Capitolo 2

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                          Keira
Oggi non sono preparata mentalmente per il compito di scienze quindi miei fratelli sono stati d'accordo a farmi restare a casa.
Io li vedo un po' come una mamma e un papà dato che per noi non ci sono mai stati tranne quando si trattava di soldi.

"Ehi Satanella vedi di non fare troppe assenze non vorrai farti bocciare" urla Simon dal bagno mentre tampona la guancia di Alan. La signora Deb per poco non gliela staccava.
"Ha parlato quello che l'anno scorso è stato promosso solo perché il preside non voleva più vederlo"
"È perché sono troppo affascinante per certe persone quindi preferiscono non guardarmi" risponde subito e decido di finire lì la conversazione perché, in un modo o nell'altro, vincerà sempre lui.

Dopo aver studiato la materia peggiore al mondo decido di sfogarmi, ne ho davvero bisogno dopo una settimana snervante questo è l'unico modo per trovare un po' di pace.

Entro nel piccolo sgabuzzino con appeso un sacco da boxe mezzo rovinato e infilo i guantoni che papà mi comprò quando avevo solo sei anni.

Colpisco ripetutamente il sacco pensando a quanto ha fatto male quel giorno di 10 anni fa, colpisco pensando al suo sguardo mentre mi picchiava, colpisco pensando alla rabbia di non essere potuta stare con i miei fratelli.

Colpisco sfogando in un pugno tutta la rabbia contro di "mamma", se si possa chiamare tale, perché sapeva quello che papà mi stava facendo eppure è sempre stata zitta e ferma.

Ma soprattutto rido,una risata amara di chi ascolta tutti ma non viene mai ascoltato.
Rido per far capire a chiunque mi stia ascoltando che non mi hanno fermata. Nessuno può fermarmi.

Nessuno tranne lui

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