Capitolo VII

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Duccio batteva freneticamente il piede sul pavimento, mordendosi il labbro inferiore. Controllava nervosamente lo schermo del telefono, nella speranza che quella fatidica notifica tanto attesa si palesasse da un momento all'altro.
«Du, adesso faccio esplodere quel telefono, te lo dico» Andrea ruppe il silenzio pesante che aleggiava nella stanza. L'agitazione che emanava il ragazzo aveva contagiato tutti, ormai impossibilitati a concentrarsi sui propri interessi per cercare di distrarlo.

Era passata una settimana da quando aveva proposto a Dorotea di andare alla fiera del vintage, di cui aveva visto l'annuncio molto tempo prima. Aveva avuto il coraggio di lasciarle il suo numero, aspettandosi che lei si facesse viva prima o poi, ma era arrivato alla rassegnazione: il suo intento era di partire nel primo pomeriggio e, ormai, i minuti di attesa stavano diminuendo sempre di più. Probabilmente non ci sarebbe andato nemmeno da solo e non aveva più senso trovare un'altra compagnia all'altezza dell'evento.

«Basta, ho capito che non le interessa minimamente passare del tempo con me» Si lamentò, gettando il cellulare il fondo del divano, sul quale si era accasciato.
«Forse è impegnata e non può» Dario provò a confortarlo, ma peggiorò solo la situazione e venne fulminato malamente.
«Poteva avvertirmi, le ho dato il mio numero apposta» Gli amici non ribatterono, perché effettivamente aveva ragione e sarebbe stato corretto se la ragazza lo avesse aggiornato, in qualsiasi caso.

«Le sto sul cazzo e me lo ha fatto capire, sono io ad essere testardo»
«Basta piangerti addosso. Ci sono molteplici motivi per cui non ti ha scritto e, se ti comporti così, fa bene a non farlo» Faster asserì freddamente, prendendo un sorso dalla sua birra.
«Vaffanculo» Duccio sapeva di dover smettere di fare la vittima, ma le parole del corvino lo avevano offeso e non poco. Andrea non era mai stato bravo a tener per sé i suoi giudizi affilati come coltelli e faticava a rendersi conto di quanto poteva ferire.

«Ragazzi calmatevi. Du, non hai nulla che non va, se lei non si è accorta di quanto sei unico, allora non ne vale semplicemente la pena» Ginevra cercò di placare gli animi e Duccio apprezzò davvero il suo sforzo, ma lui, Dorotea, non riusciva a superarla, nonostante le volte in cui l'aveva vista si potessero contare sulle dita di una mano. Si alzò dal sofà per andare in bagno, abbandonando quella stanza che lo stava soffocando. Si bagnò il viso, nel tentativo di ridestarsi dai suoi pensieri, guardandosi allo specchio: cosa aveva sbagliato?

Tornò sui suoi passi e, sotto gli occhi preoccupati degli altri, prese posto su una delle sedie che circondavano il tavolo. Riprese il telefono tra le mani e, in una frazione di secondo, questo fu scaraventato sul ripiano di legno. Dario, con cautela, accortosi dell'espressione scioccata dell'amico, osservò lo schermo e un piccolo sorriso spuntò sulle sue labbra.
«Che fai? Non le rispondi?» Il ragazzo dai capelli rasati lo fissò con sguardo insistente. Andrea ricomparve nella stanza, chiedendo cosa fosse successo.

«Dora l'esploratrice si è fatta viva?» Huda, seduta sulle gambe del suo ragazzo, alzò gli occhi al cielo per il nomignolo utilizzato dal corvino, annuendo scocciata alla sua domanda. Il ragazzo si avvicinò e lesse il messaggio.
«Dille che tra mezz'ora sei da lei, no?» Andrea fu appoggiato dal resto degli amici e Duccio digitò sulla tastiera quello che gli era stato consigliato.
«Cazzo! Ma sono presentabile?» L'adrenalina che scorreva nelle sue vene stava lasciando spazio al panico.
«Sei perfetto, però ti conviene darti una mossa sennò fai tardi» Ginevra sistemò la bandana nera legata sul capo del ragazzo e, dopo aver ricevuto altri incoraggiamenti, Duccio si chiuse la porta del bunker alle spalle.

Dorotea continuava imperterrita a controllare il suo aspetto, mentre, in videochiamata, Alessia tentava di tranquillizzarla.
«Ale, ho fatto una cazzata» Per la sesta volta, si stava cambiando gli orecchini, indecisa con quali il suo incarnato risaltasse di più.
«Non è vero! Andrà benissimo, poi è un ambiente a te familiare: stiamo parlando di una fiera del vintage, non di andare in un ristorante a 5 stelle» Alessia, benché fosse una persona mediamente paziente, incominciava a sentirsi irritata nei confronti dell'amica. Sarebbe stato sicuramente più facile se fosse stata lì insieme a lei, ma il caso aveva voluto che si trovasse a Milano dai suoi zii per il weekend.

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