Guglielmo si svegliò di soprassalto. La stanza attorno a lui era illuminata poco ed era piena di colonne di libri, impolverate alla cima.
«Dove mi trovo?». Il dolore divampò alla schiena appena provò ad alzarsi.
«Meglio che tu stia giù. È già tanto che abbia funzionato. Devi riprenderti».
Funzionato cosa?
Don Pirits era seduto al suo fianco con una borsa in mano: «Dovrei essere riuscito a liberarti dalla maledizione. Meno male che ne avevo ancora qualche goccia. Dovrò informare i piani superiori di inviarmene dell'altra».
Guglielmo lo guardò interrogativo.
Il prete sorrise: «Guardati il braccio».
Il violinista spostò gli occhi sul braccio. Il tatuaggio non era più presente.
«Sì, diciamo che ti è andata bene, molto bene. Era da tanto che avevi il segno?». Un lungo sospiro. Anche lui era rimasto provato dalla situazione.
«No, da qualche anno...».
Il sacerdote posò la borsa su un'asse sorretto da quattro colonne di libri: «Strano. Solitamente, hai un legame con una maledizione così potente solo dopo secoli. Oppure...». Cominciò a correre per la stanza, controllando le copertine. «Trovato!» esclamò con gioia. Cominciò a sfogliare il libro con frenesia, cercando tra le pagine.
Il ragazzo notò le lettere in latino ed il colore leggermente opacizzato; doveva essere antico. «Cosa cerchi?» sussurrò Guglielmo, tirandosi su lentamente. Era veramente felice per quello che gli era successo che era curioso della spiegazione.
Il sacerdote puntò il dito su una pagina.
Ad Longinum Sanguinem
contrasts with Animam Cassii
Solus ille qui unum e duobus signis exhibet in communione cum affectu forti
a maledicto se liberare poteri
«...anche sotto contratto. Ecco perché sono riuscito a liberarti, mentre altre persone le ho dovute uccidere».
Guglielmo deglutì. Uccidere?
"Bravo, amore mio. Stanotte, puoi liberarti del peso che hai".
La voce di Chiara risuonò tra i suoi pensieri, mentre il sacerdote produceva delle fiamme dalle mani. Il viso della ragazza apparì sorridente.
«Amore...» sussurrò il violinista.
Lei smise di sorridere e spostò la testa di lato, guardandolo ancor più intensamente. Si osservarono per un lungo momento, senza dire nulla. Uno sguardo di intenso ardore che sarebbe potuto durate all'infinito. Poi, con un sorriso ed un occhiolino, Chiara si spense tra le fiamme.
"Bravo, amore mio. Stanotte, puoi liberarti del peso che hai".
Le parole risuonarono nuovamente, prima che Guglielmo, con le lacrime agli occhi, facesse cenno al sacerdote di spegnere le fiamme.
Ringraziò il sacerdote con un altro cenno della testa. Non sarebbe riuscito a proferire parola in quel momento, ma vederla veramente ancora per una volta era stato il regalo più bello tra le note amare di un demoniaco patto.
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Fabula Sacerdoteris - Le Leggende Dei Sacerdoti (Lombardia)
FantasiE se i sacerdoti fossero cavalieri, maghi, assassini...appartenenti a organizzazioni, dove le storie del folklore italiano ne fanno da sfondo? Un giro nelle leggende d'Italia sotto forma di fantasy, in racconti brevi brevi...molto brevi (leggi tutto...