Tra gli scogli

9 1 0
                                    

Dopo quel giorno perdo di vista Jack. Si è dissolto nel nulla, un fiocco di neve al sole sarebbe durato di più.
Lo cerco sui social, non so perché non l'ho fatto prima, eppure é la prima mossa da stalker da fare, e scopro che tornato a casa sua.
Avrei voluto continuare un qualcosa con lui, forse sarebbe stata un'avventura, forse avremmo potuto essere amici o probabilmente sarebbe stato lo scopamico perfetto per la mia estate priva di significato, ma questa sorta di destino sessuale aveva scelto di farmi ritornare alle pratiche solitarie che avevo precedentemente abbandonato.
Il caldo finalmente mi aveva spinto ad andare alla ricerca di frescura e cosa c'è di meglio del mare.
Come ogni anno i miei genitori avevano deciso di prenotare in una delle spiagge più IN del momento, sempre popolato dai soliti individui etero e figli di papà che non mi degnano di uno sguardo.
Non sono mai stato popolare.
Per essere popolari non bisogna essere come me, e non intendo gay, ma non bisogna essere un individuo capace di pensare con il proprio cervello, e se non sei capace di inventare e lanciare mode, tanto quanto ti é impossibile seguire la massa, allora diventi me, invisibile o quasi. Solitario. Conosciuto, ma ignorato.
Tornando alle problematiche estive, quella per me più evidente, era quella di vedere tutti quei ragazzi in costume, praticamente era come stare davanti ad una vetrina di una pasticceria e non poter comprare nulla.
Tutto ti fa gola ma non puoi, tu non puoi. lo non posso.
Dopo il mio solito tuffo a cane morto e la solita nuotata da cinque minuti precisi e mai sforati, risalgo per accomordarmi
sulla sdraio.
Ho come un orologio interno, che mi avvisa del tempo che scorre, lo fa quasi sempre e quando è tutto in perfetto sincrono, il tempo e io, mi sento soddisfatto. Accanto al mio ombrellone le solite facce viste e riviste, i soliti con la puzza sotto il naso, che dopo i dodici anni mi hanno tolto il saluto pur ricordandosi il mio nome, chiudo gli occhi, questanno ho una missione, ho deciso di abbronzarmi.
Il sole mi punzecchiava la pelle era una bella sensazione, niente male per uno come me che aveva sempre evitato il sole, la spiaggia e il mare.
Era passato troppo tempo, ma quest'anno non mi sarei fatto fregare dai soliti pensieri. Me ne sarei fregato di tutto e tutti e sopratutto di quei pensieri troppo intrusivi che mi facevo, pensieri che sono fradici di paure, insicurezze.
Riapro gli occhi e una faccia in lontananza mi sorride, riconosco immediatamente la voce, un'espressione poco simpatica invece compare sulla mia di faccia, e il sorriso in lontananza si trasforma in voce,
- Nano- urla, alzo lo sguardo
- Stefy- rispondo più silenziosamente.
Lei invece era una di quella che saluta tutti e quindi anche me, le piace piacere, e nella sua testolina che sembra piena di campanelli tintinnati, sembrare amica di tutti gli esseri viventi nel suo raggio d'azione per lei equivale a piacere a tutti.
Accanto a lei un ragazzo dal fisico prestante, non so dove l'avesse conosciuto, forse in uno dei suoi viaggi tanto sponsorizzati dalle sue stories e dai video con i balletti e il sedere di fuori. Sicuramente doveva essere la sua nuova conquista, aveva tutte le caratteristiche dei ragazzi precedenti, tecnicamente perfetto ma con lo sguardo concentrato sullo schermo del cellulare, pronto a farsi qualche selfie con la lingua di fuori, il classico privo di qualsiasi contenuto, se non delle conoscenze base di palestronzaggine. Caratteristica insita nei corpi di quasi tutti i ragazzi muscolosi, soprattutto in quelli che pensano che tutto gli sia dovuto grazie alla forma definita dei suoi addominali. Li guardo e spero che prendano una direzione molto lontana dal punto in cui sto, ma non é così.
Stefy si avvicina e sgancia gli occhiali da sole firmati dal suo viso, poggiandoli sulla testa come una vera e propria Sharpay Evans
può fare.
-Quest'anno siamo vicini di casa- ride, pensa di aver fatto la battuta dell'anno, affermando, l'ovvietà
La risata di Stefy mi irrita è stupida, sembra aver appena visto una puntata di peppa pig, però sorrido non voglio essere maleducato.
-Lui è il mio ragazzo, Tito- lui alza la mano in segno di pace come un capo tribù.
Lo guardo e lo immagino con un copricapo indiano e mi accorgo che é sexy anche camuffato da indiano. Sembra un attore di qualche porno vintage.
Per un attimo il mio sguardo cade tra le sue gambe, mi perdo nella fantasia del suo stretto costume che non lascia niente alla fantasia. Distolgo lo sguardo nessuno sa che sono gay, ma non interessa, nessuno si é mai preoccupato di chiedermelo e ad una città a cui non devo niente non sento di dover dire qualcosa. E non per paura delle reazioni o per mancanza di auto accettazione da parte mia, anzi tutte queste cose non mi hanno mai preoccupato, aspetto solo che qualcuno me lo chieda per rispondere "Sì sono gay".

Gay sexualityWhere stories live. Discover now