~Beatrice ~
Ogni sera attraverso le vie di Milano con quello spirito di casa. Durante il giorno mi maledico di essere nata qui, in una città che non ti lascia mai un attimo di respiro: devo sempre da una parte all'altra, la metro passa ogni due-cinque minuti, ma riesco comunque a perderla. Ma di sera è diverso. Finalmente c'è più tranquillità. E in quel silenzio, o quasi, inizio a sentire battere forte il mio cuore mentre ammiro le bellezze della mia città.
Mentre mi dirigo verso casa, sento il telefono vibrare nella tasca del cappotto. Spero non sia nulla di urgente, perché oggi è stata una giornata pesante e non ho voglia di sentire nessuno. Guardo lo schermo e vedo una chiamata persa dal mio gruppo di amici.
Pare che domani avremo un nuovo compagno di classe. Le poche informazioni che ho? Italospagnolo con vibes americane:se queste sono le premesse...
Ripongo il telefono e inizio a immaginare come potrebbe essere questo ragazzo. Sinceramente, mi piacerebbe tatuato, Sicuro di sé ma nemmeno troppo egocentrico, occhi chiari, intensi, che sembrano far capire subito tutto di lui. E poi, il portamento: elegante in ogni anche nei piccoli gesti. Non si vuole far notare, ma quando entra in una stanza, tutti lo guardano.
Sicuramente non sarà come i miei amici secchioni, ma spero che abbia qualcosa da offrire oltre a un po' di cultura. Mi torna in mente l'incubo del test d'ingresso: Entrare in un'accademia così rigida era quasi impossibile, a meno che non avessi le giuste raccomandazioni. Eppure, fortunatamente, sono riuscita a varcare quelle porte nonostante non fossi raccomandata.
e da quello che ho sentito, lui potrebbe essere uno di quelli. Ma aspetto prima di giudicare, magari non è così.Arrivo al portone di casa e inizio a pentirmi di non aver preso le chiavi. Tutte le volte mi tocca mettere un codice per entrare. Vediamo se me lo ricordo: 650137.
"Codice errato" dice il campanello. Lo sapevo, sarò stata distratta. Riprovo.
"Codice errato" dice nuovamente il campanello.
Sto iniziando a innervosirmi. Inizio a tirare fuori il telefono per avvisare mio padre che sono senza chiavi e, di conseguenza, fuori casa."Posso provare io?" dice una voce maschile a me sconosciuta. Di solito conosco tutti i vicini di casa: dentro il palazzo saremo 3/4 famiglie.
"Certo" dico mentre mi giro a guardarlo.
Mi giro e mi trovo di fronte a questo ragazzo dagli occhi verdi, talmente intensi che per un attimo mi fermo a fissarli, perdendomi in quel colore. Ha capelli castani chiari e un'altezza
decisamente sopra la media. La sua corporatura è evidente, in particolare le braccia, che sembrano scolpite."Codice corretto" dice il campanello, facendomi quasi spaventare.
"Grazie mille" dico gentilmente per poi entrare dentro il palazzo.
"Prego, la prossima volta stai attenta" dice questo ragazzo con una voce rauca e questo accento a me sconosciuto ma che mi mette in soggezione. Cerco di non mostrare il mio imbarazzo, lo conosco da pochi secondi, ma la sua presenza mi tiene già in allerta perché sto provando delle sensazioni che non dovrei provare in questo momento.
"Si tranquillo, e grazie ancora" dico ancora un po' incerta, perché sto iniziando a sentirmi così. Mi sta mettendo in difficoltà e, proprio per questo, devo arrivare immediatamente al pianerottolo per entrare in casa e non vederlo più.
Sento che mi sta seguendo. Non mi dire che abitiamo pure allo stesso piano. Finalmente arrivo al pianerottolo, dove inizio ad aprire velocemente il portone per entrare dentro. Ma quando mi giro un attimo per vedere dove sta, mi accorgo di averlo davanti.
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il sussurro della luna
ChickLitBeatrice è una diciassettenne introversa che affronta la sordità e l'apatia mentre frequenta la prestigiosa Accademia Vittorio Manzoni. Tra le tensioni con la madre manipolatrice e un padre che cerca di restare presente, Beatrice si sente in trappol...