Like a gift

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Presente, New York.
Istituto Thompson.

"Eppure resta che qualcosa è accaduto,
forse un niente che è tutto."
-Eugenio Montale.

Lylith⚔️❄️

Quando ero piccola pregavo.

La notte, quando non riuscivo a dormire, prendevo una coperta e mi sedevo sul muretto dietro al Thompson.

Guardavo la luna e mi chiedevo perché me.
Perché ero stata scelta proprio io?
Perché eravamo stati scelti noi?

C'erano tanti perché, e io me li ero posta davvero tutti, senza mai trovare una risposta.

Quando ero piccola speravo.

Pregavo e speravo che magari il giorno dopo, qualcuno nel cielo, avrebbe deciso di salvarmi.
Di mettere fine alle mie pene.

Magari qualcuno mi avrebbe notata e gli avrei fatto pena, magari qualcuno mi avrebbe aiutata.
Magari un giorno qualcuno avrebbe deciso di salvarmi.

Avrebbe detto che non era giusto.
Eppure, non era successo.

Così avevo smesso.
Di pregare, di sperare, ma mai di guardare la luna.

Era come un libro per me.
Delle notti era bianca latte, e mi ricordava la morte.
Altre era di un giallo pallido, e mi ricordava che oltre al bianco e al nero c'erano altri colori.

Altre volte, però, il suo bianco latte mi ricordava il buon sapore di quest'ultimo.
E altre volte ancora, il giallo pallido mi ricordava le mura del suo studio.

E ancora, le sue forme mi stupivano ogni notte.
Quando era piena e vera, quando lasciava vedere solo un lato di sé, nascondendo quello più tenebroso.

Questa notte era così.
Di un bianco freddo e timida, al punto dal nascondere una parte di sé, che era sempre quella più difettata, dietro a una enorme nuvola grigia.

Oggi la luna era inquietante.
O forse era semplicemente il mio stato d'animo a essere inquieto di suo.

Mentre la guardavo mi tornava in mente il discorso fatto oggi.

<<Come già sapete, siete la migliore squadra che ho. Lavorate bene insieme, ve lo concedo.>>

I suoi erano complimenti, ma suonavano come degli insulti.
Tutto ciò che usciva dalla sua bocca, sembrava sempre un insulto.

<<Perciò ho scelto voi per questo compito.>>
Si alzò in piedi, e io cercai di coprire il tremolio delle mani di Daphne.
Se avesse continuato così, l'avrebbe scoperta.

<<Può sembrare scontato, ma non prendetelo sotto gamba. È più difficile e importante di quel che sembra.>>

Il tremolio alle mani di Daphne aumentò, ma prima che potessi fare qualcosa, Brooke poggiò la mano sopra quelle della bionda.

Decisi di prendere la palla al balzo per evitare che la concentrazione del capo finisse su loro due.

<<Di che cosa si tratta?>> domandai, quindi.

no feelings - the fearDove le storie prendono vita. Scoprilo ora