Rinascita.

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Casa di Charles, 15:00 pm.

Mi gira la testa.
Non penso di essermi svegliato "normalmente", e con "normalmente" intendo senza un Arthur selvatico che sbatte la porta ripetutamente mentre fa, volontariamente, entrare il tuo cane per farti leccare tutta la faccia di prima mattina, in forse mesi.
Ma la mia vita era caratterizzata dal calore profondo della mia famiglia da qualche mese a questa parte, mesi in cui mi sono preso una pausa dalle corse, dallo stress di esse, e dallo stress della mia vita generale.

L'annuncio ufficiale della mia scuderia recitava espressamente "ritirato per motivi di salute fisica e mentale fino all'inizio della prossima stagione."

Ne sono successe di cose, prima della mia effettiva decisione. Per togliermi il mondo delle corse sarebbero dovuti passare sul mio corpo, ero solito pensare.
E invece è bastato un attimo, una piccola scemenza che aveva acceso la miccia e provocato la reazione a catena. Inizialmente volevo ignorare il problema, tornare a correre come se nulla fosse, come se la mia mente non fosse corrotta e che non ci fosse niente di sbagliato in me.
Ci è voluta la caparbietà di mia madre, e l'estrema preoccupazione dei miei due fratelli, per convincermi a prendermi una piccola pausa, e grazie al team principal, alla fine, Oliver Bearman mi ha sostituito per il resto del campionato.

La salute mentale è un qualcosa di più importante di quello che credevo, ricordo di aver pensato spesso che la salute fosse solo una questione fisica. Un mal di testa, una ferita, un raffreddore: problemi concreti, tangibili. Ma nessuno mi aveva preparato a riconoscere e affrontare i dolori che non si vedono.

"Come stai oggi, Charlie?"
La fatidica domanda che arriva dalle labbra del mio dolce fratellino, mentre tiene in braccio quel piccolo combina-marachelle che non fa altro che mordergli giocosamente le dita.
Il nostro Leo.

"Sto bene, Art, sto bene, non devi chiedermelo ogni mattina adesso."
Ci scherzo sopra, tirandolo a me per farlo stendere sul letto.

"Scusami?! Non posso essere preoccupato per il mio Frère?"
La sua voce esce fuori come quella di un bambino, e per un momento ricordo i momenti speciali passati da piccoli, con Lorenzo, ora in viaggio dopo il suo recente matrimonio con la sua fidanzata Charlotte.

"certo che puoi, scemo, non voglio solo che ti preoccupi troppo."
Rispondo io, distrattamente, mentre mi alzo dal letto abbandonando quella sessione di "gioco" per andare a mettere qualcosa di più presentabile di un pigiama.

"Pensi che..tornerai a parlare con lui durante la prossima stagione?"
La domanda ha un non so che di aspro, come se sperasse in una mia risposta negativa.
Mi blocco un attimo davanti all'armadio, non guardando indietro, ma osservando la figura preoccupata di Arthur dallo specchio.
Lui.
Non lo vedo da molto, forse troppo, da quando mi sono lasciato andare alla dipendenza che mi davano i suoi occhi, le sue labbra, le sue parole e le sue azioni.
Da quando per amore lo seguii a Zandvoort, e decisi di vivere con lui in un piccolo appartamento, di cui riempivamo i silenzi.
Da quando quella pattuglia ci ha trovati e lui è finito in carcere.

"Dovrebbe essere ancora in carcere."

"Pft, ma ti pare, Jos gli avrà pagato la cauzione nel momento stesso che la notizia si è diffusa, tornerà la prossima stagione anche lui, è stato confermato."

La notizia era girata così velocemente come sparita in un istante, data per fake news da molti dei nostri fan.
Il lavoro delle pr manager nel proteggerci fu incredibile in quel periodo, ogni giorno usciva un nuovo articolo sulla "fuga d'amore dei due piloti".
Un altro dei motivi che mi ha portato a rinchiudermi a Monaco fino al placamento delle notizie.

"Allora..è probabile che gli parlerò, sì."

Arthur mi riserva uno sguardo di disappunto, lo posso capire dai suoi occhi e dalle sue sopracciglia corrugate, troppo simili alle mie.

"Charles ragiona, quello è uno stronzo. Ti ha messo nei casini con la droga, diceva di volerti difendere ma ti ha solo sfruttato. Quell'uomo non è capace del minimo sentimento verso nessuno."

Ti sbagli Arthur.
Ma non te lo dirò, perché so che mi diresti che allora la terapia e l'anno di pausa non mi sono serviti a nulla.
Nella mia testa vice solo confusione, come sarà quando lo rivedrò?

"Non..penso che sia una cosa di cui dobbiamo pensare ora. E' quasi natale, la stagione inizia a febbraio, questo discorso è troppo precario."
Sbuffo, infilandomi il maglione che era rimasto appeso sulla mia mano per troppo tempo.
Arthur non dice nulla, semplicemente, si alza e si mette vicino a me, all'altezza dello specchio.

"Sono più bello di te."

"Ti piacerebbe Art."

"Beh, ad Ollie piaccio, trovati anche tu uno che ti tratti bene e forse ti crederò."

"Stronzo."

Fuoco e Benzina 2. || Lestappen.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora