XIII. Il Suo Inferno

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'wish I have something to live
for tomorrow'

La guancia solletica.

È questo ciò che differenzia il suo risveglio dagli altri giorni: un lieve pizzicore all'altezza dello zigomo. È simile all'effetto di una piuma che striscia sulla sua pelle. Quando non la sente il freddo del mattino gli taglia la pelle proprio in quel punto. Poi però quella sensazione si rifà presente e si costringe ad alzare una palpebra.

Percepisce un peso gradevole su di sé. È immobile, incapace di spostare le gambe che scavano sul materasso del letto. Mani calde si spalmano sul suo petto e la guancia torna a solleticare.

Angel non riesce a trattenere un sospiro e il bacino scatta in avanti incontrando qualcosa su cui premersi.

Il solletico si sposta sulla mascella e ne segue la linea perfetta fino a raggiungere il collo. La pelle sottile viene incisa da un'arcata di denti. Inarca la testa all'indietro contro il cuscino dando così la possibilità a quei soffici e teneri morsi di continuare a tempestare piccoli lembi di carne.

È tutto così veloce da non riuscire a capire cosa sta accadendo. Come si è ritrovato con quelle labbra addosso? Quando hanno cominciato a vezzeggiare il suo corpo? Ma soprattutto a chi appartengono?

Apre gli occhi sbattendo le palpebre per abituarsi alla vista più chiara della stanza.
La testa dell'uomo è ancora nascosta nel suo collo, ma Angel può vedere le sue spalle larghe e la camicia nera che le veste. Passa le mani su di esse e questo sembra invogliare lo sconosciuto ad alzare la testa al pari con la sua.

Angel spalanca gli occhi. Due pozzi color ambra lo guardano con spavalderia drappeggiandosi sui gomiti e lo intrappolano così con la schiena sopra il letto.

Come siamo arrivati fin qui?

I pensieri vengono allontanati dalla bocca di Husk che si inarca in un sorriso quasi perfido. Angel non sa dove mettere gli occhi, vorrebbe solo scontrarsi contro quel ghigno e scoprire il suo sapore ora che gli è permesso. Si ferma per prendere a coppa il suo viso, il demone si appoggia a quel contatto senza tentennare. Le sue sono labbra su cui si adagerebbe volentieri fin quando non sarebbe in grado di sentirne appieno la morbidezza.

Inclina il capo in avanti per incontrarle, quando il demone insinua una mano tra di loro e gli spinge la testa contro il cuscino. Angel atterra brusco con un sospiro frustrato.

<< Ti prego >> sussurra subito, la voce ne esce ostruita dalla sua mano che si sposta alla fine verso il mento. Le dita sono poi sulla sua bocca, i polpastrelli sfiorano l'arco di cupido e ne disegnano linee calde con precisione.

Angel si sente svenire e trema sotto il suo tocco. I polpastrelli premono al centro delle sue labbra con l'intento di dividerle ed Angel lo permette. Apre la bocca e lascia che le dita sfiorino l'arcata dei denti inferiori e si macchino della sua saliva.

Angel è confuso dall'eccitazione e consapevole di essere impreparato a tutto ciò che spera stia per accadere.

Accoglie l'indice e il medio nella sua bocca che scivolano fuori per bagnare le sue labbra. Freme per i brividi che gli percorrono la schiena e il suo bacino comincia a strusciarsi di nuovo contro quello dell'altro, strappandogli un lamento silenzioso.

Husk incontra i suoi movimenti ad occhi socchiusi e languidi con fare esperto. Si sostiene su un gomito mentre l'altra mano è impegnata a giocare con le labbra bagnate e rosee del ragazzo.

Questa è una visione per gli occhi di Angel: la bocca socchiusa e il respiro corto e affannato di Husk, il corpo che spinge contro il suo rendendogli quasi impossibile la respirazione, le guance e il collo arrossati, le vene gonfie sulla giugulare per il brio del momento. È così bello da vedere, così dura da resistere ed Angel è troppo debole ed eccitato.

Nella tela del ragno // Hazbin HotelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora