mani c'è una bottiglia di vetro con dentro una piccola nave, intricata e perfetta nei dettagli.

La luce del tramonto, che entra fioca dalla finestra, la fa scintillare.
Chiara e io ci avviciniamo subito, affascinate. "Chissà da quanto tempo è qui," dice Chiara a bassa voce, come se non volesse disturbare l'antica quiete della casa.

Un'idea mi balena nella mente. Forse per spezzare quel silenzio strano che mi mette a disagio, o forse per alleggerire l'atmosfera che sta diventando un po' troppo cupa. "Ragazzi, io dico che è il momento perfetto per fare qualcosa di divertente. Perché non giochiamo a obbligo o verità?"

C'è un attimo di esitazione tra loro, ma Pietro sembra entusiasta. "Con quella bottiglia!" dice, indicando quella che Niccolò tiene ancora in mano.
Ci sediamo tutti in cerchio, e quando Niccolò posa la bottiglia al centro, ho un attimo di esitazione. Quel gioco è sempre imprevedibile, ma farlo in una casa come quella, su un'isola deserta, mi dà una strana sensazione.

La bottiglia gira lentamente, i nostri occhi la seguono senza parlare. Quando si ferma, punta dritta su Rebecca. "Obbligo o verità?" le chiede Gabriel con un sorriso che promette guai.
"Verità," risponde Rebecca, con la sua solita sicurezza. Io, però, noto un lampo di tensione nei suoi occhi.

Gabriel non perde tempo. "Qual è la cosa più spaventosa che hai visto da quando siamo arrivati qui?"
Rebecca distoglie lo sguardo, fissando fuori dalla finestra per qualche secondo. "Quando ero fuori sdraiata sotto gli alberi... ho visto qualcosa muoversi dietro di me. Non so cosa fosse, ma era... grande."

Il silenzio cala su di noi. Sento un brivido lungo la schiena e incrocio le braccia, come per proteggermi. Nessuno ride, nessuno fa battute. L'aria si è fatta più densa, più pesante, come se la casa stessa avesse trattenuto il fiato.

"Ok, tocca a te," dice Pietro, cercando di riprendere il controllo della situazione. Rebecca gira la bottiglia e questa volta si ferma su Chiara. Lei sorride, ma non è il suo solito sorriso spensierato. "Obbligo o verità?" le chiede Rebecca.

"Obbligo," risponde Chiara con un filo di voce.
Rebecca ci pensa per un attimo. Poi, con uno sguardo leggermente malizioso, dice: "Vai fuori, da sola, e cammina intorno alla casa. Una volta finito, torna dentro senza parlare per un minuto."

Chiara annuisce, anche se posso vedere la tensione crescere nei suoi occhi. Si alza lentamente, quasi controvoglia, e si dirige verso la porta. L'aria sembra più fredda, nonostante sia ancora estate. La porta si chiude alle sue spalle con un suono sordo, e noi rimaniamo in silenzio, aspettando.

Il tempo sembra essersi fermato. Sento il vento fuori che fa scricchiolare le assi della casa, e ogni rumore mi fa sobbalzare. Mi giro verso Pietro, che mi restituisce uno sguardo nervoso, come se anche lui stesse iniziando a percepire qualcosa di strano. Gabriel, solitamente così rilassato, sembra teso, mentre Niccolò tamburella nervosamente con le dita sul pavimento.

Chiara torna dopo pochi minuti, pallida e con gli occhi sgranati. Non dice una parola, come richiesto dall'obbligo, ma il suo viso parla chiaro. Qualcosa là fuori l'ha turbata. Si siede accanto a me e restiamo tutti zitti per un minuto intero.

In quel momento, mentre il silenzio riempie l'aria, ho la netta sensazione che non siamo soli.

𝙁𝙤𝙧𝙚𝙫𝙚𝙧 𝙮𝙤𝙪𝙣𝙜 | 𝗍𝗋𝗂𝗀𝖭𝗈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora