𝗽 𝗿 ó 𝗹 𝗼 𝗴 𝗼

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VIDA REAL

MAGGIO 2023

Il sole splendeva luminoso, ma il calore non riusciva a penetrare la pesante atmosfera di quel giorno. Era il 21 maggio, e il mondo sembrava andare avanti, mentre io ero bloccata in un momento che non avrei mai voluto vivere. La luce del giorno illuminava il campo, ma la mia anima era avvolta da un'oscurità che non riuscivo a scrollarmi di dosso.

Mi trovavo lì, con il cuore pesante come un macigno, circondata da volti familiari che mi guardavano con espressioni di tristezza e compassione. Ma nessuno poteva capire quanto fosse difficile per me essere lì, a dire addio alla persona che mi aveva insegnato cosa significasse amare. Mia madre.

Accanto a me c'era Nicolás, il mio adorabile fratellino di nove anni, che sembrava più piccolo di quanto fosse in realtà. I suoi occhi erano gonfi di lacrime trattenute, e io sapevo che stava lottando per capire cosa significasse tutto questo. Per lui, la mamma era la persona che lo abbracciava quando aveva paura, che lo guidava nei compiti di scuola e che sapeva sempre come farlo sorridere. Aveva bisogno di lei tanto quanto ne avevo bisogno io, ma il dolore di perderla si rifletteva in modi diversi nei nostri cuori.

«Amore mio!» La voce di Isabella mi raggiunse in quel momento, distogliendomi dai miei pensieri. Si fece strada attraverso la folla di persone in lutto, il suo volto era serio, ma i suoi occhi brillavano di determinazione. Era la mia migliore amica, e sapevo che sarebbe stata al mio fianco in questo momento difficile. Non avrei potuto affrontarlo senza di lei.

«Isa,» risposi, cercando di forzare un sorriso. «Grazie per essere qui.»

«Non potrei essere da nessun'altra parte,» disse, afferrando la mia mano. «Non sei sola, Alex. Non lo sarai mai.»

Le parole di Isabella mi diedero un po' di conforto, ma il vuoto nel mio cuore rimaneva incolmabile. Mentre il prete iniziava a parlare, la mia mente vagava, ricordando i momenti più belli con mia madre. Il suo sorriso, la sua risata, le avventure che avevamo vissuto insieme. Ogni ricordo era come un colpo al cuore, un promemoria di ciò che avevo perso.

Dall'altra parte, Nicolás si strinse a me. «Alex,» sussurrò, «non voglio che la mamma se ne vada.»

Le parole del mio piccolo fratello mi trafissero. «Lo so, Nico,» dissi, cercando di tenere a bada le lacrime. «Ma dobbiamo dirle addio. È ciò che fanno le persone che si amano.»

Lui annuì, ma i suoi occhi cercavano una spiegazione più profonda. La verità era che non avevo risposte da dargli, né a me stessa. La mamma era sempre stata la roccia della nostra famiglia. Era lei che teneva tutto insieme, e senza di lei, sentivo che il nostro mondo stava per frantumarsi.

Mentre il prete continuava a parlare, la mia mente si riempì di pensieri su ciò che sarebbe successo dopo.

Come avrei potuto affrontare la vita senza di lei? Come avrei fatto a riempire il vuoto che avrebbe lasciato?

Guardai Nicolás, e il suo viso innocente mi fece desiderare di proteggerlo da tutto questo. Avrei dovuto essere la sua guida, ma ora mi sentivo persa.

Isabella si accorse della mia ansia. «Alex, vuoi che parliamo un attimo?» chiese, guardandomi negli occhi. La sua voce era morbida e rassicurante.

«Non so se riesco,» risposi, ma il suo sguardo determinato mi convinse. Dovevamo affrontare questo insieme.

«Vieni,» disse, conducendomi lontano dalla folla. Ci sedemmo su una panchina vicino al parco, dove gli uccelli cinguettavano come se nulla fosse accaduto. «Voglio solo che tu sappia che sono qui per te, da sempre e per sempre.»

𝐎𝐂𝐄𝐀𝐍ʰᵉᶜᵗᵒʳ ᶠᵒʳᵗDove le storie prendono vita. Scoprilo ora