66A, Maple Street

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La mattina in cui l'autunno decise di presentarsi in tutto il suo dorato splendore Dora scavalcò uno sconosciuto addormentato nel corridoio e uscì. Si prese il tempo di maledire la coinquilina e convincersi che quel giorno avrebbe finalmente trovato una casa per sé. Da pochi mesi aveva coronato il sogno di vivere nel paese del Super Bowl e delle zucche; la convivenza con l'invadente Beverly era l'unico punto nero sulla tela bianca della sua nuova vita oltreoceano.

"Il Birdwitch Daily, per favore" disse Dora con il settimanale già sotto il naso mentre pagava.

Un isolato più giù c'era il Fanny's. Birdwitch era tutta lì, una larga strada principale e vie secondarie che si aprivano a lisca di pesce. Dora amava fermarsi da Fanny: l'argenteo scampanellio della porta, il profumo di torta ai mirtilli e caffè al mattino e il suo angolo accanto alla finestra che nessuno occupava a causa degli spifferi tra gli assi.

Si accomodò e aprì il giornale alla sezione annunci. La gente del posto non si fidava del web, Fanny le aveva consigliato di spulciare la buona vecchia carta stampata che macchiava i polpastrelli. Scartò tutti gli annunci eccetto uno: poche informazioni, nessuna foto e poco distante da lì.

"Trovato qualcosa cara?" chiese la corpulenta Fanny.

"Forse sì, è al 66A di Maple Street" rispose Dora riponendo il giornale nella borsa in cuoio vecchia di sessant'anni, regalo di nonna Concetta.

Dora non si accorse del gelo che attraversò il volto di Fanny quando la salutò dopo aver lasciato i soldi sul tavolo.

La casa era come un grosso cane addormentato col muso sulle zampe pronto a svegliarsi. Un tappeto di croccanti stelle rosse d' acero ricoprivano la strada. Si sentiva lo scrosciare dell'acqua sui sassi poco lontano. Oltre il cancello in ferro battuto gli alberi si stavano spogliando a mostrare dita scheletriche protese verso il cielo plumbeo a richiamo dei corvi. Il cancello si aprì con un cigolio. Ombre di nuvole grigio topo oscurarono Maple Street, si alzò vento freddo.

"Buongiorno" alla porta c'era una donna giovane con un'espressione greve, snella, in un vestito verde oliva lungo fin sotto le ginocchia e una mano a tenere l'altra per contrastare il freddo.

"Deve scusarmi signora, credevo fosse disabitata." disse Dora accorgendosi solo in quel momento di aver percorso il vialetto fino alle scalette del patio.

"Se non vendi nulla e non vuoi parlarmi della parola del Signore, immagino tu sia qui per la casa" disse la donna.

"Ho letto l'annuncio" disse indicando il giornale che spuntava dalla borsa.

"Vuoi entrare?"

"Non vorrei disturbare..."

"Oh, nessun disturbo. Sto aspettando che torni mio marito con Mary e Joseph. Sono andati a prendere l'albero di Natale".

Dora si accigliò ma non fece obiezioni e la seguì.

La poca luce filtrava a listarelle lungo le superfici, il respiro si trasformava in vapore, l'odore di polvere era solido, il fischio di un bollitore borbottante in cucina.

"Gradisci una tazza di te?"

"No, grazie"

"Puoi chiamarmi Maggy" disse versando l'acqua bollente in una tazza.

"Dora" rispose.

"Per quanto lo riscaldi è sempre freddo" osservò dopo un sorso di tè "Immagino tu abbia fretta", appoggiò la tazza e fece cenno a Dora di seguirla.

"Si è fulminata la lampadina, apro le tende" disse Maggy entrando nella camera matrimoniale. Dora avanzò nella stanza, la porta si chiuse alle sue spalle, dalla finestra una notte bianca senza stelle.

"Che succede?" chiese Dora.

"I bambini sono con lui capisci?" la voce riempì la stanza, la sua ombra sparì dal quadrato della finestra, una corda avvolse la gola di Dora.

Dora cadde in ginocchio, sopra di lei un corpo inerme penzolava dal soffitto. La gola si fece più stretta, Dora si graffiò nel tentativo di allentare il cappio fino a sentire le dita bagnate e appiccicose. Non c'era nulla a strangolarla. Iniziò a strisciare in direzione della porta, trovò la maniglia. Era chiusa. Morirò qui.

"Come potevo immaginare?" urlò ringhiando l'anima straziata.

Dora sentì la disperazione schiacciarla sul pavimento. Il lamento che avrebbe attraversato i secoli stava per inghiottirla. Le mancava il respiro. La corda stringeva. La finestra si spalancò spinta dal vento e la porta si schiuse. Dora infilò le dita in quello spiraglio e aprì. Corse caracollando e sbattendo più volte verso l'uscita e vide l'ombra farsi più grande dietro di lei, i sensi la stavano lasciando e alla fine dopo un abbaglio di ghiaccio, svenne.

"Signorina tutto bene?"

Dora aprì gli occhi su un manto di foglie fradice all'angolo di Maple Street. Un signore era chino su di lei.

"Ha provato a uccidermi" disse con un filo di voce rauca, la gola le doleva. Indicò la casa in fondo alla via.

"Chi?" chiese il signore.

"La donna che vive in quella casa. Ha provato..." il cuore accelerò, non ricordava come fosse arrivata lì.

L'uomo sorrise: "In quella casa non ci vive nessuno da anni, da quando Maggy Firebolt si impiccò nella camera da letto dopo aver scoperto che i suoi figli erano morti per mano del marito due giorni prima di Natale".

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 17 ⏰

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