Snow - Sotto Una Tempesta Di Neve

Capitolo 3

Dopo la colazione al Jolly la giornata è continuata esattamente come avevo previsto. Le lezioni sono state difficili come sempre, lo studio una tortura infinita ma adesso finalmente è arrivato il mio momento preferito della giornata: il turno in biblioteca! Da vera appassionata di libri penso che questo sia IL SOGNO che si realizza. Quale lettore non sogna a un certo punto di poter lavorare in mezzo a centinaia di libri? Io di sicuro ad un certo punto della mia vita, prima di capire quale fosse realmente la mia strada lavorativa, l'ho fatto.

Mentre entro in biblioteca e timbro il cartellino d'entrata che abbiamo noi bibliotecari un sorriso involontario mi nasce sul viso.

Dio come amo questo posto!

L'odore dei libri, il rumore delle pagine che vengono girate e il silenzio che mi circonda mi fanno sentire subito rilassata, come se fossi nel mio ambiente naturale.

A passo svelto vado verso il banco dell'accettazione e do il cambio turno a Tracy.

<Pronta per stasera?> le chiedo non appena le sono vicino.

<Non vedo l'ora!> si alza raggiante dalla sua postazione e prende la sua borsa da sotto la scrivania mentre io metto via la mia.

Ci credo bene, sta per uscire con il ragazzo che le piace da mesi. Anche io sarei al settimo cielo se fossi nei suoi panni. O anche solo se avessi un ragazzo che mi piace, cosa che non succede da un bel po' di tempo.

<Goditi la tua serata! Ci vediamo domani> le dico mentre la vedo uscire. Lei mi saluta con la mano.

In automatico, adesso che Tracy è andava via, entro in modalità bibliotecaria: indosso gli occhiali, mi guardo intorno e vedo le cose che sono rimaste da fare.

Per prima cosa scrivo un appunto da lasciare ai ragazzi del turno mattutino per ricordargli di mandare delle email agli studenti che hanno dei libri in prestito da troppo tempo per avvisarli che devono riportarli indietro. Faccio un paio di controlli sui database del computer e mi scrivo qualche altro appunto e poi passo alla mia parte preferita: rimettere i libri restituiti al loro posto.

Trascinandomi dietro il carrello delle restituzioni, che per la precisione peserà almeno un quintale, inizio ad addentrarmi tra i vari settori.

Per molte persone questo lavoro potrebbe essere noioso ma a me l'idea di riportare ordine dove prima non c'era mi piace tantissimo. È come se mettendo a porto questi libri riuscissi un po' a mettere ordine anche nella mia vita. Vita che avrebbe davvero bisogno di qualche cambiamento. Mi sembra di percorrere ogni giorno la stessa strada, di fare sempre le stesse cose. Non mi dispiacerebbe se anche nella mia vita, come succede alle protagoniste dei libri che leggo, succedesse quel qualcosa che la stravolgesse e mi facesse sentire viva. Sfortunatamente però la mia vita è reale, io non sono la protagonista di un libro e posso solo continuare a sognare. Molto probabilmente è anche colpa mia se sono bloccata in questa monotonia. Non sono decisamente il tipo di persona che si diverte a provare cose nuove, che si lancia nelle situazioni e tutte quelle cose. Anche se ogni tanto mi va un po' stretta mi sento al sicuro nella mia comfort zone.

Mentre penso a tutto queste cose il tempo passa e senza accorgermene è ora di iniziare a chiudere la biblioteca. Come al solito la maggior parte dei ragazzi sono già usciti ma sono rimasti i pochi che si trattengono proprio fino all'ultimo minuto.

Con il carrello vuoto al seguito torno al front office e attivo l'altoparlante: <si prega gli studenti di lasciare la biblioteca. Ripeto, si prega gli studenti di lasciare la biblioteca. Siamo in chiusura. Grazie a tutti> la mia voce si propaga nell'aria e come tutte le volte mi sento a disagio all'idea che tutti possano girarsi a guardarmi. Come al solito però a nessuno importa e iniziano semplicemente a raccattare le loro cose e ad andarsene.