ANGUIS, EREDE DI CASSIO

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Il violinista era uscito dalla casa del sacerdote. Dopo essere stato liberato, aveva ringraziato Don Pirits e si era diretto per le strade di Cremona, a fare ciò che più gli piaceva: suonare il violino per i passanti e percepire, tra le note, la sua bellissima Chiara. Ora che era libero, poteva finalmente pensare di godersi un po' la sua vita.

"Come hai osato sfidarmi?".

La voce gracchiò nella sua mente. Guglielmo l'aveva riconosciuta bene, ma continuò a camminare. Non avrebbe ceduto nuovamente.

Passare oltre e pensare al suo futuro.

"Oooh, tu veramente credi in quella frase?"

Una risata esplose nella sua testa.

"Non hai capito in cosa ti sei cacciato, maledetto. Un patto non può essere spezzato così facilmente. Tutto ha un prezzo".

A quelle parole, un piccolo insetto svolazzò sul collo del violinista e lo morse.

***

Don Pirits si era messo a guardare il libro.

Però, non è possibile che fosse Cassio. Lui dovrebbe essere sparito agli albori. Com'è possibile? Il Marchio era stato debellato qualche decennio fa.

Era da tempo che non leggeva. Un piccolo momento che si concedeva spesso in passato, ma che coi tempi aveva perso.

Sorrise, quando prese a leggere le prime righe. Se le ricordava ancora, ancora gli piaceva in fondo.

"Ti consiglio di stare lontano dai miei affari, prete, se non vuoi che la sventura colpisca anche te".

Quel gracchiante pensiero.

Il libro cadde a terra, mentre il corpo di Pirits era immobilizzato. Fronte a lui, una figura nera.

"Tu devi stare fuori dalle faccende che non ti riguardano. Ad Anguis non piacciono le intromissioni. Questo dovresti saperlo, erede di Longinus".

A sentire quel nome, tutto prese forma, dando le risposte alle domande del prete.

Fabula Sacerdoteris - Le Leggende Dei Sacerdoti (Lombardia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora