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VIDA REAL

«Vedi, Héctor, qui è dove la Ferrari dovrebbe approfittare del DRS per guadagnare velocità e superare l'avversario,» spiegai con entusiasmo, gli occhi fissi sullo schermo gigante che avevo fatto mettere nella sala comune dell'hotel. Non mi vergognavo affatto di aver chiesto al personale di trasmettere il Gran Premio d'Inghilterra. Per me, la Formula 1 è una cosa seria, e quando tifi Ferrari, devi esserci al cento per cento.

Héctor mi guardava con un misto di divertimento e curiosità. Non l'avevo mai visto così coinvolto in una gara, ma era chiaro che, anche se non capiva tutto, stava cercando di seguire. «Quindi, se ho capito bene, la Ferrari ha bisogno di... più velocità in queste curve?» chiese, sollevando un sopracciglio.

«Esatto!» esclamai, annuendo entusiasta. «Ma non è solo questione di velocità. La strategia dei pit stop è fondamentale. Se non la giocano bene, potrebbero perdere posizioni preziose. E guarda qui, ora c'è il pit stop. Devono essere veloci... Dai, dai, dai!»

Il mio entusiasmo per la gara contagiava anche chi ci passava accanto. Alcuni ospiti dell'hotel si erano fermati a guardare con noi, probabilmente più incuriositi dal mio coinvolgimento che dalla gara stessa. Ma io non mi curavo di loro, ero tutta concentrata sulla Ferrari, sperando in una rimonta spettacolare.

«Sai che mi stai facendo venire voglia di seguire anche io la Formula 1?» disse Héctor, ridendo piano. «Non so se sarò mai tifoso della Ferrari, ma è bello vedere quanto ti appassiona.»

Lo guardai di lato, sorridendo. «Non puoi guardare una gara con me e non tifare Ferrari. È una regola.»

Lui rise, alzando le mani in segno di resa. «Va bene, va bene. Tiferò Ferrari. Ma solo per oggi.»

Passammo l'intera gara insieme, tra battute, spiegazioni e momenti di tensione quando la gara diventava più emozionante. Anche se Héctor non era appassionato quanto me, apprezzai il fatto che fosse lì, che si stesse godendo quel momento con me, seguendo la mia passione.

Alla fine della gara, quando il personale dell'hotel spense il grande schermo e gli altri ospiti si allontanarono, restammo ancora lì, a chiacchierare. «Grazie per aver guardato la gara con me,» gli dissi, voltandomi verso di lui.

Lui scrollò le spalle con un sorriso. «Grazie a te per avermela spiegata. È stata una serata divertente. Magari possiamo farlo di nuovo.»

«Magari,» risposi, alzando lo sguardo verso il cielo che iniziava a tingersi di colori notturni. «E magari la prossima volta ci sarà anche una vittoria della Ferrari.»

Le lancette dell'orologio si avvicinavano alle 21, e l'idea di andare a mangiare iniziava a farsi strada tra i nostri pensieri. «Dovremmo andare a cercare un posto dove mangiare qualcosa,» dissi, guardando Héctor. La fame si stava facendo sentire, e non avevamo ancora cenato.

«Hai ragione. Magari possiamo passare da tuo papà e Nico prima di uscire. Così possiamo dirgli dove andiamo,» suggerì Héctor, sorridendo. Era chiaro che era a suo agio con la mia famiglia, e questo mi piaceva.

Ci alzammo dal divano e ci dirigemmo verso la camera, dove papà e Nico stavano chiacchierando. Quando entrammo, li trovammo entrambi seduti sul letto, il volto di Nico illuminato da un sorriso. «Ehi, Héctor! Come è andata la gara?» chiese, gli occhi pieni di entusiasmo.

Héctor si avvicinò a lui, felice di rispondere. «È andata bene! Alex mi ha spiegato tutto. Sono diventato un tifoso della Ferrari, almeno per oggi.»

Nico scoppiò a ridere. «Sei un grande, Héctor! Non posso credere che tu sia diventato un ferrarista! La mia vita ha finalmente un senso ora che sei con noi.»

𝐎𝐂𝐄𝐀𝐍ʰᵉᶜᵗᵒʳ ᶠᵒʳᵗDove le storie prendono vita. Scoprilo ora