Capitolo 1: L'Addestramento di Zara

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Capitolo 1: L'Addestramento di Zara

La mia prima lezione con Anakin Skywalker era iniziata all'alba, quando la luce pallida del sole appena sorto inondava il Tempio Jedi di sfumature dorate. Ero emozionata, troppo forse, al punto che dovevo costantemente ricordare a me stessa di mantenere la calma, come si addice a una Jedi. Ma il cuore batteva forte.

Anakin Skywalker. Il nome mi aveva sempre affascinato, pronunciato con un rispetto misto a un senso di mistero. Era un Jedi straordinario, ma anche... diverso. Una volta mio maestro mi aveva detto che Anakin aveva una luce dentro di sé, una luce forte e ardente, che lo rendeva capace di azioni straordinarie, ma che lo portava sempre vicino a un confine sottile. E ora io, una semplice Padawan, avrei avuto il privilegio di imparare da lui.

Appena iniziammo, lui mi fissò con quegli occhi intensi e un sorriso appena accennato che mi mise subito in difficoltà. Aveva un modo di scrutare che faceva sentire come se tutto fosse trasparente, come se vedesse dentro di me, oltre i miei pensieri, fino ai miei dubbi più nascosti.

<Zara,> disse, con voce calma ma ferma, <per essere una Jedi non basta imparare a combattere. La Forza scorre in tutto ciò che fai, in ogni tua scelta. È una responsabilità, ma anche un dono.>

Annuii, cercando di assimilare ogni parola. Il suo tono aveva qualcosa di ipnotico. Sentivo che parlare della Forza per lui era come parlare della propria anima. In ogni sua lezione, c'era la passione di chi viveva ogni parola, ogni insegnamento.

Durante le settimane successive, mi portò in missioni che, lo capii subito, erano molto più impegnative di qualsiasi addestramento avessi mai ricevuto. Ogni sfida mi costringeva a spingermi oltre i miei limiti, a sfruttare la Forza in modi che non avrei mai immaginato. Anakin sembrava sempre un passo avanti, anticipando ogni mio movimento, ogni mio errore. Quando fallivo, sapeva correggermi senza farmi sentire incapace, ma solo desiderosa di migliorare.

C'era una missione in particolare, su Naboo, che mi rimase impressa. Eravamo soli, all'ombra di una foresta densa e silenziosa. Dovevo trovare un obiettivo nascosto, usando solo il mio legame con la Forza. Ma, più mi concentravo, più mi rendevo conto di essere distratta... da lui.

Sentivo la sua presenza, vicina, forte. E quando chiusi gli occhi per connettermi alla Forza, riuscii solo a percepire lui. Non era la Forza che mi guidava in quel momento, ma qualcos'altro. Era come se Anakin fosse diventato il mio punto focale, la mia ancora. E mi spaventava.

<Sei distratta,> disse d'un tratto, con un sorriso che sembrava aver capito molto più di quanto volessi ammettere.

<Non è vero, Maestro,> risposi, cercando di nascondere l'agitazione. Ma lui rise, in quel modo sincero che scioglieva ogni mia resistenza.

<Nessuno diventa Jedi senza affrontare qualche distrazione. Fa parte del percorso. La chiave è imparare a ritrovare l'equilibrio.>

Mi guardava, ma non c'era alcuna traccia di giudizio nei suoi occhi, solo comprensione. Mi fece sentire al sicuro, e allo stesso tempo turbata. Non avrei dovuto provare qualcosa per lui. Era un Jedi, io ero una Padawan, e c'era una linea invisibile tra noi che non andava attraversata.

Eppure, più trascorrevamo del tempo insieme, più quella linea diventava sottile. C'era una connessione che sentivo crescere ogni giorno di più, fatta di fiducia, di ammirazione, di un desiderio profondo di essere vista da lui, di sentirmi davvero compresa. Ma, come Jedi, sapevo che ogni legame emotivo poteva trasformarsi in una debolezza, in una catena. Eppure... non potevo evitarlo.

La sera, spesso mi trovavo da sola nei giardini del Tempio, immersa nei pensieri. Chiudevo gli occhi e cercavo di calmare la mente, ma Anakin tornava sempre nei miei pensieri. Il suo sguardo intenso, il modo in cui la sua voce scorreva fluida quando parlava della Forza, della sua visione del mondo, della giustizia. E io ero lì, ad ascoltare ogni parola come se fosse per me sola.

<Zara, ti perdi di nuovo,> mi diceva spesso, e ogni volta mi ritrovavo a sorridere senza neanche accorgermene.

Ogni giorno passato accanto a lui, sentivo crescere dentro di me qualcosa che andava oltre l'addestramento. La Forza era con noi, un filo invisibile che sembrava legarci e tenerci vicini, anche quando la mia mente lottava per allontanarsi.

Quella lotta tra ciò che sentivo e ciò che dovevo essere cominciava a consumarmi, un segreto che portavo dentro e che ogni giorno diventava più difficile da ignorare.

Figli della forza // Anakin Skywalker (251)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora