I - LEO

129 8 1
                                    

Non avevo pensato che viaggiare su un drago meccanico, guidato da un figlio d'Efesto e la figlia del titano Atlante potesse attirare dei mostri. Evidentemente mi sbagliavo. Mentre sorvolavamo l'America in cerca della prima cittá da visitare avvistammo un'arpia, una enorme e famelica arpia, che puntava verso di noi. Ero abituato a pensare alle arpie come dei mostri "amichevoli" poiché al Campo Mezzosangue il loro lavoro era riordinare e pulire le varie case. Ma vedere un'arpia infuriata era una scena orribile. Lei ci puntò e scese in picchiata ma il mio drago Festus riuscì ad evitarla, noi ci arreggemo forte per non cadere, e quando l'arpia ci passò di fianco la colpì un grande martello di bronzo celeste che avevo appena preso dalla mia magica cintura degli attrezzi. Una volta colpita perse i sensi e cadde in mare con un volo di oltre 50 metri. Ma ne vennero subito altre due che Festus carbonizzò in una sola ed enorme fiammata, una quarta piombò dall'alto ma prima che ce ne accorgessimo colpì Festus a un'ala. Festus piombò verso il verso il basso senza controllo e noi ci preparrammo all'impatto.

IL FUOCO DELL'OLIMPO - L'eroe cadutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora