Quella notte non riuscii a dormire.
Era la prima notte nel nuovo appartamento, e ogni singola particella nel mio corpo fremeva dalla voglia di scappare via.Le finestre ululavano a causa di alcuni spifferi che lentamente abbassavano la temperatura all'interno della stanza, il frigorifero in cucina emetteva un ronzio fastidioso e dal piano inferiore la musica a tutto volume faceva vibrare le mura della casa.
Ogni rumore sembrava amplificato nella mia testa, distruggendo ogni singola speranza di un sonno tranquillo e indisturbato. L'appartamento sembrava urlarmi quanto fosse diverso dalla mia vecchia casa.
Mi rigirai nel letto più volte, avvolgendomi nella coperta nel vano tentativo di trovare calore. Ma tutto apparve inutile. L'inquietudine si era insinuata dentro di me e non mi avrebbe lasciato andare tanto facilmente.
Chiusi gli occhi e provai a respirare lentamente, cercando di ingannare la mente e convincerla che andava tutto bene. Ma ogni volta che riuscivo quasi a rilassarmi, un altro rumore si aggiungeva al coro: una risata soffocata dal piano inferiore, un colpo sordo contro un mobile, il ronzio del frigorifero che non accennava a smettere, le sirene delle ambulanze che rimbombavano tra i palazzi.
Sbuffai nervosamente e mi tirai su dal letto con uno scatto, i piedi nudi colpirono il pavimento freddo. Non riuscivo a credere come mio padre riuscisse a dormire sogni tranquilli in mezzo a un baccano simile.
Avevo sopportato abbastanza. Se pensavano che mi sarei lasciata intimidire da un po' di musica assordante, si sbagliavano di grosso.
Uscii dall'appartamento e attraversai il corridoio come una furia, con i pugni chiusi e le labbra serrate per evitare di urlare ancor prima di guardare dritto negli occhi l'artefice di tutto quel rumore. Scendendo le scale a passo deciso, sentivo le pareti vibrare sotto i piedi.
Quando raggiunsi il piano inferiore, il rumore era diventato insopportabile.
Adesso, non restava che trovare la porta giusta.Mi fermai, scrutando il corridoio e cercando di individuare da dove provenissero quei bassi martellanti che risuonavano come un tamburo nelle mie tempie. Alla fine la trovai. La porta maledetta era lì, la penultima in fondo a sinistra, perfettamente in linea con la mia.
Avanzai svelta, ma il cuore iniziò a fare le capriole, e un pensiero mi colpì come un pugno: forse non era la cosa migliore da fare. Forse, l'omertà era la risposta a tutto.
Scossi la testa, cercando di ignorare la paura che mi strisciava lungo la schiena, e bussai freneticamente. Ormai era troppo tardi per tornare indietro.
Attesi qualche secondo, le braccia incrociate al petto e il piede che batteva nervosamente sul pavimento. La musica continuava a pulsare, come se nessuno avesse sentito il mio bussare.
STAI LEGGENDO
Il fiore più bello.
RomanceA pochi mesi dalla morte della madre e della sua migliore amica, Daisy si ritrova costretta a ricominciare da capo in una città sconosciuta, vivendo con un padre con cui ha sempre avuto un rapporto conflittuale. Determinata a ritrovare la pace che l...