Non era ancora iniziata veramente la giornata ma questo non impedì a Teo di capire che sarebbe stato un miracolo se fosse arrivato vivo alla fine di essa. Per prima cosa, Don Gregorio lo aveva svegliato
personalmente ancor prima che fosse sorto il sole -- dicendo che avrebbe dovuto recuperare il tempo perso il giorno prima svolgendo attività" extra -- e fu costretto a lavarsi e cambiarsi in penombra.
Per colazione gli venne concesso un singolo bicchiere dilatte freddo, come se il freddo mattutino non gli
avesse gelato le ossa ancor prima. Si concesse altri cinque minuti adagio sulla sedia, nella sala dove ogni giorni si riunivano i frati per consumare i pasti; era anche vero che quella volta gli toccò mangiare in disparte ma un momento di
solitudine non gli dispiacque, era quasi lieto di poter fissare il vuoto e pensare a ciò che preferiva, senza bisogno di dover comunicare con qualcuno.
Dopo aver detto un'ultima preghiera di ringraziamento, gli venne in mente di dirigersi a messa per poi ricordare solo un attimo dopo che era ancora troppo presto. Raccolse così, a malincuore, la lista di cose da fare che aveva stilato con la sua orrende grafia Don Gregorio; si chiese quanta povera corteccia avesse dovuto soffrire per creare un foglio tanto esteso.
In cima, impresso sulla carta a caratteri fin troppo grandi, si
presentava un "pulizia di tutto il convento" e a fianco "lavare i
piatti dopo la colazione generale", questo punto gli fece ricordare di aver lasciato il bicchiere sporco di latte sul tavolo.
Teo sospirò, da ragazzino amava dare una mano in casa per le
faccende domestiche, dover pulire un edificio intero da cima a fondo era una cosa ben diversa. Mise in rassegna le stanze del convento, tenendo a mente le più caotiche, e infine optò per iniziare a pulire quelle che secondo lui erano le meno faticose continuando a ripetersi che servivano come riscaldamento e
che in questo modo sarebbe stato maggiormente pronto alle stanze "giganti". Anzitutto però andò in cucina a lavare il bicchiere.Era ormai mezzogiorno quando Teo finalmente si accasciò sul suo letto, stropicciando le coperte e pentendosene quindi subito. Inizialmente si stava per convincere che sarebbe stato un minimo interessante e produtivo sistemare ogni stanza questo prima di cominciare a starnutire e tossire come un forsennato. Credeva che Don Gregorio avesse pagato
qualcuno per svolgere le pulizie domestiche o che perlomeno
affidasse l'incarico ad un paio di frati; ora a Teo venne da chiedersi da quanto tempo in realtà quel posto non venisse pulito. Non era mai stato una persona eccessivamente
ossessiva su certe cose, eppure a pensarci non poté reprimere
un brivido di disgusto. Non rimase molto stupito nel constatare che la maggior parte delle stanze occupate quotidianamente da Don Gregorio erano in effetti le messe meglio; suppose che in parte ci avesse visto
giusto: esistevano persone addette alla pulizia di alcune stanze.
Mangiò velocemente, non perchè avesse altre faccende da svolgere ma perchè l'unica cosa che desiderava in quel momento era affondare la faccia nel cuscino e diventare un
tutt'uno con le coperte del suo letto. In teoria avrebbe dovuto stirare la tunica e ripetere il solito discorso funebre ma decise che ci avrebbe pensato in seguito; era certo che, se non si fosse preso una pausa di almeno un'ora, quella sera il funerale da celebrare sarebbe stato il suo.
Alla fine l'ora di riposo se la prese.
Si prese anche la seconda.
E anche la quinta.
Arrivò a tardo pomeriggio che ancora stava dormendo e se un
altro frate non avesse fatto iruzione in camera sua per sbaglio avrebbe continuato persino fino al mattino seguente. Per sua fortuna non ci mise molto a stirare la tunica - forse
tutte quelle vesti annerite gli erano servite da insegnamento e bastarono un paio di letture al discorso per farglielo riaffiorare nella memoria
Teo non era esperto in cerimonie funebri o matrimoniali, il massimo che avesse mai fatto era stato aiutare il vescovo nelle comunioni e nelle cresime. Aveva ovviamente assistito a cerimonie funebri condotte dai suoi compagni sacerdoti, era semplice, eppure l'argomento suscitava in lui angoscia: vuoto o Paradiso erano semantici se lui avesse smesso di vivere.
Aveva pensato di aggiungere altri due o tre righi al discorso, per dire qualche parola in onore dei defunti; dopo però constatò di non averli conosciuti e di non conoscere abbastanza bene neppure la loro famiglia, chiuse quindi la boccetta contenente l'inchiostro e mise ad adagio la penna sul tavolo.Arrivarono le sei di sera e Teo si stupì nel notare quante poche
persone fossero presenti in chiesa, gli dispiacque quasi.
In prima fila erano seduti Christopher e Romeo, la mano del
fratello maggiore tra quelle del minore, e al banco dietro il loro
si sporgeva in avanti una ragazza dai lunghi capelli rossi. La giovane sembrava star dicendo qualcosa, evidentemente di poca importanza: gli occhi di Romeo erano fissi al pavimento con sguardo perso, vuoto; Christopher sembrava solo non
interessato all'argomento, osservando i presenti. Quando vide
che Teo listava fissando, la rossa tacque.
Suonate le sei in punto, prese posto sull'altare un secondo prete - "in caso di emergenze" aveva spiegato in precedenza Don Gregorio. Teo lo tradusse come "in caso tu fallisca in
mansioni tanto semplici, e non me ne stupirei, ci sarà qualcun'altro meglio istruito di te, cosa non molto rara, che prenderà il tuo posto" -- e iniziò il funerale.
Non fu niente di complesso, un'agevole messa adattata alla
tematica del passaggio dalla vita alla morte e informazioni terrene dei defunti, elogi, preghiere per le loro anime. Si scoprì che i due coniugi scomparsi non avevano raggiunto
nemmeno la mezza età, anzi, ne erano ancora abbastanza lontani. Nessuna delle persone che salì sull'altare per onorarne la memoria - raccontando come si erano conosciuti o di aneddoti passati-disse qualcosa di sgradevole sul loro conto; sembravano tutti increduli dell'accaduto, quasi stentavano a
crederci, come quando durante la lezione di scienze ti spiegand che anche le stelle più luminose sono destinate a spegnersi all'improvviso. Quell'anno la peste aveva spezzato centinaia di vite, da quelle fragili degli anziani a quelle di tenera età. Seppur Teo non conoscesse la miriade di persone decedute, ne
soffriva ugualmente la perdita: ogni volta che giungeva notizia di un perito, sentiva un gelo trapassargli le osse, fino a risalire in superficie ed incollarsi a lui come fosse una seconda pelle scomoda. Forse era per questo che celebrava esclusivamente messe domenicali...
Arrivati a metà cerimonia, ad accompagnare le letture si aggiunse anche il coro; nel frattempo Teo si era voltato per cambiare i fogli sull'ambone con quelli che avrebbe dovuto recitare dopo. Giratosi nuovamente notò che mancava una
persona alappello. Provò a cercare una risposta negli occhi di Romeo ma il ragazzino non ne voleva sapere di alzare lo sguardo, sembrava concentrato a torcersi le dita; ora anche il volto della ragazza era contrariato, deluso.
Teo dovette reprimere il cipiglio che minacciava di insinuarsi sul suo volto; si guardò intorno, facendo finta di star osservando la situazione generale tra i presenti, i quali non dettero segno di aver visto nulla di insolito durante quell'arco di tempo o di aver notato che qualcuno se ne fosse andato troppo presto.
Alla fine cedette.
Prima che il coro finisse di cantare, dette effettivamente il compito di concludere il funerale all'altro sacerdoto - sperò almeno che avrebbe tenuto la bocca chiusa con Don Gregorio o che quest'ultimo non avrebbe fatto domande sulla
questione -- e si diresse verso l'esterno della chiesa.
Non sapeva neppure il perché si fosse agitato tanto non vedendolo tra le altre persone, alla fine non la conosceva. Era però vero che "fuggire" dal funerale dei propri genitori risultava alquanto inconsueto, soprattutto se questi erano stati due figure di un'importanza non trascurabile nella vita di un figlio...
Non fu difficile individuare Christopher, era seduto ai piedi
dell'albero di mele nel perimetro della parrocchia stessa.
Appoggiato al tronco e con ciuffi di erba rigiratosi tra le dita dava l'impressione di essersi trasformato in uno di quei contadini lasciati essiccare al sole per tutte le ore diurne a raccogliere patate.

STAI LEGGENDO
Sinful - tra amore e peccato
RomanceIl giovane Teo, fin dalla precoce infanzia, ha sempre pensato che l'unico cammino giusto fosse quello di Dio. Un giorno "sente la chiamata del Signore" e da lì capisce che quella è la vita che gli è sempre spettata. La sua vocazione sembra essere un...