I. Resta

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"you're a loser just like me"

Angel Dust è un vero e proprio demone della lussuria. È l'emblema di uno dei sette peccati scagliati sulla Terra. Ama tutto quello che di più impuro esista e gode a fiutarne l'odore. Si diverte a vestire i panni di un provocatore seriale; a sua discolpa, lo rende molto allettante e più interessante agli occhi degli impavidi. Ogni mossa è studiata nei dettagli, nessuna battuta è lasciata al caso. In un'altra vita sarebbe stato un attore fenomenale perché, almeno fino a qualche tempo fa, la parte dello strafottente su di giri gli è riuscita bene. Poi, qualcuno ha pensato bene di rovinargli i piani e ammaccare quello scudo che si è premurosamente costruito attorno a sé. Quella lieve ammaccatura ha creato un danno irreparabile risvegliando emozioni e dissapori del passato. Certo, ha fatto in modo di ricacciarle indietro con le ultime forze che gli erano rimaste, ma tuttavia è tardi affinché non si veda il segno che quelle parole hanno lasciato.

I giorni passano in fretta all'inferno e lui è riuscito a scacciare via pensieri troppo reconditi e amari. All'Hazbin Hotel si respira un'aria diversa, quasi pacifica. Nessuno ha più minacciato la loro serena e ricercata redenzione e nessun demone ha messo i bastoni tra le ruote alla principessa. Ogni giorno si sentono le voci ridenti di Veggie e Charlie che non perdono attimo ad accogliere i nuovi arrivati. Nifty ha più volte distrutto l'arredamento che la principessa si è curata di sistemare nelle stanze, ma ogni prova è stata nascosta dalla fidanzata che con sguardo colpevole ha risposto nella pattumiera i frammenti dei vasi in ceramica di Lucifero. Alastor annuncia ogni mattina il suo arrivo con il solito sorriso macabro e come tutte le mattine Husk gli intima di abbassare la voce perché ha ancora da digerire la sbornia della sera precedente.

A differenza di ciò che ci si aspetta, si sono anche trovati a passare tutti del tempo insieme, sia per un motivo che per l'altro. Come quella volta che la figlia di Lucifero ha preparato una torta dall'odore assai delizioso o quando Veggie ha trovato un antico libro contenente delle storie horror da poter leggere in compagnia. In quei momenti parlano di tutto e di niente, neanche si sforzano più di starsi simpatici perché è come se tutto venisse naturale. Anche se ai demoni non è ancora ben chiaro il perché si sentano stranamente favorevoli a scambiare quattro chiacchiere tra di loro. Probabilmente è perché, come ha già detto Husk, si riconoscono come ottimi amici di bevuta.

Ci sono pomeriggi in cui Angel scende dalle scale con un broncio turbato e incontra lo sguardo burbero del demone barista dietro al solito bancone. Questa è diventata un'altra insolita abitudine. Husk riesce ad intrattenerlo, gli fa scordare cosa lo preoccupa e in un attimo è come se quell'angoscia non sia mai esistita. Il loro rapporto si è inevitabilmente evoluto da quel giorno in cui si è aperto con lui. Forse l'ha fatto nel peggiore dei modi, urlandogli addosso quella cruda verità che ancora fatica ad accettare. Dopo quel discorso non ce ne sono stati altri. Husk ha sempre rispettato il suo personale tormento, pur punzecchiandolo con falso fastidio.

Quando accade Angel si immusonisce e con occhi assottigliati lo osserva sogghignare. Quell'atteggiamento tanto sfacciato e arrogante lo mette alle strette e lo rende piuttosto insopportabile agli occhi del demone gatto. Ma diventa molto più insopportabile quando si trova a dover aspettare. Proprio come si sta trovando a fare adesso, seduto sullo sgabello dell'angolo bar del famoso Hotel.

<< Allora ti decidi a muoverti? Stai fissando quelle carte da almeno un quarto d'ora e io comincio ad annoiarmi! >>

<< Vedi di fare silenzio Anthony o te ne pianto una in fronte >> asserisce con un tono che non ammette repliche, seppur essendo calmo. Ciò non fa altro che scatenare l'ira dell'altro sia per aver utilizzato quel nome che per la minaccia.
Nell'ultimo periodo Husk ha cominciato a chiamarlo col suo nome da mortale, quel nome che non gli dona più come prima e che ha deciso di abbandonare, ormai, da tempo immemore. Angel, dal canto suo, ha sempre risposto con un'occhiataccia infastidita e più volte gli ha intimato di non chiamarlo più in quel modo, ma il demone gatto non si è mai preoccupato di ascoltarlo. Così, dopo un po' Angel ci ha rinunciato, ma senza nascondere un certo disappunto.

Nella tela del ragno // Hazbin HotelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora