Prologo

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Diciotto anni prima,
New York.

"La paura non ha l'abitudine di dire la verità"
-Tacito.

"Altri due bambini, uno di dieci anni e l'altro di otto, sono scomparsi.
I genitori del primo ragazzino confessano di averlo dimenticato al parco, una volta tornati non c'era più.
Il secondo bambino viveva con un' amica dei defunti genitori.
Non si hanno più loro notizie da ormai due giorni.
Le ultime persone ad averli visti, dicono di non aver notato niente di diverso dal solito.
La polizia sembra essere ancora in alto mare col primo caso, avvenuto mesi fa.
Cosa sta succedendo in questa città?
Che fine hanno fatto questi ragazzi? "

Poggiò il giornale sul tavolino nero cenere e rise.

La stanza era completamente avvolta dal buio, il silenzio interrotto solamente dalla sua risata agghiacciante.

Poi, d'un tratto, una domanda.

<<Perché?>> la voce era maschile, infantile, tenera e innocente.

Non poteva esserci niente di più puro al mondo, nonostante fosse avvolto dalle tenebre.

Nonostante fosse ormai abbandonato a sé stesso.

Nessuno poteva essere più importante e puro di lui.

Un angelo caduto dal cielo, per atterrare nell' inferno.

Eppure, lui l'inferno vero non lo conosceva.

<<Immagina di avere a disposizione centinaia di ragazzini, senza guida, arrabbiati con la vita, al tuo completo servizio.>>

Il piccolo non conosceva il significato di quelle parole, ma credeva fossero geniali.

Magari anche rivoluzionarie.
Credeva nel signore che era seduto sulla poltrona rossa, davanti a lui.

Credeva, credeva da sempre.
E non sapeva bene in cosa, ma lo faceva lo stesso, perché gli era impossibile non farlo.

ANGOLO AUTRICE🧚

Okay, questo è il prologo, perciò è molto corto.
Come vi sembra? spero vi sia piaciuto almeno un po' ❤️

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