Capitolo 15 - Ritorno a casa

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Oxford scorre via dal finestrino del treno come un sogno che non voglio lasciare. Mi stringo nel cappotto, il mio sciarpone avvolto attorno al collo, mentre cerco di ignorare quella sensazione di vuoto che mi opprime il petto. Ho salutato Maya e Carmen questa mattina, e anche Lucas mi ha augurato buone vacanze con un abbraccio impacciato. Non ho visto Ethan, ma va bene così. Il nostro ultimo momento insieme, per quanto imbarazzante, è ancora vivo nella mia mente, e non voglio rovinare il ricordo con un addio.

Quando il treno rallenta alla stazione di Reading, la realtà si fa più concreta. L'idea di passare le vacanze con i miei genitori e vedere finalmente mia nonna e mio zio mi conforta. Non li vedo da anni. Nonna Teresa, con la sua energia instancabile e il suo accento italiano marcato, è sempre stata una presenza calorosa nella mia vita, anche se spesso solo a distanza. E zio Carlo, con il suo umorismo travolgente e il sorriso contagioso, è sempre riuscito a farmi ridere, anche nei momenti più difficili.

Scendo dal treno con la mia valigia e mi guardo intorno. La stazione è affollata di persone che si muovono freneticamente tra i binari, ma riconosco subito la figura di mia madre che mi saluta con un sorriso.

«Liv! Finalmente sei arrivata!» esclama, abbracciandomi forte.

Dietro di lei, vedo mio padre che aspetta con una calma tipica, il suo cappello invernale leggermente storto sulla testa. E accanto a lui, con un vestito colorato e una sciarpa verde acceso che non può passare inosservata, c'è nonna Teresa.

«Oh, tesoro mio! Sei cresciuta così tanto!» esclama nonna Teresa, allargando le braccia. Il suo accento italiano è forte e melodioso, come una canzone che non dimentichi mai.

Mi tuffo nel suo abbraccio, sentendo il calore familiare che mi avvolge. Lei mi stringe forte, quasi soffocandomi, ma non mi lamento. È troppo bello rivederla.

«Nonna, mi sei mancato tantissimo!» dico, con un sorriso sincero.

«Anche tu, piccolina! Guarda come sei bella, proprio come tua madre alla sua età. Anzi, forse anche più bella!»

«Io protesto!» interviene zio Carlo, avvicinandosi con passo teatrale. È sempre stato un uomo alto e imponente, ma il suo sorriso gentile lo rende subito rassicurante. «Non puoi dire che è più bella di me, mamma! Anche io sono parte della famiglia, ricordi?»

Rido, mentre lui mi abbraccia con la stessa energia di nonna Teresa. «Zio Carlo, non ti preoccupare, tu sei il più bello di tutti!»

«Così va meglio,» risponde, facendomi l'occhiolino.

Durante il viaggio verso casa, l'auto è piena delle chiacchiere vivaci di nonna Teresa e dei racconti esagerati di zio Carlo. Mia madre, sorridendo, scuote la testa, mentre mio padre guida con il solito silenzio, aggiungendo solo qualche commento qua e là.

Quando arriviamo, la casa mi accoglie con il profumo del sugo che bolle in cucina. È così familiare, così confortante, che mi sento subito a casa. Nonostante la nostalgia di Oxford e il pensiero di Ethan che mi passa per la mente più spesso di quanto vorrei ammettere, sapere che passerò del tempo con la mia famiglia mi aiuta a rilassarmi.

Mentre la sera cala e ci sediamo a tavola per cenare, nonna Teresa mi studia con attenzione. «Allora, Liv, raccontami un po' di questo college. Hai conosciuto qualche bel ragazzo?»

Mi fermo con la forchetta a mezz'aria, il viso che probabilmente sta già diventando rosso. «Nonna, non è così importante...»

«Ah, ma certo che lo è!» interviene zio Carlo, con un sorriso complice. «Se c'è qualcuno, vogliamo sapere tutto! Nome, cognome, altezza, professione futura...»

«Non c'è nessuno!» esclamo, ridendo nervosamente.

«Vedremo,» dice nonna Teresa, con un sorriso che sembra sapere molto di più di quanto dovrebbe.

Le situazioni di LeiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora