Gliel’ho detto alla luna che non ti amo più
neanche lei ci ha creduto.Mary Third
Amanda
<Finalmente.>
Ansima sul mio collo, incastrando la lingua in tutte le pieghe della mia pelle.
<Finalmente sei qui.>
Mi scosto per riuscire a guardarlo in viso, gli occhi grigi mi penetrano l’anima.
<Logan?>
Dico, confusa e sconnessa.
<Si, asso, sono io.>
Mi guardo intorno, osservando la stanza che conosco bene. È la sua.
Finalmente, dice una parte di me.
Si china sul mio corpo e copre la mia bocca con la sua, donandomi baci che mi bruciano le labbra, e brividi selvaggi mi percorrono la schiena.
Finalmente.
<Ti voglio.>
Mi dice, ed io trovo meravigliose quelle due parole.
Anch’io ti voglio, finalmente.
Non oppongo resistenza quando si abbassa sul mio ventre, e mi allarga le gambe per farsi spazio.
Io sono già pronta per accoglierlo, e mi godo la vista dall’alto mentre lui poggia la lingua su tutto il mio essere.
Mentre lo osservo, l’occhio mi cade su un dettaglio.
Manca qualcosa.
Mi alzo sui gomiti per guardare meglio, ma neppure così riesco a vederlo.
Il mio tatuaggio del serpente non c’è.
<Logan?>
Lo richiamo, leggermente allarmata, e lui mi guarda dal basso del mio corpo con un sorriso perfido.
<Si, asso?>
<Tutto questo è reale?>
<Lo è.>
Senza sprecare altro tempo, torna a dedicarsi a ciò che stava facendo prima che lo interrompessi.
Però non mi piace più.
Qualcosa non va.
Dov’è il mio tatuaggio?
<Logan?>
Lo richiamo un’altra volta, ma ora lui non risponde.
Gli lascio scivolare le dita tra i capelli, piano.
<Logan?>
Riprovo, e a questo punto lui inizia ad andare più veloce, tenendomi ferma.
<Aspetta, Logan!>
Dico, alzandomi ancora un po' sul materasso e affondandogli le unghia nelle spalle.
<Aspetta un attimo, fermati!>
Il mio tono di voce si fa più alto, mentre cerco di muovermi e alzarmi, allontanarmi da lui. Ma mi tiene ferma, sono bloccata.
<Ti prego, Logan, fermati!>
La voce mi esce disperata, grossi nodi mi si legano alla gola, e la vista mi si appanna.
Urlo, graffiandogli le braccia, cercando di allontanarlo da me.
E proprio quando getto la testa all’indietro, e chiudo gli occhi lasciandomi andare ad urlo straziato, lui si ferma.
<Amanda?>
Lo sento chiamarmi, in ginocchio tra le mie gambe.
<Cosa mi hai fatto?>
Quando abbasso il capo per guardarlo, ciò che mi si presenta davanti mi fa mancare l’aria.
Logan piange ora, il viso chino a guardarsi le mani.
Mani macchiate di rosso, grondanti, mentre un cuore malmesso ci batte sopra.
Con uno scatto, mi scosto e mi schiaccio contro la testiera del letto, abbracciandomi il corpo.
<Sei stata tu.>
Dice, piangendo e alzando la testa.
Quando incontro i suoi occhi, tutto in me si frantuma.
<Sei stata tu a farmelo.>
Ripete, mentre calde lacrime soffocano i miei respiri.
<Sei stata tu!>
Urla, e il cuore scompare dalle sue mani, lasciandole insanguinate e vuote.
<Sei un mostro!>
Mi si getta addosso, e per istinto io chiudo gli occhi, tremante e terrorizzata.<Logan!>
Mi sveglio urlando, un nome che le mie labbra si impongono di non nominare più ormai.
Sono tutta sudata, ho i capelli appiccicati alla fronte e alle spalle, il respiro affannato.
<Cazzo.>
Bisbiglio, guardandomi le mani per assicurarmi di essere tornata alla realtà.
<Esci dalla mia testa, serpente schifoso.>
Apro e chiudo le dita per tornare in me, per convincermi di essere davvero nel mio corpo.
<Ehi.>
Adriàn borbotta alle mie spalle, sull’altro lato del letto, la voce ancora assonnata.
<Tutto okay?>
Appoggia una delle sue delicate mani sulla mia schiena, e mi lascia morbide carezze di conforto.
<Si.>
Rispondo di getto, scostandomi il lenzuolo bianco dalle gambe e muovendomi verso il bordo del letto.
<Torna a dormire.>
Non protesta, ed io mi muovo a tentoni nel buio fino a raggiungere la porta della camera.
Non sarebbe dovuto restare a dormire, ma quando siamo tornati dal cinema ci siamo gettati sul letto sfiniti, e poi ci siamo addormentati.
Mamma rompe sempre un po' quando al mattino lo ritrova nel mio letto, crede che io sia ancora un’adolescente smarrita da educare.
Allo stesso tempo adora Adriàn però, quindi non la fa mai troppo lunga.
Mi muovo nel lungo corridoio buio, casa di mamma è grande e bella, però non è la mia.
Fa molto caldo, ed io sono tutta sudata con indosso ancora il vestitino bianco di ieri sera, perciò mi dirigo immediatamente in bagno per lavarmi via il sudore.
È notte, perciò non mi preoccupo di chiudere bene la porta, la socchiudo e mi libero dalle bretelle del leggero vestito.
In un secondo ricade ai miei piedi, ed io sono completamente nuda.
Non ho indossato le mutandine, volevo aggiungere un po' di piccante alla nostra serata, ma Adriàn ha protestato non appena gliel’ho detto.
<Non qui, mi amor, guardiamo il film.>
Come se me ne importasse qualcosa del film.
Apro l’acqua della doccia, e non mi premuro di regolarla, anzi giro solo il rubinetto dell’acqua fredda.
Quando mi ci infilo sotto, bagnandomi i capelli, mi rigenero immediatamente. Che meravigliosa sensazione.
Mi lavo in fretta con i prodotti che trovo sul pavimento della doccia, quando finisco mi avvolgo un asciugamano intorno al corpo ed esco dal bagno, lasciando i capelli bagnati.
Mi dirigo verso la cucina e i miei piedi scalzi non producono nessun suono sul pavimento di marmo, il silenzio è sovrano.
Recupero dal frigorifero una bottiglietta d’acqua, ed esco fuori in veranda.
Mamma ha messo un meraviglioso dondolo qui, e dalle travi di legno penzolano degli acchiappa vento di cristallo, che suonano una dolce melodia mossi dalla brezza estiva.
Mi siedo sul dondolo e per un po' mi godo la pace di questo momento, osservando la luna candida che mi saluta dal suo trono.
Chissà se ha gli stessi colori a Las Vegas.
Chissà se anche lui la sta guardando in questo momento.
Si dice che non si potrà mai essere davvero lontani finché ci si trova sotto lo stesso cielo, mi chiedo se lo vediamo ancora allo stesso modo quello spazio infinito pieno di stelle.
È sempre difficile per me quando gli occhi grigi del serpente mi tormentano i sogni, e quando mi sveglio sensazioni strane mi abitano il cuore.
Una parte di me, avrebbe voluto restare con lui per sempre, ovunque, a qualunque costo.
L’altra parte, invece, voleva solo correre lontano e non voltarsi mai più.
Non credo ci sia amore per lui in me, ora come ora, però ogni tanto una domanda fastidiosa mi rimbomba nelle pareti della mentre.
Cosa saremmo potuti essere?
Il fatto è che quando ho scoperto il suo segreto mi sono sentita tanto stupida per non essermene resa conto, così tanto che per un po' ho detestato me stessa.
Poi, lentamente, ho capito che non era colpa mia.
Era sua.
Lui ha distrutto tutto, due volte.
Per questo lo odio, perché non ci ha mai concesso l’opportunità di scoprire come sarebbe potuta andare.
Una colpa ce l’ho anche io però.
Anche io ho distrutto il suo cuore.
Lo so per certo, l’ho visto con i miei occhi quella notte.
È come se lui lo tenesse in mano, proprio come nel mio sogno, ed io non mi fossi fatta scrupoli nel lanciargli una freccia infuocata.
Io l’ho ferito, io l’ho distrutto.
È solo che non mi andava di restare l’unica vittima, volevo che la nostra guerra finisse con un pareggio.
E così ho dato a lui quello che ha dato a me, in quel momento e anche cinque anni fa.
Dolore.
Crudele, spietato, malvagio.
Lo stesso che mi ha macchiata, adesso lo porta addosso anche lui.
Ed io mi detesto per questo a volte, ma odio di più lui e la lancia di ghiaccio tagliente che mi ha conficcato nel petto.
Farò pace con i miei demoni, prima o poi, perdonerò le mie colpe.
Ma lui…
spero si ricordi le ferite che mi ha causato, e che ne porti addosso di peggiori, per sempre.
<Ehilà.>
La testa di mamma fa capolino dalla porta della veranda, e il suo sorriso illumina tutto come se fosse appena apparso il sole.
<Ancora sveglia?>
Le dico, spostandomi di poco sul dondolo per farle spazio.
<Non riesco a dormire.>
Sbuffa lasciandosi cadere sui cuscini color menta.
<Fa caldo, e Robert mi sta appiccicato.>
Rido, perché l’amore di questi due mi fa sempre arrivare quasi al punto di commuovermi.
<Ero venuta nella tua stanza, perché di solito è più fresca.>
Quasi mi strozzo mentre prendo un sorso d’acqua dalla bottiglia che mi sono portata dietro.
<Ma quello che ho trovato nel tuo letto, a quanto pare, non eri tu.>
La guardo rivolgendole un sorriso di scuse, e lei scuote la testa evitando di scoppiare a ridere.
<Ci dorme mai a casa sua?>
Dice, rivolgendo lo sguardo verso la luna.
<Si che ci dorme.>
Aggiungo immediatamente, sulla difensiva.
<Non mi pare.>
Inclina la testa e la vedo sorridere di mezzo lato.
<Anzi, non sono neanche sicura che ce l’abbia una casa.>
Scoppio a ridere, poggiando la testa sulla sua spalla.
<Invece ce l’ha. È anche molto bella.>
Lei inclina di poco il capo, fino ad appoggiarlo sulla mia fronte.
<Ti vuole molto bene.>
Resto zitta per un po', perché a volte il peso di questa consapevolezza mi piomba sul cuore facendomi male.
A volte credo di non essere in grado di dargli quello che lui da a me in egual misura.
<Io lo so che ti manca quello che avevi a Las Vegas.>
Dice poi, allungando una mano per toccare la mia.
<Non è vero.>
Butto fuori subito, intrecciando le dita alle sue, e lei sospira.
<Vuoi sapere una cosa?>
Sorrido, accarezzando il dorso della sua mano.
Io amo parlare con lei.
<Che cosa?>
<Tuo padre e Robert sono due persone completamente diverse.>
Alzo la testa per guardarla, ridendo piano.
<Questo lo so già.>
<Si, ma...>
Si sistema sul dondolo, posizionandosi di fronte a me, e io incrocio le gambe.
<Non conosci l’amore che io provo per loro.>
<In che senso?>
Il suo sguardo si perde nel vuoto per un attimo, ma le sue labbra sorridono.
<Immaginali come un uragano e un vento tiepido di primavera. Tuo padre è l’uragano, Rob il vento tiepido.>
Rido, rigirandomi una ciocca di capelli rossi tra le dita.
<E che cosa significa?>
Lei mi guarda come se non vedesse l’ora di rispondere a questa domanda.
<Significa che con tuo padre ogni giorno era diverso. Era come una montagna russa di emozioni. Era...piccante, ma anche dolce. Pigro, ma non noioso. A volte l’inferno, altre il paradiso.>
Allunga una mano per accarezzarmi una guancia, e per un po' anche le sue dita si attorcigliano ai miei capelli.
<Con Rob, invece, la linea è sempre retta. Non ci sono salite, niente curve, nessuna sosta. Lui è un vento tiepido, ti rinfresca ma non ti da i brividi.>
Aggrotto le sopracciglia confusa.
<Che cosa vuoi dire con questo?>
<Voglio dire che l’amore con tuo padre era...diverso.>
Questo lo sapevo già, per questo non stanno più insieme.
La mamma rivolge lo sguardo di nuovo verso la luna, e per un po' sembra perdersi tra i suoi ricordi.
<Era una montagna russa, Mandy. Le montagne russe ti terrorizzano, ma ti danno quell’adrenalina che ti fa venire voglia di salirci ancora. E allora tu corri il rischio, superi la paura, fai innumerevoli giri e ti godi la sensazione del cuore che batte veloce. Ma se fai troppi giri, poi finirai per sentirti male.>
Mentre io la guardo un’altra volta confusa, senza averci capito niente, lei si rilassa sul dondolo e si perde ad osservare i cristalli mossi dal vento.
<L’uragano ti ferisce, il vento tiepido ti accarezza la pelle.>
Detto questo, si alza e fa per andarsene, ma poi si ferma e mi lancia un ultimo sguardo.
<Io ho scelto il vento tiepido perché volevo donare la pace al mio cuore, ma ogni tanto la notte mi ritorna in mente l’uragano.
Quelli ti restano dentro per sempre, e tu non puoi farci niente.>
Dopo avermi sorriso, mi volta le spalle e si avvicina alla porta.
<Mamma?>
La richiamo, e lei si gira come se lo avesse già previsto.
<Anch’io voglio donare la pace al mio cuore.>
Inclina la testa, poggiando una mano sullo stipite della porta.
<E allora goditi il tuo vento tiepido, bambina.>
Senza aggiungere altro, sparisce oltre la porta e mi lascia da sola con la luna.
Ho capito cosa vuole dire.
Logan è stato il mio uragano, e anche se non voglio rimarrà dentro di me per sempre.
Ma questo non significa necessariamente che devo stare con lui.
Io non voglio più lasciarmi ferire.
Non voglio più salire sulle montagne russe.
Mi alzo di scatto dal dondolo e torno dentro, percorro quasi correndo la strada fino alla mia camera, dove il mio vento tiepido giace addormentato.
Chiudo la porta alle mie spalle e mi libero dall’asciugamano, mentre i capelli ancora bagnati mi solleticano il fondo schiena.
<Adriàn.>
Dico, balzando sul letto e poi a cavalcioni su di lui.
<Adriàn.>
Ripeto, iniziando a baciargli il petto nudo e sudato.
<Adriàn!>
Dico più forte, scuotendo una volta i fianchi sopra quella parte di lui già gonfia.
<Dios mìo!>
Sussulta lui, svegliandosi di colpo.
<Che cosa fai?>
Seppur assonnato, le sue mani si muovono già sulle mie cosce intorno ai suoi fianchi.
<Sei il mio vento tiepido.>
Gli dico, baciandogli le labbra con ardore, per poi mordicchiargli il lobo.
<Non ho capito.>
Dice, ritrovandosi immediatamente vigile e pronto.
Abbandonando il sonno, mi afferra per i fianchi e mi fa sdraiare sul materasso, posizionandosi sopra di me.
<Ma se è un sogno>
Aggiunge, liberandosi delle mutande e regalandomi la piena visione di lui.
Deve essersi spogliato nel sonno, vittima del caldo.
<non svegliatemi mai.>
Conclude, baciandomi sulla bocca che io schiudo per accoglierlo.
<Ti amo.>
Gli dico, incrociandogli le caviglie sulla schiena.
<Ti amo.>
Lo ripeto, mentre inclino i fianchi per arrivargli più vicino, e lasciargli intendere ciò che voglio.
<Cazzo se ti amo!>
Aggiunge lui, strappandomi un sorriso ed entrando dentro di me senza chiedere il permesso.
Niente uragano, niente ghiaccio tagliente, nessun fuoco selvaggio.
Vento tiepido, che mi punzecchia le guance, che mi fa sorridere e scuote con delicatezza i cristalli.
Niente montagne russe che ti fanno girare la testa, niente paura.
Amore gentile, amore felice, amore disarmato.
Voglio questo, voglio la pace, voglio una vita senza demoni.
Voglio lui, con i suoi occhi color miele, i capelli biondi, e la pelle abbronzata.
Lui, che anche quando fa sesso mi tratta con cura, mi tocca come se temesse di farmi male.
Non mi fa male.
Scelgo il vento tiepido, e dico addio al mio uragano, anche se vivrà per sempre nei miei ricordi.
Scelgo lui, perché il ghiaccio non spegne più il mio fuoco.
Io sono indomabile, fiamme alte e fumo soffocante.
L’uomo di ghiaccio che ho amato, non riuscirà più a toccare il mio fuoco selvaggio.
Perché io ho scelto, e lui rimarrà rinchiuso nei corridoi della mia mente.
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Ace of hearts
Romance𝑩𝒍𝒖𝒇𝒇 𝑰𝑰⚘️ L'amore è un sentimento complicato. Sa ingannare, distorcere la realtà a suo piacimento, mostrarti qualcosa che non esiste. In amore si può bluffare, manipolare le regole e cambiarle. Il serpente ha bluffato, ingannato, distorto...