Capitolo 3: Ombre dal Passato

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Il video era breve, sfocato, ma inequivocabile. Alana era in piedi sotto una luce fioca, nel mezzo della foresta, con le braccia incrociate e il volto teso. L'audio era disturbato, ma si percepiva il tono acceso della discussione. Accanto a lei c'era una figura. Il volto non era visibile, ma i contorni erano familiari.

Emma fissava lo schermo del suo telefono con il cuore in gola, seduta sul letto nella penombra della sua stanza. La figura poteva essere uno di loro. Ma chi? E perché Alana era così agitata?

Il messaggio anonimo che accompagnava il video era ancora più inquietante:
"La verità non può essere nascosta per sempre. Qualcuno ha mentito quella notte."

Emma sapeva che avrebbe dovuto parlare con gli altri, ma il panico l'aveva paralizzata. Chiunque stesse inviando quei messaggi conosceva i loro segreti. E sapeva come usarli contro di loro. Il giorno seguente, il gruppo si riunì nuovamente nel capanno nella foresta. Questa volta l'aria era ancora più tesa. Nessuno voleva essere il primo a parlare, finché Nate, sempre il più impulsivo, si alzò di scatto.

"Allora? Nessuno ha nulla da dire sul video?" sbottò, guardandoli uno ad uno.

Harper si passò nervosamente una mano tra i capelli. "Non sappiamo nemmeno se quel video sia reale. Potrebbe essere stato manipolato."

"Manipolato o no, qualcuno sa cose che nessun altro dovrebbe sapere," replicò Nate. "E non penso sia una coincidenza che quel video sia comparso ora, dopo il ritorno di Emma."

Gli sguardi si spostarono tutti su di lei. Emma si sentì schiacciata sotto il peso dell'accusa implicita.

"Non sono stata io," disse fermamente. "Sono tornata per capire cosa è successo davvero ad Alana, non per riaprire vecchie ferite. Ma se qualcuno di voi sa qualcosa, è meglio che lo dica ora."

Ci fu un lungo silenzio, interrotto solo dal crepitio delle foglie fuori dal capanno. Poi Lily, che fino a quel momento era rimasta in disparte, parlò con voce tremante.

"Non penso di aver mai raccontato tutto di quella notte," confessò, evitando gli sguardi dei suoi amici. "Alana mi aveva mandato un messaggio prima della festa. Mi disse che aveva scoperto qualcosa di grosso... qualcosa che avrebbe cambiato tutto."

"Qualcosa su chi?" chiese Mason, con il viso teso.

"Non lo so," rispose Lily, scuotendo la testa. "Non ha voluto dirmelo. Disse solo che non poteva fidarsi di nessuno, neanche di noi."

Quella rivelazione fece calare un silenzio ancora più pesante. Ognuno di loro iniziava a domandarsi: cosa sapeva Alana? E, soprattutto, chi aveva motivo di farla tacere? Quella sera, Emma decise di affrontare la questione da sola. Tornò nella foresta, nel punto esatto in cui era stato girato il video. L'aria era fredda, e ogni ramo spezzato sotto i suoi piedi la faceva sobbalzare. Ma doveva sapere.

Con la torcia del telefono illuminava il terreno, cercando qualsiasi traccia. Fu allora che lo vide: un braccialetto d'argento mezzo sepolto nel terreno. Lo riconobbe immediatamente. Era di Alana.

Emma lo prese in mano, stringendolo forte. Ma prima che potesse fare altro, un rumore tra i cespugli la fece voltare di scatto.

"Chi c'è?" gridò, la voce spezzata dall'adrenalina.

Nessuna risposta. Solo il suono del vento tra gli alberi. Ma Emma sentiva che non era sola. Qualcuno la stava osservando.

Scappò via, il cuore che batteva all'impazzata. Non sapeva chi fosse, ma una cosa era certa: qualcuno non voleva che scoprisse la verità.

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