Lukas🌑

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Quel suo solito sorriso, quel suo sorriso sbilenco, quel meraviglioso sorriso incorniciato dai suoi riccioli d'oro e quegli occhi azzurro ghiaccio, non mi stupisco se quando usciamo, tutte le ragazze e ragazzi gli lanciano occhiate fugaci, e non nego che a volte avrei voluto essere bello come lui, forse perché è svedese ed è quel tipo di bellezza che è sia oggettiva che soggettiva, ma ahimè non è così; sono solo un semplice ragazzo irlandese che si è dovuto trasferire in America. 

Altro giorno, altra corsa, o forse era giro? Ma chi si ricorda queste cose alle 06:30 del mattino quando il mio unico pensiero è bermi una tazza di caffè?
Ieri quel pomeriggio con Jackson è stato magnifico, anche se abbiamo solo studiato... pensa se facevamo altro? NO! Non devo pensare a queste cose, lui è il mio migliore amico, e persona più etero di lui non c'è, perciò basta con questi scenari proibiti, ed è meglio che vada a vestirmi; giusto in tempo per non perdere l'autobus, arrivo a scuola in orario, dove vedo Jackson parlare con tre belle ragazze <<Hey Jacks>> lo richiamai con un cenno, e lui fece altrettanto per poi rivolgermi quel sorriso che fa svenire tutte le ragazze.
Mi aspettano ben 6 ore di scuola quindi, vado a prendermi un qualcosa alle macchinette, e con il mio caffè bollente in mano mi dirigo verso l'armadietto e...
<<Porca puttana>>
Avevo urtato John, uno dei ragazzi più violenti della scuola, nonché il primo a prendermi in giro per il fatto di essere gay;
<<Scusa... scusa non volevo, ti giuro non volevo...>>
Esclamai spaventato,
"E ci credo che non volevi, frocio di merda o forse dovrei dire finocchio?>> Rispose con il suo piglio sfacciato, che faceva cadere tutti ai suoi piedi, ma a me faceva venire solo il disgusto
<<Cazzo ma la smetti?!>> Sbottai frustrato
<<È da quando hai scoperto che sono gay che mi prendi in giro, ma non ti sei scocciato? Cresci un pò!>> E così mi voltai frustrato e mi incamminati il più velocemente possibile verso l'aula di chimica, ma la sorte quel giorno non era dalla mia parte, perché d'un tratto mi sentii scaraventare per terra, tra le urla le parolacce e i sussulti scorsi una figura familiare, forse era Jackson? Non feci in tempo a scorgere bene la sagoma che persi i sensi. Altro giorno, altra corsa, o forse era giro? Ma chi si ricorda queste cose alle 06:30 del mattino quando il mio unico pensiero è bermi una tazza di caffè?
Ieri quel pomeriggio con Jackson è stato magnifico, anche se abbiamo solo studiato... pensa se facevamo altro? NO! Non devo pensare a queste cose, lui è il mio migliore amico, e persona più etero di lui non c'è, perciò basta con questi scenari proibiti, ed è meglio che vada a vestirmi; giusto in tempo per non perdere l'autobus, arrivo a scuola in orario, dove vedo Jackson parlare con tre belle ragazze <<Hey Jacks>> lo richiamai con un cenno, e lui fece altrettanto per poi rivolgermi quel sorriso che fa svenire tutte le ragazze.
Mi aspettano ben 6 ore di scuola quindi, vado a prendermi un qualcosa alle macchinette, e con il mio caffè bollente in mano mi dirigo verso l'armadietto e...
<<Porca puttana>>
Avevo urtato John, uno dei ragazzi più violenti della scuola, nonché il primo a prendermi in giro per il fatto di essere gay;
<<Scusa... scusa non volevo, ti giuro non volevo...>>
Esclamai spaventato,
"E ci credo che non volevi, frocio di merda o forse dovrei dire finocchio?>> Rispose con il suo piglio sfacciato, che faceva cadere tutti ai suoi piedi, ma a me faceva venire solo il disgusto
<<Cazzo ma la smetti?!>> Sbottai frustrato
<<È da quando hai scoperto che sono gay che mi prendi in giro, ma non ti sei scocciato? Cresci un pò!>> E così mi voltai frustrato e mi incamminati il più velocemente possibile verso l'aula di chimica, ma la sorte quel giorno non era dalla mia parte, perché d'un tratto mi sentii scaraventare per terra, tra le urla le parolacce e i sussulti scorsi una figura familiare, forse era Jackson? Non feci in tempo a scorgere bene la sagoma che persi i sensi.

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