Dolce nano

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Ho una strana mania,
forse non troppo comune per il resto del genere umano.
Quando la noia si fa sentire, quando entra nel cervello e crea nido, tanto da non riuscirla a domarla girandomi semplicemente dall'altra parte del letto, allora mi alzo e in solitaria scelgo un posto dove vegetare. Lo scelgo in base a quello che può riuscire a distrarmi, a quello che può farmi sentire meno annoiato, sedermi e guardarmi intorno, visualizzare i colori, ascoltare i rumori, guardare la gente che passa, sempre impegnata in qualcosa che mi é ignoto. Tutto questo solletica la mia fantasia e mi da quella sensazione di dispersione mentale, tanto da farmi dimenticare di me, da escludermi dal mio cervello.
Tutto va in pausa e di ripremere play non mi va. All'esterno, invece, spero di dare l'impressione di aspettare qualcuno, un qualcuno che ha fatto molto tardi, mi piace immaginare anche cosa possono pensare gli altri di me. Mi faccio enormi film ma chi non se le fa.
E così proprio in uno di questi momenti di dispersione mentale e la terza sigaretta, uno strano prurito fisico, mi porta a soddisfare questo bisogno impellente di grattarmi, e più soddisfo questo prurito localizzato sulla patta dei pantaloni, più mi rendo conto che una piacevole erezione si sta facendo sempre più forte e consistente nei miei boxer.
Erano un paio di giorni, forse più di due, che avevo lasciato perdere la masturbazione, non so perché o meglio ne sono consapevole ripensandoci ma in quel momento l'avevo dimenticato e l'unica risposta che riuscivo a darmi in quel momento e che per qualche strano motivo avevo scelto di non farlo. La verità invece è che avevo letto in qualche assurdo articolo che masturbarsi allontana dal proprio essere e da quello che potrebbe diventare, una ricerca non scientifica a cui mi ero affidato così senza un motivo logico, la gente si affida a
crema
costosissime e miracolose che fanno dimagrire e io non
posso affidarmi ad un articolo gratuito su Internet?
Ultimamente poi, tutto quello che capitava a tiro alla mia lettura sembrava diventare la sacro santa verità, l'assoluta verità.
Ero messo male. Sto messo male. Ne sono consapevole, ed é importante. Mi sentivo come alla fine di una corsa, di una strana corsa, di cui non si conoscono i risultati ma comunque alla fine. E adesso non sapevo che fare della mia esistenza e così la lasciavo vagare, anzi no, stavo aspettando, proprio come stavo facendo nella realtà, aspettavo e mi illudevo proprio come illudevo gli altri che l'arrivo di qualcuno cambiasse gli scenari di quella scena e della mia vita. Ma torniamo alla mia erezione improvvisa e al pensiero di trovare una soluzione per farmela passare, decido di incrociare lo sguardo di qualche passante, dovevo distrarmi se non volevo alzarmi con quel coso in bella vista, vado fiero di quello che ho tra le gambe tanto che potrei girare nudo per strada ma il pudore regalatomi dal mio nucleo familiare mi fa provare quel leggero imbarazzo. Contino a sentirlo, lo sento premere sulla stoffa delle mutande, grida la sua libertà, inconsapevole del fatto che non poteva, nel mondo animale sarebbe stato diverso, ma ripeto in quello umano, tradizionalmente corretto e decorato da numerose virtù come la decenza, la pudicizia e tante altre verità imposte, questo non é possibile. Da bravo essere umano ricco di virtù cerco di limitare i miei impulsi, ma più li limitavo e più le cose peggioravano.
Senza accorgermene la mia mano era di nuovo sui miei jeans per garantirgli una posizione più comoda e meno visibile
all'occhio estraneo.
Sono pronto per andare via, quando un ragazzo molto carino si ferma proprio davanti a me, lo squadrò dalle scarpe e salgo su fino a leggergli il labiale, mi chiede di accendere e così gli porgo l'accendino in rigoroso silenzio. Tra maschi si fa così. Si resta in silenzio si annuisce e si dimenticano le buone maniere, il grazie e il prego sono scambiati con un gesto della testa come per segnalare il si e no. Tutto questo essere virili o meglio essere
Maschi, viene interrotto da
-Sei di queste parti? - domanda sedendosi accanto a me, sembra voler compagnia, si sentiva solo o semplicemente annoiato e poi come sempre avremmo finito per parlare del tempo o dell'inquinamento acustico.
-Abito qui vicino- rispondo con scioltezza e mi accorgo di fissarlo un po' troppo da quando mi ha chiesto di prestargli l'accendino. Tutto quel fissare da parte mia, mi fa rendere conto che non aiuta la mia pura condizione..

Gay sexualityWhere stories live. Discover now