1. A casual meeting.

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Erano le 22.30, di lì a poco sarei dovuto andare al Funky Buddha con un mio amico. Dovevo fare in fretta, Bryan mi stava aspettando da mezz'ora in macchina e ovviamente io dov'ero?

Sempre a letto a poltrire come un ghiro. Già, questo è un mio difetto, se il mondo fosse un letto, resterei inchiodato senza muovermi.

Sono un ritardatario di natura e nonostante ci provi con tutta la mia anima a fare presto, non ci riesco mai. Feci tutto di fretta, presi la prima maglietta e il primo paio di pantaloni che avevo trovato nell'armadio, mi lavai i denti ed uscii. Bryan era furiosissimo, ma d'altra parte come biasimarlo? Voleva solo
andare a caccia di un po' di figa.

Lui è sempre stato uno di quei Don Giovanni moderni, di quelli che non hanno problemi a fare amicizie o a conquistare ragazze in qualsiasi posto si trovasse. Io invece non lo sono mai stato, sono abbastanza timido e riservato con gli altri, soprattutto con i maschi, che è strano a dirsi.

Ma io sono gay, ed essere accettato in questa società ipocrita è veramente difficile, nonostante i miei genitori ed amici mi rispettino altamente. Eravamo arrivati davanti all'entrata, erano le 23 e 15, ed io ero già pronto a ballare.

Bryan, come sempre, non si era portato niente con sè, a parte il suo amato portafoglio dei Guns n' Roses, pieno di soldi per qualche cocktail da offrire a ragazze da abbordare (già, quello era il suo metodo per rimorchiare) e, ovviamente il suo iphone, senza il quale non sarebbe riuscito a rimediare il numero delle suddette ragazze.

Io invece ogni volta che uscivo, mi portavo dietro sempre una piccola borsa tracolla, dove ci mettevo di tutto: cellulare, portafoglio, una boccetta di profumo Calvin Klein (non si sa mai), un piccolo specchietto e la mia spazzola nera  (non sia mai che i miei capelli siano in disordine).

Erano le 23 e 30 e Bryan era già andato da una biondina dagli occhi verdi (la classica "culo, tette e senza cervello") e mi aveva cagato da solo in mezzo a una folla assurda che si muoveva come un branco di cretini a ritmo di "I'm an albatroz".

"Oh Gesù, ho bisogno di più amici gay", pensai.

Ad un certo punto andai a prendere qualcosa da bere (avevo voglia di un mojito fresco) e mi ritrovai accanto ad un gruppo di 4 ragazzi bellissimi, che stavano bevendo insieme. Io, timido come sono, stavo girato senza guardarli, per paura che mi giudicassero, come al solito.

Improvvisamente, il ragazzo ricciolo del gruppo, mi mise una mano sulla spalla, per farmi girare verso di lui ed io lo guardai.

"Cazzo", pensai.

Aveva due occhi verdi smeraldo, alto 1 metro e  80, fisico slanciato e un sorriso indescrivibile.

Mi fece sputare il goccio di mojito che avevo in bocca sulla sua camicia, dall'emozione.

"Oh mio Dio! Scusami, scusami, scusami!", gli dissi.

"Ma non fa niente, tranquillo!", mi rispose, sorridendomi.

"Piacere, Harry", continuò.

"Ehm, piacere, L-Louis", risposi, impappinandomi, mentre fissavo incredulo i suoi occhi meravigliosi.

"Ti ho visto solo e ho pensato di farti unire al nostro gruppo!" mi disse.

"Oh, veramente?" risposi, un po' confuso.

"Certo, mi sembri un tipo a posto! Questi sono Liam, Zayn e, oh quello è Niall, lascia perdere, si sta ingozzando di patatine, non farci caso. Se non mangia è disperato."

"Ehy! Laffami ftare, lo fai che fono difperato", rispose il biondo.

"Ma se non te n'è mai importato niente di Cara! L'hai lasciata tu, dicendole che preferivi andare da Nando's piuttosto che stare con lei a casa a guardare un film!" replicò Harry.

Mi misi a ridere.

"Oh beh, è vero, ma laffami ftaare lo stesso! Comunque piafere, Niall!", porgendomi la sua mano unta di patatine fritte.

"Ehm piacere, Louis" stringendogli con disgusto lo sua mano.

"Piacere Zayn" mi disse il suo amico moro, con quell'aria che apparentemente lo fa sembrare un ragazzo riservato.

"Piacere Liam!" l'altro amico, che aveva un tatuaggio con quattro frecce nere su un braccio. Era già mezzo brillo, si sentiva dalla voce.

"Piacere Louis" risposi ad entrambi.

"Sai, sei un ragazzo molto carino" mi disse Harry, come se niente fosse, con aria disinvolta.

C-c-cosa? L'aveva detto sul serio? OH MIO DIO.

Il mio cuore stava battendo all'impazzata, era impossibile che lui, PROPRIO LUI  me l'avesse detto.

E adesso? Che cazzo gli avrei dovuto rispondere? Che già lo amavo? Che da quando l'ho visto non ho mai tolto lo sguardo dai suoi occhi?

No, oddio.

"CAZZO CALMATI LOUIS" pensai.

"Oh, ehm grazie, anche tu" risposi, molto timidamente.

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Ehy ciao a tutte/i, questa è il primo capitolo della mia prima fan fiction!

Spero che vi piaccia, perché vorrei continuare a scriverla. :)

Se vi piace votatela e commentatela, aspetto solo voi.

Grazie in anticipo. :)

A love to remember||larry.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora