UN AMORE VESTITO DI NERO

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«Mi dispiace, ma non posso farlo». A quelle parole, la ragazza corse fuori dal Duomo di Cremona, tirando a sé il suo vestito nero e lasciando cadere il suo anello.

Doveva essere un matrimonio segreto, ma quel pianto all'interno della chiesa era diventato come un assordante applauso. Un triste applauso.

Guglielmo la osservò correre verso l'uscita. Quella anima che fino ad un attimo prima le sorrideva con una dolcezza infinita. Si girò a guardare il prete.

Lui stava già chiudendo il Vangelo. Gli poggiò la mano sulla spalla: «Mi dispiace, ragazzo. Non sempre tutto va come noi vogliamo che vada...». Così dicendo, si girò, elargendo le ultime pesanti parole: «...ma Dio ha un percorso per ognuno di noi».

Con che tranquillità imbarazzante aveva concluso la celebrazione il prete lo metteva in soggezione. I loro sguardi si incrociarono e notò qualcosa di stranamente ambiguo.

Guglielmo rimase da solo, nel silenzio della chiesa, mentre il prete si rintanava nella stanza a fianco. Il pianto della ragazza rimbombò lontano nella sua mente. Prese a correre verso l'uscita, mentre il portone si chiudeva davanti a lui.

«Non farlo!» gridò, mentre il cuore gli esplodeva nel petto. Il solo pensiero di perderla lo martellava, un rimbombo di campana tra i suoi pensieri. «Non farlo. Sai che ti amo».

La ragazza gli lanciò uno sguardo.

Era venuto a sapere di quel piccolo tradimento, quel bacio che era scappato in una serata qualunque qualche anno prima.

«Fidati, possiamo passarlo. Insieme come sempre contro tutti». Gli occhi di Guglielmo puntavano il bellissimo viso.

Gli occhi di lei volgevano verso la piazza, dalla balconata di marmo. Non rispose, immersa nei suoi pensieri.

Il ragazzo fece un passo in avanti, mentre due guardie si affiancavano a lui, pronte ad intervenire. Si frappose, facendo cenno di no con la testa. Doveva e sapeva di doverci pensare lui. Lui la conosceva meglio di chiunque, anche se quel piccolo tradimento aveva minato la sua fiducia.

Chiara sorrise, uno sguardo pieno di scuse. Il suo corpo si sporse, sparendo dalla vista di Guglielmo, mentre le urla della gente esplodevano oltre la sua vista.

Il vuoto si strinse forte attorno al cuore del violinista, lo prese e lo frantumò in migliaia di pezzi.

"Mi dispiace, Guglielmo".

Fabula Sacerdoteris - Le Leggende Dei Sacerdoti (Lombardia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora