2. Tessa

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<<Signori e signore siamo atterrati a
San Francisco. Recuperate le vostre cose e in fila abbandonate
ordinatamente l'aereo.>>. Il vociferare delle persone mi svegliò dal mio sonnellino. Così recuperai le mie cose e scesi dall'aereo. Mandai un messaggio a mio padre che rispose subito con un cuore come faceva sempre Mi diressi all'uscita dell'aeroporto di San Francisco e raggiunsi mia madre che mi aspettava all'uscita. La vidi.A differenza mia era alta, con un corpo da paura per avere 44 anni e dei folti capelli biondi che le arrivavano all'altezza delle spalle. Non ci somigliavamo proprio per niente. Per fortuna pensai tra me e me.
<<Amore quanto tempo! Sei diventata proprio bella.È andato bene il volo?>>.
Non ricambiai il suo entusiasmo e la salutai con nonchalant. Per farle capire che aveva avuto la possibilità di avere un rapporto con me ma non aveva mai deciso negli anni di cogliere l'occasione. Notando il mio comportamento si irrigidii e mi aiutò con le valige. Nel viaggio in macchina nessuno fiatò.Sembrò durare un eternità. Dal finestrino osservai i grandi palazzi della città, rimanendone affascinata.Arrivammo a casa di mia madre che mi aiutò ad entrare le valige. Era un'appartamento moderno, decisamente più grande di casa mia e di papà Nell'aria c'era odore di lavanda, che dava un po' alla testa secondo i miei gusti. Mi aiutò a portare sopra le valige. Salendo le scale mi accorsi delle mille fotografie scattate tra mia madre e la sua nuova famiglia e mi si contorse lo stomaco, letteralmente. Non mi piaceva ammetterlo, ma aveva fatto piuttosto male il suo abbandono. Decisi di non pensarci più e mi concentrai nel posare le mie cose nella mia nuova camera. Aveva un letto a una piazza e mezza appoggiato su un muro colorato di verde muschio una finestra che si affacciava su una valanga di palazzi e una scrivania bianca già ripiena di libri e penne colorate. Sapeva di nuovo tutto ciò che avrei affrontato nei prossimi giorni sarebbe cambiato, e ciò mi spaventava parecchio. <<Ti piace?>>. Disse mia madre speranzosa.Non risposi ma lei continuò a parlare.<<Ti piacerà fidati, dammi solo del tempo per rimediare>>.
<<Hai avuto sedici anni di tempo,ma non ti sei mai degnata di "rimediare">> Le risposi io con i nervi a fior di pelle. Lei uscì e finalmente mi lasciò sola.Mi buttai sul letto lasciando per terra tutte le mie cose. Misi al massimo la musica con le cuffie e cercai di uscire dalla mia vita per almeno qualche minuto.

LOSS IN THE NIGHTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora