2. Una strada piena di sassi

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C'è una sola consapevolezza che hanno in comune sia chi si è tuffato da uno scoglio abbastanza alto, sia chi ha osservato qualcuno farlo. La percezione che il salto duri molto mentre lo si compie rispetto a quando lo si guarda.

Chi si lancia nel vuoto non ha tempo di pentirsene mentre chi lo guarda pensa che si possa fare.

Quando si cade verso l'acqua si ha solo il tempo di prepararsi all'impatto e alla percezione del freddo sulla pelle che arriverà a breve.

Olivier aveva passato molte estati della sua adolescenza a tuffarsi dagli scogli di Cap Croisette e quella sensazione non aveva più segreti per lui. L'invio di quei messaggi era stato il passo verso il vuoto che non poteva più annullare. Ora la sua pelle aspettava l'acqua fresca. Conosceva così bene cosa doveva aspettarsi che il suo corpo fu attraversato da un brivido anche sotto il getto caldo della doccia.

Aveva inviato i messaggi assicurandosi che erano stato ricevuti tutti e quattro ma non aveva atteso le risposte. Come se dovesse decomprimere le sue emozioni, aveva lasciato il telefono sul tavolo della cucina e si era catapultato nella doccia abbandonando i vestiti lungo il percorso.

Aveva chiuso la porta per consentire al vapore di permeare la stanza come se volesse essere nascosto per qualche minuto prima di affrontare le conseguenze di quei gesti.

Aveva bisogno di essere stupito. Chi di loro avrebbe accettato di vederlo? E chi avrebbe rifiutato? Chi avrebbe dimostrato di essere felice di sentirlo? Chi si sarebbe arrabbiata al solo sentire il suo nome?

Yvonne era quella che nutriva più rancore e forse quella non si sarebbe presentata. La loro rottura era recente ed era troppo orgogliosa per accettare di essere lasciata. Olivier dava per scontato che la sua risposta fosse un rifiuto condito da offese e rabbia che avrebbero preannunciato il blocco del suo numero in modo che non potesse contattarla mai più.

Anche Aurore forse lo odiava, e ne aveva tutti i motivi, ma era passato tanto tempo. Il suo rancore poteva essere stato sostituito da quella nostalgia che pervade due persone che si volevano bene e che, a un certo punto, si ritrovano.

Chantal era stata la sua prima vera fidanzata quando aveva ventitré anni. Si erano accompagnati a vicenda durante molte delle loro prime volte. Questo non poteva essere cancellato dal tempo. Non l'aveva mai davvero persa del tutto perché tramite qualche messaggio sui social network entrambi ogni tanto riuscivano ad assaporare degli scampoli delle loro rispettive vite.

Come avrebbe reagito Hélène, invece, non riusciva a immaginarlo. Nonostante fosse la sua relazione più lunga, da quando era finita non si erano sentiti più anche se nessuno dei due aveva bloccato i profili social dell'altro.

A differenza ci Chantal, però, Hélène usava quelle piattaforme in modo più simile a Olivier: poche foto postate in modo sporadico e un'attenzione involontaria ma maniacale per evitare di condividere i momenti importanti delle loro vite. La loro relazione era finita da circa quattro anni ma Olivier non sapeva quasi nulla di lei.

Rabbia? Indifferenza? Malinconia? Frustrazione? Gioia? Ognuno di questi sentimenti poteva accompagnare la lettura del suo messaggio. Ma una forte emozione sarebbe stata sufficiente per convincerla a vederlo? Il dado lanciato poco prima non poteva dargli nessuna certezza.

Chiuse gli occhi e si buttò con la testa sotto il getto della doccia. Per alcuni istanti il rumore dell'acqua fu l'unica cosa che riusciva a sentire. Non aveva la percezione del tempo che passava, proprio come durante un tuffo. Qualcuna di loro aveva già risposto? Avevano tutte e quattro accettato o rifiutato? L'ultima ipotesi avrebbe reso il suo piano come un tuffo troppo breve per essere anche solo percepito. E se invece avessero accettato tutte, come avrebbe gestito il poco tempo tra un incontro e l'altro? Come avrebbe gestito un eventuale incontro di qualcuna di loro?

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