All'inizio vi era l'ordine. Un unico sole attorno a cui ruotavano otto pianeti, tutti con i loro satelliti e vi era un'unica specie di Umani, e questi governavano un unico pianeta. Si credeva di possedere ogni conoscenza su ciò che regolava la vita...
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«I tuoi segreti.» insisteva Loki, avvicinandosi a J senza più alcun timore e iniziando a mettergli pressione. «Voglio sapere i tuoi segreti! Tutti» «Ma io non ho alcun segreto, ve l’ho già detto.» replicava il ragazzo, piegando la testa di lato mentre portava un dito alle labbra con fare pensieroso «Ho sempre sempre sempre agito sotto la luce del sole, e ho sempre sempre sempre risposto a tutte le domande che mi sono state rivolte. È così sin dall’origine dei tempi.» «Va bene, allora dimmi perché sei piombato nella mia vita proprio ora e per fare cosa.» «Questo non posso dirvelo.» «Allora lo vedi che hai un segreto!» «Ma no, non perché sia segreto, ma perché la mia risposta potrebbe mutare in ogni momento, a seconda di cosa volete sapere nell’esattezza. »
Sconsolato, Loki si diresse verso il divano, dove si lasciò cadere di peso nascondendo il volto tra le mani nella speranza che tutto quell’incubo finisse presto. Nel giro di una sola notte aveva inconsapevolmente adottato una bomba magica in formato bambino che gli aveva procurato un terribile mal di testa, per non parlare della confusione e dell’ansia che lo stavano assalendo. Se in un primo momento aveva creduto di poter sfruttare quel giovane per accrescere il suo potere, gli era bastato proseguire la conversazione per rendersi conto che non era così semplice. Per collaborare J aveva bisogno di domande chiare, dirette e non troppo personali, oppure la libertà di parlare liberamente di qualunque cosa gli passasse per la testa, ma la sola immagine di quel ragazzetto che chiacchierava con la sua vocina squillante per tutta la notte lo fece rabbrividire. Loki amava il sacro silenzio che avvolgeva casa sua, interrotto solo da qualche miagolio ogni tanto o dalle fusa degli innumerevoli gatti che trovavano rifugio proprio davanti alle sue finestre. Distruggere così la sua quiete era fuori questione.
«Che bello, avete dei gatti!» commentò di scatto il giovane, facendo aprire gli occhi a Loki e rimettersi composto con un sussulto. «Sai leggere il pensiero?» «Sì. Ma non mi piace tanto come attività. Sapete, non è piacevole avere tutte quelle voci dentro la testa che non fanno altro che parlare, parlare e parlare. È impossibile concentrarsi in questo modo, non trovate, Signor Loki?» «Già. Chiaro che poi vai fuori di testa.» «Esattamente! E se devo pensare ai problemi di tutti, come faccio ad occuparmi delle questioni importanti?» «Questioni importanti?» gli fece eco Loki, sentendo una scintilla di speranza accendersi nel suo animo. Forse un modo per comunicare col ragazzo e ricavare le informazioni che gli servivano lo aveva appena trovato. «Quali “questioni importanti” potrà mai avere un ragazzetto come te? Quale gusto di gelato prendere?» «Be’, sì! Anche quello, sì. Però ultimamente prendo sempre cioccolato. Ho scoperto che fa molto bene al cuore, alle arterie e soprattutto all’umore.» «…Sì, lo immagino. In effetti, un giovincello come te ha proprio bisogno di essere in salute» «Eh sì. Mi sento abbastanza stressato negli ultimi tempi» Sentir uscire una frase del genere dalla bocca di un bambino così piccolo scioccò Loki a tal punto che invitò al giovane a sedersi accanto a lui, facendogli posto in quel modesto divano grigio e invitandolo a sfogarsi liberamente. In effetti, tralasciano il vestito elegante, il corpicino minuto e l’aura magica che lo avvolgeva, J aveva decisamente l’aria di essere sfinito.