Capitolo 1

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Vuoi vivere una vita semplice, senza pensieri, senza rammarico, senza fretta, senza amore, senza sofferenza?

rimani senza amici.

era quella la strada che avevo scelto io.

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Ed eccomi qui, in una nuova città, in un nuovo appartamento, in una nuova scuola, un nuovo obbiettivo:

ignorare tutti.

È appena suonata la prima campanella, e io mi fiondo in classe, un buon modo di ignorare tutti?

1. Arriva in classe prima di tutti.
2. Non guardare negli occhi nessuno, il guardarsi è il primo passo per un'amicizia.
3. Mai entrare in sala pranzo.
4. Mai entrare nel parchetto.
5. Esci per ultima a scuola.
6. Non essere ne secchia ne asina a scuola.
7. Vestiti di colori cupi, che non attraggano sguardi altrui.
8. Non alzare per nessun motivo la mano.
9. Resta sempre chiusa in bagno.
10. Non parlare.

Ecco le 10 regole che mi ero imposta di seguire, i prossimi anni, così esegui la prima regola, entrai per prima in aula e mi sedetti meli ultimi banchi, i meno gettonati.

La cosa più brutta era vedere entrare le solite squaldrine, circondate da ragazzi palestrati, che ridono come oche e si fiondano sui ragazzi più carini della classe come se fossero dei panda che si attaccano alle piante di bambù.

La lezione incominció, con le solite battute dei fighi della classe e le alzate di mano dei secchioni.

Era ormai arrivata la metà lezione quando, dalla porta, entró Calum Hood, ne avevamo parlato al corso di orientamento, ex playboy ancora però in giro di ragazze.

Si scusò con il professore e si sedette nel banco affianco al mio.

(Stupida Alex, dovevi proprio scegliere un banco con due posti?!) ripeteva il mio subconscio.

La lezione procedette naturalmente dopo l'ultima interruzione, fino al suono della campanella.

Nel mettere le pene dentro l'astuccio peró, feci il mio secondo errore di prima giornata, feci cadere una penna!

Mi piegai per raccoglierla quando sopra la mia mano sentii un veloce formicolio causato dal calore di un'altra mano che sfiorava la mia e che prendeva la mia penna prima di me.

"Questa deve esser tua" mi disse Calum sfoderando un sorriso.

"Grazie" sussurrai io piano piano, maledicendomi mentalmente per il mio errore.

"Io sono Calum, ma per gli amici Cal tu sei?" continuó lui.

Ma non risposi e mi limitai a sfuggire dalla sua presa e a correre verso il bagno.

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Finalmente l'ultima ora era finita, così mi ritrovai ad aspettare che tutti uscissero per prendere la mia adorata bici di seconda mano, e avventurarmi nelle strade di Sydney, arrivando dopo neanche 10 minuti nel mio appartamento.

Salii le scale, maledicendomi per non aver acquistato un'appartamento con l'ascensore finché arrivai alla mia porta.

Mentre cercavo le chiavi di casa però avvenne quel che proprio non volevo, la porta difronte si aprì, facendo sbucare una ragazzo della mia età più o meno.

"Ci rivediamo, ragazza-misteriosa" sentii dire.

Non potevo crederci.

Quella voce.

La SUA voce.

we aren't friends ~c.h.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora