Quando l'indomani gli occhi si aprirono, Sanem si ritrovò il cellulare incastrato nella sua mano, e a causa della sveglia impostata era riuscita a svegliarsi.
Rise, al ricordo di essersi addormentata con il telefono in mano.
"Posso essere così goffa?" Pensò.
Si sollevò dal letto, stiracchiandosi un istante dopo.
Non aveva grandi cose da fare quel giorno, ma di una cosa era convinta: era il giorno del suo compleanno e non l'avrebbe detto a nessuno.
Sperò che suo padre non si fece sentire a lavoro.
Appena possibile, sbloccò il cellulare senza nessuna ragione, e si trovò un messaggio di Can su Instagram.
Sorrise, quando si rese conto che nulla era falso e che tutto era reale.
L'aveva trovata davvero.
Ricambiò il follow, prima di rispondere al messaggio.
Can non le aveva augurato buon compleanno proprio perché non ne aveva la minima idea.
Can era fidanzato, e una colazione con un'amica avrebbe potuto significare qualsiasi cosa.
Anche se non nel loro caso.
Ma Sanem voleva solo cominciare quella giornata al meglio.
Lui non le rispondeva, e lei fu costretta a prepararsi.
Detestava correre così veloce la mattina.
Ma doveva rendere felice suo padre e non aveva altro modo per riuscirci, oltreché ad impegnarsi a lavoro.
Scese giù in cucina, ritrovandosi suo fratello e sua sorella già seduti a tavola, che però non facevano colazione.
Parlavano del più e del meno.
«Buongiorno»
«Buongiorno sorellona» Le rispose per prima Hülya.
«Ciao Sanem, già pronta per il lavoro?»
«Si, Levent, e infatti mi sono chiesta quand'è che saresti venuto a svegliarmi nel peggior modo... Allah»
«Tranquilla, oggi l'ho costretto io a stare fermo, non è venuto per questa ragione» Rise sua sorella, mentre si alzò dalla sedia e abbracciò Sanem che sorrise.
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«Pensi ci siamo scordati di che giorno è oggi?» Aggiunse un istante dopo.
