Arrivai a scuola con un quarto d'ora di ritardo, ma, fortunatamente, la prof non era ancora entrata in classe.
Si era fermata in segreteria a chiacchierare con le bidelle.
Andai a sedermi al mio banco, l'ultimo in fondo all'aula.
Non avevo più un compagno, da quando avevamo ruotato i posti.
Prima la mia vicina di banco era Marta, ora era seduta vicino a Stefania -che tra l'altro le era anche antipatica-.
Prima di quel lunedì ero dispiaciuta di stare sola, ma quel giorno ne avevo bisogno più che mai.
Non avrei rivisto mai più Alec.
Quella consapevolezza, invece che rassegnarmi e convincermi a ricominciare una vita più serena e felice, mi faceva star male.
"Amelia!" Matt arrivò a distrarmi
"Posso sedermi vicino a te oggi? Manca Giulia, e quindi anch'io starei solo."
Sembrava un bambino della scuola materna, e io non potei fare altro che ignorarlo. Infondo era ciò che facevo ogni qualvolta mi si avvicinava per parlarmi. Da quella bocca uscivano soltanto cazzate: perché ascoltarlo?
"Chi tace acconsente!" Così dicendo, mise le sue cose sul banco, e iniziò a sedersi.
"N-n-no! N-non puoi sederti qui! Io non ho acconsentito!" Sì, quando mi innervosisco balbetto.
"Calma, calma... Starò qui, ma per te sarà come se io non ci fossi: non te ne accorgerai neanche... Va bene così?"
Mi stava innervosendo.
"Senti: non ho esattamente nulla contro di te. Solamente, non sto passando quello che si può dire un bel momento, e preferirei stare sola. Okay?"
Mi guardò, si stava sforzando di sembrare serio, e poi disse "Ho capito: hai le tue cose?"
"Le mie... Le mie... Le mie cose?!"
Rise. Si stava chiaramente prendendo gioco di me.
Entrò la prof, non c'era più tempo per mandarlo via dal mio banco. La prof decise per noi. In un certo senso.
"Amy!"
"Amy!"
"Amy!"
Uff... Era un quarto d'ora che mi stava chiamando, proprio quello che avrei voluto evitare: che qualcuno mi disturbasse, mentre tentavo di sfogarmi disegnando un diamante sul banco, durante l'interrogazione di latino.
Arrivata al culmine della sopportazione, mi voltai e dissi
"Punto uno: io non mi chiamo Amy, ma Amelia, A-m-e-l-i-a, Amelia!
Punto due: ce l'hai un telefono? Beh, immagino di sì. Ecco: usalo, giocaci, invece di disturbarmi."
"Scusami, non avrei voluto affatto darti fastidio... Anzi, avrei voluto parlarti, diventare tuo amico... Aiutarti... Io e Alec eravamo amici..."
Quando sentii quel nome, riuscì subito a catturare la mia attenzione, rabbrividii. Lo lasciai parlare.
"Per questo vorrei starti vicino. Capisco cosa stai passando ora, provo un po' dei tuoi sentimenti, e mi sentirei in colpa se ti ignorassi e facessi finta di niente. Ti va di parlarne?"
"No" risposi cupa e un po' stordita dalla notizia.
"Okay, parlerò io allora.
Bene, da dove comincio? Ah, ecco! Alec e io eravamo grandi amici, anche quando ha deciso di uscire con quegli altri ragazzi, abbiamo continuato a sentirci... Lui mi parlava spesso di te, sai? Per lui sei stata una storia importante davvero... Quando ti nominava, gli si illuminavano gli occhi... Dopo averti incontrato, quel sabato sera, mi ha subito chiamato, devi essergli mancata molto quel periodo in cui non vi siete visti..."
"Fermo, dove vuoi arrivare con questa storia?"
"Non voglio arrivare da nessuna parte. Voglio solo farti capire quale grande occasione state perdendo voi due... Lui scappando, e tu lasciandolo andare via!"
Stava alzando il tono della voce, la prof se ne accorse, e lo chiamò alla lavagna... Restò lì fino alla fine dell'ora... Le sue parole mi avevano fatto pensare...
Tornò al banco con me, ma questa volta non disse più una parola. Suonò la ricreazione.
Stava uscendo, e lo bloccai.
"Possiamo continuare a parlare di quella storia?"
"Va bene"
"Io non l'ho lasciato certo andare, come dici tu. Io ho provato a fermarlo in tutti i modi, ma è stato impossibile..."
Gli raccontai del nostro incontro di quella mattina, e poi gli dissi che avrei voluto iniziare a cercarlo, ma non sapevo da che punto iniziare, ed ero sola...
"Come come?? Sola?! Scherzi, vero? E io sono per caso trasparente? Invisibile?!"
Sorrisi
"Davvero saresti disposto a..."
"Mille volte sì! Quando si parte, allora?"
"Ma così, su due piedi?"
"Sì, prima che sia troppo tardi..."
Ragionammo sul piano... Sarebbe passato a prendermi alle 6:45 -l'ora alla quale, in genere, passava l'autobus che prendevo per andare a scuola-. Lui aveva due anni più di me, era stato bocciato ben due volte, così aveva la patente, e usava l'auto per venire a scuola. Avremmo lasciato i nostri cellulari a casa, nello zaino misi tutto il possibile che mi sarebbe servito per il viaggio, che non sapevo quanto sarebbe durato. Riuscii a portare con me anche il borsone della palestra con dentro ancora tanta roba, i miei genitori stavano ancora dormendo, e non mi videro uscire. Per fortuna.
Matt aveva portato con sé tutto ciò che possedeva, anche l'x-box e il mac, con qualche DVD da vederci durante le soste. Aveva fatto scorta di cibo. E entrambi portammo più denaro possibile con noi.La sera prima della partenza fu terribile. Avevo il cuore a pezzi, e quasi non riuscivo a trattenere le lacrime. Non sapevo se sarei rimasta con Alec, una volta che lo avrei trovato. Non sapevo se avrei cenato ancora una volta con loro oppure no.
Mentre cenavamo li guardai per l'ultima volta... Attentamente, cercando di catturare ogni dettaglio, ogni singolo gesto... In modo da non dimenticarlo mai più.
Sentivo che avrei ricordato per sempre quella serata.
Ridemmo insieme l'ultima volta, dentro di me pensavo che non avrei mai visto i miei genitori da vecchi, e loro non avrebbero mai visto i loro nipoti -se mai ci fossero stati-.
Passava il tempo, ed io ero sempre più distrutta. I baci che diedi loro, prima di dormire, furono sinceri più di qualunque altro.
Andai in camera, e scrissi loro una lettera: non avrei mai potuto lasciarli così, senza una spiegazione...
Piegai la lettera, la infilai nella busta, e la lasciai sulla scrivania. L'avrebbero trovata cercandomi.
Spensi l'abajour e mi infilai sotto le coperte...
Non chiusi occhio per tutta la notte.
Piansi, e pensai a tutto ciò che stavo lasciando, a tutti coloro che non avrei mai più rivisto... Ma il pensiero di Alex mi bastò a trovare la forza per partire.
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Quando tutto cambia...
Romance'I soldi non mi daranno indietro l'ultima volta che hai riso, l'oro del mondo non fonde per fare le chiavi del paradiso.'