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«Lù, sveglia oggi è il grande giorno» era una delle mie migliori amiche al telefono. «Sofia sono le 8:30, che grande giorno poi?» chiedo ancora con la voce impastata dal sonno.
«Non mi dire che ti sei già dimenticata? oggi è il compleanno di Domenico» sbuffo alzandomi leggermente con la schiena. «E quindi? io non vengo» la informo, sono stata invitata anche io, ma non avevo voglia di andare ad una festa in piscina, di sera.
Non mi vergognavo di mettermi in costume anche se non  sono mai stata una silhouette, però in quel caso non mi andava proprio.
«E dai, ti prego almeno tu accompagnami» mi supplica lei. Sofia è una delle persone più convincenti che io abbia mai conosciuto. «Sofi ma io oggi ho il turno di pomeriggio, chiudo alle 21:30. Non riesco» cerco a mia volta di convincerla, senza ovviamente riuscirci. Lavoro in bar "prestigioso" mi pagano bene e i clienti sono super generosi con le mance. Grazie a questo lavoro sono riuscita ad andare a vivere sola, trasferendomi in un'altra città e sinceramente non ho voglia di perderlo per andare ad una stupida festa.
«perfetto, allora adesso avviso Francesca, stasera veniamo a prepararci da te e poi andiamo, adesso chiudo che devo scegliere il mio outfit ci sentiamo dopo» mi chiude il telefono in faccia senza neanche darmi la possibilità di replicare. E festa sia.

**********
Sono già le 18:30, mancano tre ore a fine turno ma quel giorno volevo che l'ora non passasse mai.
«Terra chiama Lucrezia» mi risveglia dai miei pensieri la mia responsabile. «Scusami Filo, dicevi?» le chiedo. Filomena è una signora sui 40 anni bassina e un po' robusta. Lavora qui dentro da quasi 15 anni. Io e lei siamo andate subito d'accordo, non avendo i miei genitori qui vicini è come se fosse una seconda mamma. «che hai tesoro mio? ti vedo preoccupata. è per la casa? ti ho sempre detto che puoi venire a vivere da me, ho una stanza vu...» Ha perso suo figlio molto piccolo e per il forte dolore il marito ha deciso di rifarsi una vita con una ragazza dieci anni più piccola di lui. «No no, non è per la casa. È che ho una festa stasera e non me la sento di andarci» le spiego. «Perché? sei bellissima e tutti dovrebbero vederti» non so come fa ma è come se riuscisse a leggermi nel pensiero. Ripeto, sono molto sicura di me, so di essere una bella ragazza e non mi sono mai paragonata a nessuno, ma io A QUELLA FESTA NON CI VOGLIO ANDARE. Non c'è un motivo mi sento che qualcosa andrà storto. «no, ma figurati lo so. però bho» rispondo, effettivamente non sapevo cos'altro aggiungere. «facciamo così, tu ci vai se poi la situazione non ti piace mi fai uno squillo e ti chiamo. Con una scusa ti faccio tornare a casa mh? che ne pensi?» questa donna è un genio. Le sorrido e corro ad abbracciarla. Senza di lei Roma non l'avrei sentita mai come Casa.

*****
Io: [ sto uscendo ora da lavoro dove siete?]
Checca: [ amo 15 min e siamo sotto casa tua]
Io: [ okay, allora salgo e inizio a preparare la cena]

Avevo la fortuna anche di aver trovato casa sopra il bar. Salgo le 2 rampe di scale che dividevano il piano terra da casa mia ed entro in casa. «Prada dove sei?» chiamo la mia gattina nella speranza che venga a salutarmi, ma così non è stato. Lascio la borsa e le chiavi all'ingresso, mi lego i lunghi capelli biondi e mi lavo le mani. Sbuffo mentre apro il frigo «Domani mattina per forza la spesa» dico ad alta voce parlando praticamente da sola.

Ero nel bel mezzo della preparazione dei miei gnocchi con il gorgonzola quando sento suonare il citofono. «Chi è?» domando al citofono «apri scema» erano Francesca e Sofia. Apro portone e porta e corro di nuovo in cucina prima che prenda fuoco. «È permessooo?» Io e le altre ci assomiglia moltissimo, l'unica cosa che ci differenzia è in primis l'età : io sono più grande di un anno (23) e poi il colore degli occhi. Tutte e tre siamo bionde però loro hanno gli occhi azzurri, io marroni quasi neri in realtà. «Ciao Prada, ciao amore» La mia gatta ama Francesca, qualsiasi cosa sta facendo se c'è lei deve correre a salutarla. «Ciao, siete cariche vedo» Le prendo in giro. «Io da morire» urla la più piccola, innamorata persa ormai del suo Domenico. Ci mettiamo tutte finalmente a tavola iniziamo a mangiare per poi andarci a preparare subito dopo.

Il mio punto debole Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora