𝙞𝙫 - 𝗌𝗐𝖾𝖾𝗍 𝖽𝗋𝖾𝖺𝗆𝗌 (𝖺𝗋𝖾 𝗆𝖺𝖽𝖾 𝗈𝖿 𝗍𝗁𝗂𝗌)

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"𝘴𝘸𝘦𝘦𝘵 𝘥𝘳𝘦𝘢𝘮𝘴 𝘢𝘳𝘦 𝘮𝘢𝘥𝘦 𝘰𝘧 𝘵𝘩𝘪𝘴,𝙬𝙝𝙤 𝙖𝙢 𝙄 𝙩𝙤 𝙙𝙞𝙨𝙖𝙜𝙧𝙚𝙚?"

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"𝘴𝘸𝘦𝘦𝘵 𝘥𝘳𝘦𝘢𝘮𝘴 𝘢𝘳𝘦 𝘮𝘢𝘥𝘦 𝘰𝘧 𝘵𝘩𝘪𝘴,
𝙬𝙝𝙤 𝙖𝙢 𝙄 𝙩𝙤 𝙙𝙞𝙨𝙖𝙜𝙧𝙚𝙚?"

Il gioco, che fino a poco prima sembrava solo un modo per stemperare l'atmosfera opprimente della casa e della giornata, aveva preso una piega più personale, più intima. Mentre la bottiglia girava di nuovo, il rumore del vetro che scivolava sul pavimento sembrava amplificato nel silenzio che era calato su di noi. Le risate nervose erano state una breve interruzione, ma ora tutti ci rendevamo conto che c'era qualcosa di più sotto la superficie.

La bottiglia si fermò, questa volta puntando verso Nicolò. Tutti trattenemmo il respiro, perché Nic era quello che parlava poco, quello che preferiva ascoltare più che intervenire. I suoi occhi si allargarono leggermente, sorpreso e un po' a disagio.

"Obbligo o verità?" chiese Rebecca, il tono leggermente più morbido rispetto a prima.
Niccolò guardò per un attimo il pavimento, poi alzò lo sguardo verso di noi. "Verità," disse, quasi sottovoce.

Rebecca, sempre pronta a cogliere l'occasione, lo fissò per un attimo, pensierosa, come se stesse cercando la domanda giusta. "Cosa pensi veramente di noi? C'è qualcuno con cui vorresti trascorrere più tempo?"

La domanda fece scattare qualcosa nel gruppo. Tutti ci irrigidimmo, incuriositi. Nic era il tipo riservato, quello che non si sbottonava mai facilmente, a quanto ho capito in queste ore. Vederlo rispondere a una domanda così personale avrebbe rivelato qualcosa che nessuno di noi si aspettava.

Nicolò si passò una mano tra i capelli, nervoso, e ci pensò su per qualche secondo, il silenzio era quasi palpabile. Poi, alzò lo sguardo e, con una sincerità disarmante, rispose: "Vi trovo tutti fantastici, ma credo di essere sempre più in sintonia con Rebecca. È facile parlare con lei, e mi piace il suo senso dell'umorismo."

Rebecca sorrise, leggermente sorpresa, ma lusingata. Non c'era nulla di strano o imbarazzante nella risposta, ma il modo in cui Nic l'aveva detto, con quella genuinità, aveva reso tutto più reale. Il nostro gruppo stava attraversando un confine sottile tra amicizia e qualcosa di più, e ora sembrava che nessuno di noi potesse far finta di non notarlo.

Dopo qualche secondo di silenzio, Nicolò prese la bottiglia e la fece girare. Questa volta si fermò su Pietro. Pietro era sempre stato quello sicuro di sé, quello che cercava di mantenere l'atmosfera leggera, eppure in quel momento sembrava anche lui preso dall'intensità del gioco.

"Obbligo o verità?" chiese Gabriel con un sorrisetto, cercando di riportare un po' di leggerezza.
"Obbligo," rispose Pietro senza esitazione, come se volesse sfidare il gruppo.
Gabriel non ci pensò su due volte. "Ti obbligo a dire alla persona che più ti intriga davvero cosa provi, adesso, qui davanti a tutti."

Le risate nervose tornarono, ma questa volta erano più sottili, più cariche di tensione. Tutti ci guardammo intorno, cercando di capire chi fosse la persona che Pietro avrebbe scelto. Il suo sorriso sicuro vacillò per un attimo, ma poi, con uno sguardo deciso, si voltò verso di me.

"Natalie," inizia, la voce più insicura di quanto mi aspettassi, "penso tu sia la persona che in questo momento mi intriga di più, e vorrei conoscerti meglio."
La sua dichiarazione mi coglie completamente alla sprovvista. Sento l'atmosfera intorno a noi cambiare di nuovo, più pesante e intensa. Non riesco a rispondere subito, sono sorpresa e forse anche un po' imbarazzata.

Pietro lo conosco da nemmeno un giorno, ma posso dire che mi abbia subito colpito. Nonostante io sia lusingata, il mio sguardo vaga nella stanza, alla ricerca di una via d'uscita. Non dico nulla, ma il silenzio che cala parla per me. È come se tutti sapessero che il gioco ci stava spingendo oltre i limiti che avevamo fissato, che stava svelando cose che nessuno di noi si aspettava di affrontare.

Il gioco, che fino a pochi minuti fa era solo un modo per divertirci, ora sembra più serio, quasi carico di una nuova tensione. Forse è il luogo, così isolato e strano, o forse è semplicemente che siamo costretti a guardare le nostre relazioni sotto una luce diversa. Tutto ciò che avevamo dato per scontato sembra iniziare a cambiare.

Chiara prende l'iniziativa, afferrando la bottiglia con una determinazione che non le avevo mai visto. La fa girare con sicurezza e questa volta tocca a Gabriel.
"Obbligo o verità?" gli chiede, la voce appena più salda, ma con un tono che tradisce un certo nervosismo.

Gabriel, sempre con quel suo sorriso sicuro, risponde senza esitazioni. "Verità."
Chiara lo fissa per un attimo, riflettendo su cosa chiedergli, poi si lancia: "Hai mai pensato a qualcuno di noi in modo... romantico?"

Tutti trattengono il fiato, me compresa. Gabriel non è il tipo che si apre facilmente, ma sembra deciso a non sfuggire alla domanda. "Sì," risponde, con una tranquillità disarmante. "Chiara. Mi è sempre piaciuto il tuo modo di essere, così diretta e vera."

Chiara lo guarda, visibilmente sorpresa, ma accenna un sorriso nervoso. È come se il gioco avesse appena scoperto una nuova dinamica tra di noi. L'aria nella stanza si fa più pesante, e nessuno sembra saper bene come andare avanti.

Alla fine, è Rebecca che rompe la tensione. "Ok, tocca a me," dice con decisione, afferrando la bottiglia e facendola girare. Si ferma su di me. Sento gli occhi di tutti su di me, e una leggera ansia mi stringe lo stomaco.

"Obbligo o verità?" mi chiede Rebecca, con quel suo sorriso malizioso che mi fa capire che qualunque sia la mia scelta, ci sarà da divertirsi.
"Obbligo," rispondo, felice di evitare almeno per ora ulteriori rivelazioni personali.
Rebecca non perde un attimo: "Balla con Pietro. Qui, ora. E che sia una danza vera."

Io e Pietro ci guardiamo, entrambi un po' imbarazzati, ma c'è anche del divertimento nei nostri sguardi. Ci alziamo e, con movimenti goffi ma allegri, iniziamo a ballare al centro del cerchio. I nostri tentativi di seguire un ritmo inesistente fanno ridere tutti, me compresa, e all'improvviso l'atmosfera si alleggerisce. Le risate tornano, questa volta genuine, sciogliendo un po' la tensione accumulata.

In quel momento, mi rendo conto che il gioco è riuscito nel suo intento: ci ha avvicinato, ma in un modo che nessuno di noi avrebbe mai potuto prevedere. Le dinamiche tra di noi stanno cambiando, e forse, una volta che tutto sarà finito, nulla sarà più come prima.

Sempre se un giorno sarà mai tutto finito.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 13 ⏰

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𝙁𝙤𝙧𝙚𝙫𝙚𝙧 𝙮𝙤𝙪𝙣𝙜 | 𝗍𝗋𝗂𝗀𝖭𝗈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora