CAPITOLO 2 I CUSTODI DELL'ANELLO DEL RE

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<<Mark, è proprio di te che abbiamo bisogno. La missione è in Medio Oriente, e tu sei il miglior esperto mondiale in archeologia. Ricordati che mi devi un favore.>>

 Mark, allora ricordò quello che era avvenuto tredici anni prima, all'epoca di Desert Storm nella prima guerra in Iraq.La compagnia d'artiglieria comandata dal capitano Levant, si dirigeva verso Bassora nel tentativo di ricongiungersi con il gruppo del maggiore Marshall; infuriava una tempesta di sabbia e non si riusciva a distinguere un soldato dall'altro in quell'inferno babilonese.Ad un tratto si sentì il rombo di un aereo;i soldati esultavano felici,finalmente sarebbero stati rifocillati dai camerati e amici.Il caporale Wilson notò però l'assenza della stella americana sull'aereo,che,minaccioso si avvicinava sempre più;ebbe solo il tempo di gridare:<<Gas-Gas, tutti a terra>>,che dall'aereo furono lanciate bombe all'iprite. Il gas letale,proibito dalle leggi di guerra,invase tutta la compagnia di trenta uomini del capitano Levant. Mark dette subito ordine di indossare la maschera antigas, mentre con il caporale Wilson cercava di fare l'iniezione di atropina ai suoi uomini: l'unica arma di salvezza contro la morte atroce dell'iprite. Mentre le facce e tutto il corpo dei soldati si riempiva di bolle rosso-sangue dolorosissime e l'aria non arrivava più ai polmoni, correva verso di loro il comandante Mark che con la siringa piena del farmaco salvava i suoi ragazzi. Ne aveva salvati già venti dall'estrema fine, quando il caporale Wilson gli gridò:<<Capitano si faccia subito l'iniezione, presto, prima che sia troppo tardi>>.

 Ma Mark rispose:<<Non lascerò morire i miei uomini in questo deserto, li voglio salvare tutti: dal primo all'ultimo>>.

Il caporale allora, visto che era irremovibile fece finta di assecondarlo e si allontanò; fece solo pochi passi e non appena Mark si voltò, lo colpì con la base del mitra, facendogli l'iniezione salvavita. Mark ricordò il rumore degli elicotteri apache che su ordine di Marshall veniva a salvarli.<<Accidenti, certo che mi ricordo quel periodo. Mi è rimasto ancora il bernoccolo che mi procurò il caporale Wilson. A proposito, che fine ha fatto quel figlio di pane ignoto!>>

 L'alto ufficiale, accarezzandosi lentamente i baffi rispose:<<Il sergente maggiore Wilson, mandato in missione segreta in Iraq è scomparso. Attualmente ignoriamo la sua sorte. Speriamo sia morto, le torture arabe sono terribili e tu lo conosci, Wilson è uno che non parla....>>.<<D'accordo generale, per Wilson e per eroi come lui sarò dei vostri!>>

 Il generale, soddisfatto dell'adesione, fece accomodare l'archeologo nella sala azzurra dell'ambasciata americana in Ungheria. Lo studio era ben arredato, una eleganza antica circondava il palazzo dell'ambasciata, un tempo residenza degli Asburgo imperatori d'Austria e d'Ungheria, alle pareti trofei di caccia di safari in Africa che Mark osservava perplesso.Fu scosso dai suoi pensieri da un rumore forte di scarpe pesanti e da una voce forte:<<Spero che le piaccia la caccia dott. Levant!Sono l'ambasciatore Robert Powell, il generale Marshall mi ha informato che lei è un bravo cacciatore>> .

<<A volte l'uomo si comporta peggio degli animali. La bestia primordiale è ancora dentro di noi, il mio compito è stanarla e distruggerla prima che infetti tutto l'uomo>>.

<<Sono d'accordo con lei. In realtà queste teste di leone, antilopi e coccodrilli sono degli errori di gioventù. Sapete, da giovani siamo stati influenzati dal mito di Hemingway, il grande scrittore e cacciatore>>.

<<Ma adesso siete cresciuto. Vi prego, date degna sepoltura a questi poveri esseri; ve ne sarei molo grato>>disse Mark con tono deciso.

<<Sarà fatto!>> esclamò il fiero ambasciatore.

Mark fu molto soddisfatto di quella decisione anche se, nel frattempo fissò la sua attenzione su un quadro appeso dietro la scrivania, riproducente la stella di Salomone. Il nostro eroe stava pensando che lo stesso ambasciatore doveva essere d'origine ebraica, quando il diplomatico quasi avesse letto nei suoi più intimi pensieri disse: <<No! Dottor levant, non sono ebreo. La stella di Salomone è un talismano per tutti i credenti dell'Altissimo; non importa se ebreo, cristiano o musulmano. Esso c'indica la via e costituisce una barriera insormontabile contro i nemici>>.

IL SEGRETO DEL SOLEWhere stories live. Discover now