2: The first time we met

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Migliaia di teste si voltarono verso Jannik Sinner che faceva la sua entrata trionfale. Teneva per mano una bambina che si tanto in tanto gli riservava occhiate estatiche, mentre con l'altro braccio reggeva il borsone e la racchetta.

Raggiunse la panchina e posò le sue cose, poi entrò in campo, acclamato dai tifosi già in visibilio, per la solita foto. Poi recuperò la racchetta e si preparò al match, calcandosi il cappellino sulla fronte.

Jenny e Aurora seguivano nervosamente queste operazioni come il resto del pubblico.

Taylor Fritz e Jannik Sinner si posizionarono agli estremi opposti del campo brandendo le racchette. La partita era iniziata.

Taylor Fritz conquistò un game nel giro di poco, ma grazie a un paio di ace e una rispedita dell'avversario statunitense permise a Sinner di raggiungerlo. 1-1.

-È super carino, vero?- disse a bassa voce, eccitatissima, Aurora alla sua amica.

-Giá. . . - e non mentiva. Qualcosa in Jannik aveva attirato la sua attenzione. Forse i capelli rossi arruffati, il modo fiero con cui teneva alta la testa.
Però non era niente di speciale.

Non molti minuti dopo, i due erano 3-3.
Sembrava che Sinner non volesse sprecare le energie tutte in una volta, ma preferisse cucinare l'avversario a fuoco lento, dandogli l'illusione di superarlo per poi raggiungerlo. La sua forza sarebbe stata scatenata solo più in là, in questo caso pochi attimi dopo, perché era tutto sotto controllo.

Palla break per Sinner, 4-3 per lui.
Tre palle break andarono perse, alla quarta, Sinner colpí con la palla corta strappando il servizio.

Circa un quarto d'ora dopo, Jannik conquistò il primo set. Se avesse vinto il successivo, le ATP Finals sarebbero state sue.

Nel frattempo, fu annunciata una piccola pausa per i tennisti.

-Che ne pensi, Jen? Ne è valsa la pena venire qua??- Aurora chiese a Jenny, mentre Jannik che si tamponava i capelli sudati con l'asciugamano. Il suo allenatore,  Darren Cahill, gli era vicino e gli bisbigliava qualcosa inerente alla partita.

-Certo che ne è valsa la pena. Hai visto quant'è agile Sinner? E veloce? Cioè, dal video non sembra così . . . Scattante-

-Silence please- esclamò una voce da un altoparlante. Il match stava per ricominciare.

Poco dopo, quando entrambi i giocatori erano 1-1 (game) Fritz in volèe ravvicinata mandò in rete la palla di un possibile 30-30, rifacendosi su una risposta che costrinse Sinner a un errore di rovescio.

40-30. Il rovescio di Jannik però mise in difficoltà lo statunitense. 2-2.

Jenny agitò con forza la bandiera italiana.

Un altro break per Sinner. La prima palla break fu annullata. Allora seconda palla break per l'altoatesino: essa fu colpita in maniera potente da Taylor Fritz, che però la mandò fuori. 3-2 per Jannik.

Lo stadio, formato quasi interamente da italiani, pareva esplodere ogni volta che Sinner faceva punto. Potevano avvertire che la vittoria era vicina, e incoraggiavano il loro beniamino con fischi d'approvazione, strilla eccitate e cori di olè, olè, olè, olè, Sinner, Sinner.

Jannik era contento di questo tifo così sentito e caloroso, che al contempo lo metteva in soggezione e lo faceva intimidire.

Jenny partecipò ai cori entusiasti della gente, mentre Aurora urlava a caso saltellando sul posto.

Allungando il collo Jennifer notò il padre di Jannik, Hanspeter, con accanto il fratello adottivo Mark, seduti poche file più avanti. Non riusciva a vedere la madre, Siglinde.

Venti minuti dopo fu annunciato il match point. Fritz fece quello che poteva, mala palla uscì. Sinner alzò la racchetta al cielo e fece il pugnetto.

-E Jannik Sinner vince le ATP Finals!!- fu annunciato.

Urla e cori riempirono il palazzetto, mentre Jannik, felice, stringeva la mano dell'avversario per poi correre ad abbracciare genitori, fratello e allenatori.

-Guarda quanto siamo viciniiii!!!- emise un urletto Aurora, con un'espressione da pesce lesso.

Jannik aveva i capelli rossi e ricci arruffati ed era molto accaldato, ma ciò non faceva che renderlo più affascinante.

Abbracciò tutti, poi iniziò ad allontanarsi in direzione del campo, applaudito da tutti.

Fu in quel momento che Jenny decise di spostarsi, in maniera furtiva, davanti a quella specie di sbarra che non permetteva al pubblico di scendere in campo, ma solo per un minuto. Non sapeva se era permesso, ma si fece piccola piccola e a piccoli passi raggiunse quella sorta di "recinzione". I Sinner erano proprio a pochi metri da lei. Gli allenatori di Jannik le stavano accanto. Sentiva che il preparatore atletico stava iniziando a guardarla male. Sicuramente le avrebbe chiesto di spostarsi di lì a pochi secondi.

Quando successe qualcosa di imprevisto.

Il piede di Jenny si inceppò nella fessura tra la sbarra, che non le arrivava nemmeno alla vita, e pavimento. Lei si ribaltò in avanti e oltrepassò la recinzione.

E il suo volo, seguito da decine di persone in presenza e migliaia in diretta rai, terminò proprio nelle braccia di Jannik Sinner.

*spazio autrice*
Tadaaaaa!!!!
In qualche modo si dovevano pur incontrare!!
Mi sono ispirata alla mia caduta colossale avvenuta proprio in questo modo a casa mia per questa descritta sopra. Che ne pensate??
Cosa succederà?
Si accettano ipotesi, rispondo a tutti!!
A venerdì,
Mary

Gingerhair~Jannik SinnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora