~Beatrice~
Sabato mattina. Una delle poche gioie della settimana, l'unico giorno in cui posso sottrarmi all'obbligo della scuola e fingere che il mondo fuori dalla mia stanza non esista. Non che la settimana sia stata particolarmente insopportabile, ma quest'anno è iniziato con una certa... tensione. E di tornare a scuola oggi non se ne parla proprio. Ho dato tutto quel che avevo, anche troppo, in queste lezioni e non...
Mi alzo dal letto senza troppo entusiasmo e mi dirigo la sala. L'aroma del caffè che mio padre ha preparato mi guida fin lì, come ogni mattina del weekend. Mi siedo al tavolo, prendo una fetta di pane e la spalmo lentamente con un po' di Nutella, mi servono un po' di zuccheri per iniziare al meglio questa giornata, per poi rimanere a fissare il piatto senza avere molto appetito.
E così, inevitabilmente, mi tornano in mente i pensieri che ho cercato di mandare via durante la settimana. Liam Evans. Il mio nuovo vicino di casa nonché compagno di classe, di male in peggio. Mi chiedo come faccia a sembrare così sicuro di sé, così... naturale, in ogni cosa che fa. Mi ritornano in mente i suoi sguardi, i tentativi di sfida, le sue battute, e quella facilità con cui sembra voler entrare nella mia vita, senza permesso. Non posso fare a meno di chiedermi cosa pensi davvero di me. E se soprattutto non mi stia solo prendendo in giro.
Ma mentre mi perdo in questi pensieri, mio padre mi riporta alla realtà con una risata.
"Papà? Con chi stai parlando?" chiedo, sollevando un sopracciglio. Non è da lui ridere così, soprattutto di primo mattino."Oh, niente, piccola, mi hanno mandato un meme. Sai, quelle cose che non ti fanno mai ridere" risponde scrollando le spalle, con una leggerezza che sembra fin troppo casuale.
Provo a crederci. Davvero, ci provo. Ma dentro di me sperò sempre che sia qualcos'altro. Che trovi qualcuno con cui condividere i suoi momenti. Da quando mia madre è uscita dalla nostra vita, papà si è concentrato solo su di me e sul suo lavoro. Non che non apprezzi la sua dedizione, ma forse è arrivato il momento che anche lui pensi a sé. Cerco di mascherare il mio desiderio con un sorriso ironico.
"E com'è che a te fa ridere?" scherzo.
"Oh, perché ho un ottimo senso dell'umorismo," ribatte ridendo ancora. Poi cambia argomento e iniziamo a parlare del più e del meno, di come devo stare attenta con le assenze scolastiche, delle cose che dobbiamo fare in casa e di quel film che vorremmo vedere insieme stasera. Alla fine, saluto papà con un bacio sulla guancia e torno in camera mia, con ancora quella risatina sospetta che mi frulla in testa.
Quando sto per posare il telefono sul comodino, noto una notifica. È un messaggio di Liam: "Perché non sei a scuola? Tutto bene?"
Lo fisso a lungo, domandandomi se rispondere o meno. L'istinto mi dice di ignorarlo, ma non riesco a ignorare il fatto che, per una volta, qualcuno sembra preoccuparsi per me senza ulteriori scopi. Non ha l'aria di qualcuno che giudica, e non mi ha mai trattata come "quella con problemi" o con la freddezza di chi pensa di sapere tutto. In qualche modo, riesce a farmi sentire normale, come se non fossi io a essere "sbagliata". E questo pensiero mi colpisce, più di quanto vorrei ammettere.
Alla fine, decido di non rispondere. Semplicemente lo lascio lì, tra le notifiche, anche se la sua domanda mi torna in mente mentre apro la finestra per fare entrare un po' di aria fresca. Il traffico del sabato mattina, la città che si muove, i rumori che si mescolano al leggero vento: tutto sembra distante, ma in un modo che mi tranquillizza. Stare qui, a osservare il mondo da sopra, mi fa sentire come se fosse tutto più piccolo e insignificante. E per un attimo, mi sento libera.
Senza pensarci troppo, riprendo il telefono e mando un messaggio a Emma, chiedendole se vuole venire a fare un po' di shopping con me. So che ha avuto l'influenza e non è uscita di casa per tutta la settimana; quindi, spero che un po' d'aria fresca le faccia bene. Non passano due minuti che mi risponde con un "Arrivo!" e io mi ritrovo a sorridere. Almeno qualcuno ha ancora l'energia di buttarsi fuori senza pensarci.
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il sussurro della luna
ChickLitBeatrice è una diciassettenne introversa che affronta la sordità e l'apatia mentre frequenta la prestigiosa Accademia Vittorio Manzoni. Tra le tensioni con la madre manipolatrice e un padre che cerca di restare presente, Beatrice si sente in trappol...